Con l’ingaggio di Diego Valencia, ventiduenne cileno prelevato dall’Universidad Catolica, con la cui maglia ha realizzato 28 reti in 126 partite ufficiali, la Salernitana conferma il proposito di abbandonare uno spartito tattico offensivo fondato sulla ricerca della fisicità di un attaccante con le caratteristiche di Milan Djuric, passato al Verona da poco più di una settimana.
La nuova strategia calcistica dello staff tecnico campano, che ha trovato terreno fertile anche nelle intenzioni societarie, sarà basata sull’idea di arrivare a bersaglio attraverso una manovra corale, estrosa ed imprevedibile, caratterizzata da tanto movimento senza palla, coinvolgimento collettivo dei dieci interpreti e, soprattutto, da attaccanti che offrano pochi riferimenti alle retroguardie avversarie e siano in grado di attaccarle anche frontalmente.
Tra il dire e il fare, come sempre accade in questo sport, si frappongono la qualità tecnica e la capacità di essere prolifici, doti che i nuovi arrivati dovranno confermare, dopo aver fatto bene in patria, anche nel principale campionato italiano, che è sicuramente più complicato dei tornei di Norvegia e Cile.
Diego Valencia è una punta versatile, capace di agire sull’intero fronte d’attacco. Egli, infatti, potrà essere utilizzato sia da prima che da seconda punta, ma anche sulle due corsie laterali di un tridente offensivo o di un 4 2 3 1.
Il neo granata calcia in porta con entrambi i piedi, è spesso tempestivo nei tagli e possiede intraprendenza nell’uno contro uno, principalmente sulle linee esterne. Sia che operi a piede invertito sulla fascia sinistra, per accentrarsi, calciare in porta e servire assist, sia che venga impegnato sulla corsia di destra, dove può spingere lungolinea oppure convergere al centro per finalizzare l’azione con il piede sinistro.
Come abbiamo accennato in precedenza, il cileno (per lui pure 4 presenze nella Nazionale maggiore) può destreggiarsi anche come stoccatore centrale e nelle funzioni di partner del primo riferimento offensivo. Nell’area di rigore altrui palesa tempismo opportunistico e una buona dose di cinismo in fase di finalizzazione, con gol realizzati utilizzando entrambi i piedi e sfruttando una discreta scelta di tempo nel gioco aereo.
In attesa di ammirarlo dal vivo, l’impressione tratta dai filmati è che il ‘puntero’ cileno riesca ad essere insidioso soprattutto quando gli viene concessa la possibilità di muoversi liberamente negli ultimi trenta metri, alternando ricerca degli spazi a ridosso della prima punta e sulle due fasce, per poi fiondarsi improvvisamente nei sedici metri avversari con tagli dall’esterno e improvvisi raid finalizzati a punire i portieri. Caratteristiche tecnico-tattiche ancora più importanti in un calcio, quello italiano, dove i rigorosi equilibri difensivi raramente concedono grandi opportunità agli attaccanti che non riescono a sottrarsi alle ferree marcature rivali.