Reazioni e continue cadute, è proprio questo il manifesto dell’ottava giornata dopo la sosta.
Lo stop per alcuni è un bene, mentre per altri non cambia il ritmo, perché negativo è il trend di alcune formazioni.
Alla ricerca di una svolta, oppure sulla scia di un’onda positiva, surfando sulla tavola di un fantastico entusiasmo.
L’Udinese allo scadere decide di insidiare i primi posti, con una vittoria all’ultimo respiro firmata Bijol.
Il Bentegodi è quindi teatro di un ennesimo stop, costringendo a rivedere svariati concetti calcistici.
Canta e fa ballare il Napoli di Spalletti, calando un tris che ferisce il Toro di Juric.
Anguissa in versione bomber, con il solo Kvaratskhelia a chiudere i discorsi già nei primi 45 minuti.
Illusione che conduce ad una crisi senza fine, perché l’Inter subisce una rimonta ad opera di una vecchia conoscenza.
Mourinho espugna ciò che una volta rappresentava la sua casa, con la magia di una “Joya” e una testata ad opera di Smalling.
Pazza la gara in terra azzurra, poiché al Castellani accade tutto nei minuti finali.
Rebic prima, Bajrami nei minuti di recupero, fino alle zampate di Ballo-Touré e del solito portoghese Leão.
Gruppo vero nonostante le assenze, privi di alibi all’inseguimento della vetta, perché sul petto c’è qualcosa da difendere.
Show puro all’Olimpico con i colori biancocelesti, un poker che vale insomma il prezzo del biglietto.
Zaccagni, Romagnoli, la doppietta di un sergente tra le file del centrocampo, in volo come il loro simbolo.
Dagli undici metri al Via del Mare, un equilibrio perfetto grazie a Strefezza e Ciofani.
Dice addio alla panchina il “maestro” Giampaolo, perché è fatale il tris dei monzesi di Palladino.
Quanto conta allora l’allenatore?
Tanto, anzi è tutto, perché dopo i biancorossi cominciano davvero a sorridere, grazie all’aria nuova di una nuova scelta.
Salernitana ferita ma sostenuta fino al novantesimo, dai suoi tifosi che continuano a seguirla per sognare.
Ora però in una sorta di incubo, chiamati a ricompattarsi dopo i cinque pesantissimi gol, incassati al Mapei.
Sassuolo mostra un gran calcio, Davide Nicola chiamato a reagire per non salutare, perché in fondo sarebbe davvero un peccato.
La Vecchia Signora compatta e ben distante dalla versione antecedente alla sosta, come testimonia il tris rifilato ai rossoblù.
Intesa e spirito di sacrificio, una vittoria che fa morale in vista della notte europea contro il Maccabi Haifa.
Chiude il cerchio la Dea, in alto e splendente, grazie alla luce di Lookman che ferisce la Fiorentina.
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