Per Valerio Visconti, Salernitana-Parma non sarà una partita come tutte le altre. Salernitano di nascita, il preparatore dei portieri della compagine ducale ritroverà il club della sua città in quello che per entrambe le squadre sarà il primo impegno ufficiale della nuova annata calcistica. Lo scorso anno alla Cremonese, Visconti è da questa stagione il preparatore degli estremi difensori del Parma dove ha seguito Fabio Pecchia, del quale è uno dei più stretti collaboratori. Alla vigilia dell’impegno in terra campana, l’ex portiere della Salernitana è stato raggiunto telefonicamente dalla redazione di SoloSalerno, alla quale ha espresso le sue impressioni rispondendo con la sua consueta disponibilità.
Sicuramente non è una partita come tutte le altre. Tornare all’Arechi da allenatore mi è capitato poche volte, indubbiamente ha un gusto particolare.
Siamo qui per cercare di migliorare quello che è stato fatto in precedenza e provare a fare il meglio, dando sempre il massimo. La piazza e la storia del Parma impongono di tentare di costruire una mentalità vincente e c’è voglia di fare bene. Sarà un campionato difficile ed equilibrato proprio come quello della scorsa annata. C’è un livello alto sia per blasone di squadre che per il calciomercato che alcune delle compagini stanno portando avanti, sarà una B avvincente.
Da salernitano spero che la Salernitana possa alzare il livello rispetto allo scorso anno, fare uno step in più e consolidarsi in massima serie. La piazza lo merita.
Per me è il coronamento di un sogno. Per un allenatore dei portieri allenare Gigi, che è l’estremo difensore più forte di tutti i tempi, è allenare il portiere per eccellenza. Lui è il numero uno nelle varie epoche ed ha attraversato quasi tutti i cambi di regolamento che hanno riguardato il portiere, restando sempre al top ogni anno. É una gratificazione professionale indescrivibile, lavorarci ogni giorno è bellissimo. Gigi è umile, aperto, disponibile ed ha l’entusiasmo di un ragazzino che prende qualsiasi situazione come spunto per migliorare, questo è stimolante anche per me e per chi lavora con lui come i ragazzi aggregati o Chichizola.
É stata una bella idea condivisa con Antonio La Rocca e Gianluca Ronca al Terzo Tempo. L’idea nasce per dare un punto di riferimento ai giovani portierini di Salerno e dintorni. Mi faceva piacere mette il mio nome come riferimento per tutti i ragazzi che volessero fare questo ruolo. Due anni fa sono rimasto a Salerno ed intraprendemmo questa nuova esperienza che fu stimolante, non mi aggregai al mister Pecchia nella sua prima stagione a Cremona e sono stato presente tutto l’anno. Non avevo mai allenato i giovanissimi, è stata un’esperienza divertente e spero rimanga come punto di riferimento per la crescita dei portieri del futuro.
Un po’si sta scimmiottando questa situazione che deve sapere giocare con i piedi, adesso quasi il portierino è snaturato sembrando un giocatore di campo. Un giovane portiere ha fatto una scelta netta ovvero indossare guanti e maglietta diversa dal resto della squadra, quindi quando il portiere quando si va ad allenare vuole volare e bloccare la palla con le mani prima di tutto. Per me la prima cosa è allenare il giovane dal punto di vista tecnico senza l’assillo di dover giocare bene con i piedi, quest’ultimo aspetto- che comunque è fondamentale- va allenato sicuramente perchè gli sarà chiesto sempre più ma va fatto in maniera graduale. Non bisogna dimenticare che il ragazzo che sceglie di fare il portiere ha fatto una scelta forte, quella di essere differente dagli altri. Le metodologie, a mio parere, devono tenere conto della psiche e dell’emozione del bambino, prima fargli fare il portiere e poi successivamente anche gli aspetti podalici. Bisogna allenare i ragazzi nella costruzione tecnico coordinativa, spesso viene messa da parte per focalizzarsi su altri aspetti.
Non so il calcio che mi darà. Attualmente sono in una società di alto livello, ambiziosa, ricca di storia e che mi dà molti stimoli. Sono di Salerno, naturalmente la Salernitana ha un posticino speciale nel mio cuore. Stare al Parma non è da tutti, posso davvero ritenermi fortunato.
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