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Barsotti: «La lunghezza della rosa arma in più per questa Salernitana»

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E’stato il bordocampista di Salernitana-Verona, Giovanni Barsotti. A ridosso della Curva Sud e dalla sfrenata esultanza dell’ippocampo (con due immagini impresse per riassumere i pazzi minuti finali), il giornalista veneto ha raccontato per DAZN il match di domenica osservando le indicazioni di Nicola e di Cioffi. Con la consueta disponibilità, ai nostri microfoni, ha descritto le sue impressioni e considerazioni sul club dell’ippocampo.

L’intervista

Domenica hai avuto modo di vedere da molto vicino la Salernitana, quale impressioni hai avuto sui granata?

Due cose. La prima è che Nicola era dato in dubbio in caso di sconfitta, vedendo la squadra e la partita mi sono chiesto come poteva essere ciò. La Salernitana può aver avuto dei blackout ma è comunque con il suo allenatore, è ben allenata ed ha delle idee. Perdere 5-0 sicuramente non piace a nessuno ma non ho visto come in altri casi questa “distanza” tra gruppo e mister. I granata sono lucidi e, per quanto abbiano avuto una sbandata a Reggio Emilia, ci sono. La Salernitana deve proporsi per salvarsi con qualche giornata di anticipo. Dico questo perchè, a differenza delle altre pretendenti, c’è qualcosa in più ovvero la presenza di quattro punte potenzialmente tutte titolari. Lo dice anche il tabellino, assist di Bonazzoli e gol di Piatek ed assist di Botheim con gol di Dia. Contro il Verona è stata una partita sporca dove entrambi gli allenatori rischiavano ed, a mio parere, il motivo principale per cui la vittoria è arrivata è proprio per quest’aspetto.

Il vero protagonista è Dia, quattro gol in questo inizio stagione ed un impatto devastante con la Serie A.

Dia è un calciatore importante. Viene dal Villareal ed ha il suo curriculum, è nel pieno della maturazione calcistica. Sta facendo bene e neanche io mi aspettavo così tanto ma che la Salernitana prendesse un giocatore di valore si sapeva. Io però vorrei sottolineare anche Botheim ed il suo assist. A mio avviso è stato un signor passaggio da giocatore intelligente e che ha giocato spesso con Haaland. In ritiro lui mi ha raccontato che ha fatto tutte le giovanili della Norvegia con lui e che giocavano sempre a due punte, giocare vicino all’attaccante del City significa essere sempre la “seconda voce” e l’assist di domenica incarna proprio l’essere una vera seconda punta.

Hai visto la Salernitana anche lo scorso anno, in cosa la vedi cambiata?

Iervolino è un grande ambizioso, lui vuole far sognare Salerno. Colpi come Dia o Vilhena sono quegli acquisti che ti fanno cambiare la mentalità perchè si costruisce uno spogliatoio internazionale. Io sottolineo sempre questo aspetto della presenza di quattro punte potenzialmente titolari ma è un concetto che vale anche per il centrocampo. Le altre compagini che lottano per salvarsi hanno i loro undici iniziali e poi qualche cambio così quando c’è ad esempio un infortunato la squadra lo sente. E’la lunghezza della rosa che dà mentalità alla Salernitana, la competizione interna è fondamentale. Non si prendono più giocatori di categoria per salvarsi ma calciatori internazionali e forti.

Di solito sei una delle voci di bordo cam. Ecco, nella partita di domenica c’è stato un episodio che puoi raccontare?

La faccia di Nicola al gol di Dia dopo l’abbraccio con la squadra. E’uscito con l’espressione di chi pensa “Ma che matti che siamo”, è questa l’immagine. Mi ha fatto impazzire anche Daniliuc che dalla gioia si è tolto la maglia.

Su Instagram dicesti che Salerno è sempre emozionante. Quanta difficoltà c’è nel dover parlare a pochi passi di una Curva così calorosa?

Io l’ho detto nel pre partita. Ad un certo punto mi sono interrotto proprio per il “casino” che la Sud faceva, obbiettivamente è difficile perchè non si sente la tua voce soprattutto nei momenti in cui vanno su con il coro. E’una questione di decibel, quando gridano ti entrano nell’orecchio.

Tu sei l’autore della foto tra verdi e Bonazzoli all’imbocco del tunnel. Come è nata?

E’un segreto e rimarrà tale, è come quelle cose di spogliatoio che devono rimanere lì.

Redazione

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