“Quello che distingue le persone le une dalle altre è la forza di farcela, o di lasciare che sia il destino a farla a noi“.
(Il libro dell’inquietudine – Pessoa)
Durante i primi giorni di febbraio, Paulo Sousa ha rilasciato un’intervista esclusiva a TuttoMercatoWeb per disquisire sull’evoluzione del calcio italiano. Il tecnico portoghese, ex giocatore di Borussia Dortmund e Juventus, ha sottolineato quanto sia importante continuare a studiare e migliorare per non cessare di crescere sotto il profilo professionale e personale. Sousa, inoltre, ha descritto il suo periodo di studio tra Spagna e Italia come un’opportunità per apprendere dalle squadre migliori e assorbire conoscenze dai tecnici più preparati.
Nell’intervista, Sousa, ha anche parlato della sua visione del calcio e di come sta lavorando per sviluppare nuove idee per migliorare il gioco. L’allenatore ha evidenziato la necessità di creare un’identità di gioco unica per ogni squadra, basata sui giocatori e sulle loro qualità, e di adattare le tattiche in base all’avversario.
inoltre, l’ex centrocampista ha descritto il ruolo di rilievo che occupa la comunicazione, definendola fondamentale per la creazione di un ambiente positivo, soprattutto, nello spogliatoio, al fine di massimizzare le prestazioni del gruppo e dei singoli calciatori.
L’intervista
«Un allenatore vive di continui studi e di ricerca, l’ho fatto sempre nel corso della mia carriera e continuerò a farlo. In Spagna abbiamo visto tantissime partite, ma abbiamo soprattutto incontrato molte persone che interpretano il calcio e lo pensano in modo diverso. C’è sempre da imparare ed assorbire esperienza».
Pre Salernitana
«A febbraio abbiamo deciso di passare quasi tutto il mese in Italia per vedere la seconda parte di campionato. Abbiamo frequentato tantissimi gli stadi. Con la tecnologia abbiamo potuto seguire tante cose. Assistere alle partite tra gli spalti, consente di osservare con più attenzione i comportamenti individuali e settoriali del gruppo squadra. Si percepiscono dettagli in più. Ci sono tante caratteristiche e numerose minuzie che permettono a me e tutto il mio staff di migliorare».
I cambiamenti nel calcio
«A volte, esiste una frenetica corsa al risultato e si riflette troppo poco sui processi di crescita. I calciatori non sono delle macchine da guerra, sono essere umani, e vanno trattati soprattutto come tali. Il calcio è cambiato tantissimo, purtroppo non ancora in Italia: a partire dalle infrastrutture, che permetterebbero un’evoluzione esponenziale: dovrebbero essere adeguate e costruite con criteri innovativi ed aggreganti. Ci tengo molto alla sviluppo individuale dei giocatori. Risulta indispensabile intervenire sui singoli per spiegare loro i tempi e gli spazi del gioco: è un metodo volto a far crescere la squadra. Il calcio può cambiare, il calcio deve migliorare, per far si che ciò avvenga, tutti devono far emergere passione, sacrificio e studio continuo».