Saremmo quasi tentati di non scrivere nulla su Antonio Candreva, perché le 350 partite disputate in serie A con le maglie di Lazio e Inter, condite da 63 reti e 74 assist, lasciano poche perplessità sulla conoscenza diffusa delle sue doti calcistiche.
Numeri stratosferici che non hanno conosciuto declino nel recente biennio trascorso a Genova sulla sponda sampdoriana. In due stagioni, infatti, l’ex interista ha collezionato 76 gare, impreziosite da 12 realizzazioni e 7 suggerimenti vincenti.
Se, infine, ai suddetti dati affianchiamo anche le 54 presenze in Nazionale accompagnate da 7 marcature, il quadro è completo e possiamo utilizzarlo per racchiudere la soddisfazione di Davide Nicola e dell’intera tifoseria dell’Ippocampo.
Carattere orgoglioso, temperamento robusto, duttilità tecnico-tattica notevole, personalità spiccata e abilità tecniche superiori rispetto alla media della categoria: serviranno come il pane al biondo trainer granata, che avrà più strumenti per condurre i suoi uomini alla conquista della seconda salvezza consecutiva.
Gli anni dell’ex doriano, che hanno toccato quota trentacinque, passano anche per lui, questo è indubbio, ma se ti punta palla al piede puoi star certo che difficilmente riesci a togliergliela o ad inibire giocate che hanno una duplice opzione: conclusione in porta con un calcio potente e preciso, oppure un cross calibrato (anche su situazioni di palla inattiva) o un passaggio illuminante.
Dal suo piede estremamente educato quasi mai vien fuori una traiettoria scontata e facilmente leggibile dalle retroguardie altrui. Discorso che si estende alle capacità esprimibili sui calci piazzati ottenuti a ridosso dei sedici metri avversari.
Il ruolo che ha permesso ad Antonio Candreva di conquistare la ribalta calcistica è quello di ala destra in un tridente offensivo, oppure di ‘tornante’ in un assetto tattico (4-4-2) che richieda un contributo anche in fase difensiva. Facilità di corsa, dribbling stretto oppure effettuato in lungolinea sfruttando la falcata intrisa di reattività e grinta, il tutto seguito da lucida precisione in fase di tiro, cross o assist, sono gli elementi del repertorio pallonaro di una delle ali italiane più forti degli ultimi dieci anni.
Spifferi genovesi narrano di una sua riluttanza ad abbandonare la corsia esterna per reinventarsi protagonista in mezzo al campo nei panni di mezzala o indossando i gradi di trequartista.
Pertanto, legittimo è l’interrogativo sulla futura collocazione tattica all’interno del 3-5-2 di Davide Nicola.
Premesso che, in virtù degli ultimi arrivi, qualcosa potrebbe essere rivisitato nella futura strategia del trainer piemontese, scenario che restituirebbe l’ex laziale alle mansioni predilette di creativo cursore laterale, riteniamo che un professionista di tale livello non avrebbe nessuna remora a mettersi a disposizione dell’allenatore e del gruppo.
In questo senso, escludendo mansioni di esterno intermedio a tutta fascia e operativo in entrambe le fasi di gioco, compiti forse troppo dispendiosi per il Candreva attuale, il neo calciatore granata possiede la qualità, lo spunto, l’estro e il carisma per creare superiorità numerica, arrivare al tiro e garantire un supporto significativo al reparto offensivo, agendo da mezzala d’incursione o come trequartista incaricato di lanciare una o due punte verso la porta avversaria.
La continuità e la capacità di incidere non saranno quelle di qualche stagione fa, ma Candreva è ancora nelle condizioni (fisiche, mentali e tecniche) di regalare un contributo determinante alla causa salvezza della compagine di patron Iervolino.