Il panorama calcistico perde un’altra figura mitologica: Pelè, definito anche “O Rei” (il re), campione del mondo per ben tre volte con la nazionale brasiliana. Ha cominciato a prendere a calci un pallone fatto di stracci fino a portare in trionfo una sfera d’oro. La vita di Edson Arantes do Nascimento è stata costellata di ostacoli, sacrifici e soddisfazioni. Ma l’ottantaduenne non è riuscito a vincere l’ultima partita della sua vita: la malattia ha avuto il sopravvento. «Sono pronto a giocare novanta minuti e pure i supplementari», questa era stata l’affermazione del campione quando aveva scoperto il tumore al colon. Ha sofferto per quindici mesi, ciononostante, il sorriso ha sempre accompagnato le sue giornate e quelle di tutti coloro che avevano imparato ad amarlo. Perché Pelè, nonostante il successo, riteneva che la sua più grande vittoria appartenesse a tutti coloro che, come lui, non si erano mai arresi. Ce l’avevano fatta. Ammetteva, infatti, con soddisfazione: «Il più grande trionfo della mia vita non sono state le coppe o le medaglie, ma sapere di aver aiutato tanti ragazzi di strada che guardandomi hanno capito che lottando si può arrivare ovunque, perché nulla è impossibile se lo vuoi davvero».
Il calcio oggi perde un grande giocatore, ma soprattutto, un grande uomo.
La redazione di SOLOSALERNO esprime il proprio dolore per la scomparsa del Re del calcio mondiale.
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