Livio Marinelli di Tivoli, classe 1984, sarà l’arbitro della sfida di domenica pomeriggio che vedrà affrontarsi Salernitana e Monza. Cerchiamo di capirci qualcosa in più, su questo direttore di gara più volte finito sul libro dei cattivi di mass media e tesserati.
Marinelli – nella vita privata, maresciallo del 7° reggimento Alpini – è al settimo anno consecutivo da professionista. Dal 2020 appartiene alla Can A e B, dopo la riunificazione dei due organici. Il suo esordio in A è avvenuto il 25 ottobre 2017, nella sfida che mise contro Atalanta e Verona.
Attualmente, rappresenta uno degli elementi di punta dell’organico capitanato da Gianluca Rocchi, nonostante negli ultimi due anni abbia avuto un rendimento a dir poco subalterno. Non a caso, nello scorso campionato, ha avuto un bel po’ di episodi poco edificanti, due in modo particolare. In occasione della sfida Atalanta Udinese del 24 ottobre 2021, il tecnico orobico Gasperini gli attribuì l’appellativo di “ragazzino”, dopo aver ricevuto un’espulsione a ‘distanza’, da circa quaranta metri. Atteggiamento che scatenò le ire del Gasp, vittima – a suo giudizio – di una totale mancanza di rispetto da parte del fischietto romano.
Ancor più grave, fu l’errore commesso in occasione di Venezia Bologna del 08/05/2022, quando Marinelli confermò la sua decisione iniziale di assegnare un penalty a favore dei lagunari – per un presunto fallo su Aramu – nonostante l’invito da parte del Var a rivedere le immagini. In quella occasione, sarebbe dovuto tornare sui suoi passi, revocando l’iniziale rigore assegnato al Venezia. Atteggiamento che non piacque per nulla a Rocchi che, senza troppi fronzoli, lo sospese, facendogli terminare anticipatamente la stagione.
In questo campionato, ha collezionato solamente otto presenze ed in serie A manca da oltre un mese – manco a dirsi – da quel famoso Juventus Atalanta del 22 gennaio, che tanto ha fatto arrabbiare i tifosi bianconeri e, a quanto pare, anche il proprio organo tecnico che lo ha tenuto a riposo per un bel po’.
Arbitro dotato di una grossa personalità, oltre che di una spiccata atleticità, a volte eccede nel lasciar proseguire il gioco. Una scelta che, in più di una circostanza, gli ha fatto perdere la partita dalle mani, vedi l’ultima sfida diretta all’Allianz Stadium.
Può definirsi un arbitro affidabile, anche per gare di un certo peso? Assolutamente si, a patto che riesca ad arbitrare in modo molto più naturale, non pre-impostato. L’arma vincente di un arbitro, è quella di saper leggere la partita, mantenendo un metro di giudizio equo, ma modificabile in base all’andamento della gara. “Arbitrare all’inglese” – espressione che piace molto agli addetti ai lavori – sempre e comunque, è sbagliato. Favorire il gioco è un conto, non sanzionare un fallo solamente per mantenere basso il numero dei fischi è controproducente, oltre che dannoso.
In bocca al lupo, “maresciallo” Marinelli!
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