Dopo cinque mondiali ed una carriera vissuta tra l’America e l’Europa, Guillermo Ochoa è approdato per la prima volta in Italia, accettando la sfida del campionato di massima serie. La Salernitana ha chiamato, Memo ha risposto. Ad una settimana dall’arrivo del messicano in città, oggi la società dell’Ippocampo ha organizzato la presentazione ufficiale del numero 13 granata.
«Per me l’Italia è una grande opportunità. Con Morgan ho avuto la possibilità di vivere l’esperienza della serie A. Un’opzione che non potevo non contemplare e sposare. Il direttore sportivo mi ha raccontato il prestigio del campionato di massima serie e della Salernitana. Il progetto della società granata mi coinvolge ed entusiasma molto. Punterò, inoltre, al sesto campionato del mondo».
«La partita col Milan sarà complicata. La compagine di Pioli è tanto competitiva. Io sono motivato, voglio cominciare bene l’anno. Abbiamo un vantaggio: giocare in casa. La nostra — mi hanno detto — è speciale».
«Amo parlare della tifoseria. Sono caldi come in Sud America, come in Messico. Tra le prime cose che mi hanno colpito della Salernitana c’è sicuramente la Curva, la passione della gente. Inoltre la città mi piace molto. Mi ha colpito moltissimo il panorama che si gode dalla piazzola di sosta dell’autostrada, da lì ho scattato la foto prima di entrare in città. Il campionato italiano è sempre stato molto prestigioso. Ho vissuto tanto in Europa, ma l’Italia ha, secondo me, un fascino ulteriore. Lo vivo come un obiettivo di vita, personale. Per me è un onore stare qui. Tra i portieri che stimo e che per me sono stati motivo di ispirazione, rientrano: Pagliuca, Buffon…»
«Con Sepe non abbiamo parlato. Sono qui per aiutare la squadra. Vivo serenamente la competizione. Quando sarò chiamato in causa darò il massimo, quando sarà necessario stare in panchina, accetterò con serenità qualsiasi decisione del mister».
«Come portiere latino americano non è facile trovare un club in Europa, sono il primo portiere della storia del Messico a giocare in Italia. Il motivo per cui io ed altri non siamo riusciti ad arrivare prima in Italia è una questione legata allo slot da extracomunitario, ora ho il passaporto spagnolo»
«Sei mesi con opzione di continuare. Con De Sanctis siamo stati chiari sin da subito sugli obiettivi da perseguire. Giocando sempre con competizione e stimoli ci sarà da divertirsi. La squadra è molto aperta, il gruppo è piacevole, mi sono già integrato con semplicità, non possiamo che migliorare».
«Non c’è molta differenza tra le due scuole d’insegnamento: tattica e tecnica sono molto simili. La scuola spagnola ha molta influenza in Messico».
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