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Bonazzoli, passato a Torino e presente ai margini: con Sousa meno di 100′ in 7 partite

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Torino – Salernitana rappresenta una gara tra presente e passato per Federico Bonazzoli. L’attaccante dell’Ippocampo è l’unico ex della contesa, avendo vestito la maglia del Toro prima di approdare all’ombra dell’Arechi.

Una stagione non indimenticabile

Reduce dai 6 gol dell’anno precedente con la Sampdoria, il classe ’97 si unì al club di Cairo nell’ottobre 2020, arrivando in prestito dal club ligure. Dopo il notevole spazio trovato con Giampaolo (riabbracciato dopo l’esperienza blucerchiata), il mese di gennaio cambiò le carte in tavola. Con l’esonero dell’ex tecnico milanista, infatti, Bonazzoli scivolò più indietro nelle gerarchie. Altra grana, poi, fu l’arrivo di Sanabria dal Betis nel mercato di riparazione.

Sulla panchina dei granata del nord arrivò Davide Nicola, chiamato ad allenare – tra gli altri – anche Bonazzoli e Verdi, un anno prima della miracolosa salvezza ottenuta a Salerno. Quel Torino, fermo a quota 13 dopo 18 giornate, fece 24 punti nelle restanti 20 partite, ottenendo la salvezza con un turno d’anticipo.

Bonazzoli chiuse l’annata con lo scialbo bottino di 22 presenze e 3 gol tra campionato e Coppa Italia, per poi tornare a Genova in estate. Movimento solo transitorio, prima della firma con la Salernitana, propedeutica alla doppia cifra che risultò cruciale per la salvezza della scorsa stagione.

Tempi duri

Il presente, però, racconta ben altra storia. Perché Bonazzoli si è trasformato – in meno di un anno – da ingranaggio inamovibile a elemento marginale. Gli arrivi di Piatek e Dia in estate hanno ridotto lo spazio a disposizione del numero 9: una dinamica certamente prevedibile, ma che si è rivelata ben più pesante – a livello statistico e psicologico – rispetto alle attese.

E se la permanenza di Nicola ha garantito a Bonazzoli un minutaggio minore ma comunque rispettabile, l’arrivo di Sousa è stato autentico spartiacque. Con il tecnico portoghese, infatti, il Pistolero ha giocato solo 92′ in 7 partite: l’unica gara da titolare resta la sconfitta interna con la Lazio del 19 febbraio (esordio del nuovo allenatore), terminata al 58′. Poi, solo due subentri (a Milano e La Spezia) a intervallare quattro panchine, l’ultima delle quali venerdì scorso contro l’Inter.

Ora un’altra sfida da ex, contro un Torino al quale Bonazzoli non ha mai segnato in carriera. Sperando in una chance a gara in corso per scalare le gerarchie e smuovere da quota 2 la casella dei gol stagionali. Tentando di dare un senso al corposo investimento fatto in estate dalla società per riportare in granata un calciatore dalle indubbie qualità. Il cui futuro, però, rischia non essere altrettanto indiscutibile.

Manuel Palumbo

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