Ventotto anni fa, in questo stesso giorno, Filippo Inzaghi colpiva all’Arechi la Salernitana di Delio Rossi. Il più esperto Piacenza di Gigi Cagni, squadra tutta italiana ed anche italianista nel gioco (c’era ancora il libero staccato, anche se i biancorossi giocavano con una sorta di tridente), si impose contro la matricola della B, sfruttando il fiuto del gol del fratello maggiore di Simone, oggi avversario dei granata sulla panchina dell’Inter. Era proprio il 16 ottobre. Oggi, mezz’ora dopo mezzogiorno, i destini della squadra granata, che in A ha finalmente potuto bissare la sua partecipazione alla massima serie. Nella sua stagione da matricola, il viaggio a San Siro in casa dell’Inter per la Salernitana si è risolto in una sonante batosta. Cinque gol sul groppone proprio come all’andata, proprio come accadde anche in quel famoso campionato di B nella gara di ritorno a Piacenza. Tutta colpa di Totò De Vitis, ex spietato, che rifilò ben quattro reti ai granata. Alla goleada partecipò anche Pippo Inzaghi. Ancora lui. Simone ne avrebbe seguito le orme nel Piacenza, prima di consacrarsi nella Lazio. Calciatore e poi allenatore dei biancocelesti, ma anche, sebbene solo in pectore, anche della Salernitana. Storia vecchia quanto nota. Oggi, dunque, ci si rincontra. Nerazzurri rilanciati dal pari di Barcellona, con cui hanno quasi staccato il biglietto per gli ottavi, mentre i granata sono rinfrancati dal successo interno sul Verona. Una iniezione di fiducia fondamentale per la squadra di Davide Nicola, reduce da un passivo di cinque gol al Mapei e finita dietro la lavagna, dopo aver fatto incetta di complimenti per le prime gare stagionali. Anche questo capita quando si è nel bel mezzo di un percorso di crescita. Ed oggi, appunto, il trainer granata sa che questa partita rappresenta innanzitutto una grande opportunità per compiere altri passi avanti sul piano della consapevolezza di squadra. Dovesse arrivare pure il conforto del risultato, sarebbe un doppio passo avanti. Un po’ corta a centrocampo, anche se almeno in panchina si rivede Bohinen, la Salernitana non vuole e non deve pensare a ciò che non avrà. Sarebbe un clamoroso autogol contro una squadra che ha già di per sé un bel potenziale offensivo. Concentrarsi su ciò che si è e provare a tirar fuori il meglio anche grazie a ciò che si ha: potrebbe essere questa la chiave di volta di un match all’ora di pranzo che stimola gli appetiti dei tifosi e della squadra di casa, ma dal quale i tifosi e i calciatori granata non vogliono certo congedarsi a bocca asciutta senza nemmeno averci provato. Nicola ha chiesto ai suoi aggressività a prescindere dalle altezze di campo in cui possa trovarsi il pallone, ben sapendo che i suoi centrocampisti saranno chiamati ad un lavoro importante e che gli attaccanti stanno tutti bene e potrebbero dare una mano alla linea mediana. Magari, non solo sacrificandosi in fase di non possesso, ma anche e soprattutto provando ad interrompere la comunicazione tra i reparti nerazzurri e a tirar fuori dalle zone di competenza i centrali di Inzaghi. Nicola ha provato una soluzione a sorpresa e in conferenza stampa ha seminato qualche indizio. Tre punte, meglio tre punti di riferimento in avanti, per provare a colpire l’Inter là dove finora ha evidenziato una insospettata fragilità: in difesa. Con il giusto equilibrio questa soluzione potrebbe essere adottata proprio nel giorno in cui tutti si aspettano una gara fatta principalmente di sacrificio e sofferenza. Tra poco si gioca. E sembra già di sentire in sottofondo i cori dei tanti tifosi granata…
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