Erik Botheim, norvegese ventiduenne, è centravanti completo e universale.
Il suo repertorio calcistico, infatti, presenta prestanza fisica ed abilità nel gioco aereo, capacità di calciare in porta con entrambi i piedi, tempismo e cinismo finalizzatore nei sedici metri altrui, ma anche le necessarie doti di palleggio che lo rendono efficace nel giocare con la squadra in fette di campo distanti dall’area di rigore avversaria.
La sua confidenza con il gol è un dato ormai acclarato, come la stessa Roma di Mourinho ha avuto modo di constatare nelle gare disputate contro il Bodo Glimt, ultima compagine in cui ha militato il neo attaccante granata, realizzando quindici reti in trenta partite.
Certo, il calcio italiano, con il suo tatticismo esasperato, rappresenta sempre un capitolo a parte e tutto da scoprire, ma il ragazzo sembra possedere corpose dosi di carisma e tanta voglia di emergere; fattori che lo supporteranno nel suo proposito di imporsi in fretta in uno dei campionati più affascinanti e difficili d’Europa.
Nel 3-5-2 di Davide Nicola, Botheim sarà impiegato prevalentemente da prima punta, ma, essendo dotato di mezzi tecnici discreti e di mobilità significativa sull’intero fronte offensivo, non è da escludere il suo contributo anche nelle funzioni di partner dell’attaccante centrale.
Del virgulto scandinavo piace soprattutto il suo modo di operare sul rettangolo verde, che non è mai frenetico; la lucidità, infatti, sembra connotare tutte le fasi di gioco della sua prestazione.
La difesa del pallone è fisica e tecnicamente qualitativa, sia che agisca tra le linee, sia che tenda ad allargarsi sulle corsie laterali per dettare il passaggio ai compagni. Sangue freddo che riveste anche gli attimi che precedono la battuta a rete e la lettura preventiva che consente di bruciare i difensori avversari. Senso del gol spiccato ma anche cecchino tutt’altro che egoista, come testimoniano le tante rifiniture effettuate a vantaggio del partner offensivo quando la sua fame di marcare il tabellino non intravede la nitida opportunità di essere letale nella finalizzazione.
Crediamo che la Salernitana abbia fatto un investimento molto intelligente. Dopo una fisiologica fase di acclimatamento al campionato italiano, il ragazzo nato ad Oslo, supportato da significativi mezzi tecnici, fisici e temperamentali, potrebbe cogliere la chance di calamitare sul suo profilo l’interesse di numerosi addetti ai lavori.
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