La ‘Top 11’ della 24 giornata di Serie A, schierata con il modulo ‘3-5-1-1’, è la seguente:
OCHOA (SALERNITANA): ritorna ad essere titolare e la prestazione si posiziona ad un passo dal prodigioso. Autore di tre parate difficilissime e fondamentali sui tiri a colpo sicuro di Ciurria, Mota e Colpani.
DANILO (JUVENTUS): uno dei segreti di una Juventus che non molla mai. Difensore e calciatore totale: attacca, costruisce gioco dal basso, arcigno in marcatura, devastante sulle palle inattive. Il gol del momentaneo pari, realizzato di testa sugli sviluppi di un corner alla fine del primo tempo, è la premessa del successo bianconero maturato nei secondi quarantacinque minuti.
BREMER (JUVENTUS): si lascia sorprendere da Sanabria in occasione del secondo gol realizzato dal Torino, ma nel finale di partita diventa determinante siglando il terzo gol bianconero e deviando in maniera decisiva il pallone che si trasforma in un assist per la conclusione vincente sotto misura di Rabiot.
BIRAGHI (FIORENTINA): parte dalla panchina ma realizza uno dei gol più belli e difficili della stagione, scorgendo Montipò fuori dai pali e beffandolo con una traiettoria inimmaginabile sfornata da oltre cinquanta metri.
CANDREVA (SALERNITANA): quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Schierato tra le linee, trascina la Salernitana con giocate intrise di qualità, estro e personalità. Il gol è solo la ciliegina sulla torta.
COULIBALY (SALERNITANA): è un mediano di sostanza, però la performance che spalanca il successo ai granata è quella di un raffinato trequartista. In precedenza, si rende protagonista di una percussione palla al piede di settanta metri che spacca in due la fase difensiva monzese.
LOBOTKA (NAPOLI): con un lucido e dinamico rubapalloni come lui, la squadra di Spalletti può anche permettersi il lusso di attaccare in massa e subire le azioni di rimessa rivali. Accanto a questo inesauribile podismo, tatticamente fondamentale, registriamo anche la capacità di distribuire il gioco con i tempi giusti e in maniera mai banale.
LUIS ALBERTO (LAZIO): quando la Samp sembrava ormai ad un passo dall’impresa, il talentuoso spagnolo tira fuori dal cilindro un tiro a giro di collo interno che non lascia scampo ad Audero. La sua presenza qualitativa ed estrosa sta aiutando Sarri a limitare gli effetti negativi prodotti dal calo di rendimento di Milinkovic Savic.
KOSTIC (JUVENTUS): fa ammattire Singo per lunghi tratti del match, arrivando spesso sulla linea di fondo per crossare palloni sempre invitanti per i compagni impegnati ad aggredire i sedici metri torinisti. Due assist vincenti per lui.
ORSOLINI (BOLOGNA): continua ad essere l’uomo in più dei rossoblù di mister Thiago Motta. Dopo il gioiello confezionato a Marassi, punisce l’Inter con una giocata che esalta la capacità di controllare il pallone e la freddezza necessaria per scaraventarlo con potenza e determinazione alle spalle di Onana.
NZOLA (SPEZIA): rientra dopo una lunga assenza per infortunio e riprende il discorso a suon di gol che ha caratterizzato la prima parte della stagione. Doppietta ad Udine che evidenzia il repertorio di un attaccante completo e ormai pronto a recitare su palcoscenici ancora più esaltanti.
ALL.PAULO SOUSA (SALERNITANA): dopo appena centottanta minuti, la Salernitana comincia ad esprimere un calcio più ordinato dal punto di vista difensivo, ma anche razionale e paziente nella ricerca di una gamma più ampia di soluzioni offensive. Sfrutta la duttilità dei calciatori in organico e doma il Monza, una delle squadre più in forma del campionato.