OCHOA 6: primo tempo vissuto da spettatore non pagante, qualche insolita incertezza nella gestione della prima costruzione, sia con i piedi che con le mani. Non ha responsabilità sui due gol della Fiorentina, mentre è decisivo nello smanacciare la deviazione sotto misura di Quarta. Sulla punizione di Biraghi potrebbe coprire meglio il suo palo.
LOVATO 6,5: primo tempo ordinato, caratterizzato da concentrazione e aggressività in marcatura. Essenziale e concreto anche nei secondi quarantacinque minuti. I gol subiti dalla squadra non lo pongono sul banco degli imputati.
GYOMBER S.V. 14′ DANILIUC 5: la Fiorentina non sembra avere le motivazioni a mille, ma alla prima accelerazione arriva sul fondo, crossa e lui si lascia sovrastare nel gioco aereo da Nico Gonzales che realizza il gol del pari. Non sembra molto centrato dal punto di vista mentale, risultando approssimativo nell’impostare il gioco e continuando a soffrire Gonzales in acrobazia, come testimonia lo stacco scomposto che paga con il cartellino giallo. Titubanze che lo portano a commettere qualche altro errore in fase d’impostazione dal basso, con la Fiorentina che rischia di ripartire.
PIROLA 6: calmo e puntuale, accorcia preventivamente sui riferimenti offensivi viola ed è sempre molto preciso nell’anticipare gli attaccanti viola. Decisiva la diagonale che impedisce a Bonaventura di calciare a pochi passi da Ochoa. Sorpreso dalla verticalizzazione improvvisa ed illuminante di Bonaventura, non fa in tempo a recuperare sull’inserimento vincente di Ikonè. Decisivo pochi minuti dopo nel chiudere Jovic lanciato verso la porta di Ochoa. Sempre pane duro quando Ikonè lo punta, come in occasione della punizione guadagnata dall’attaccante viola e trasformata da Biraghi.
MAZZOCCHI 6,5: mezz’ora di posizione, un po’ imballata nei muscoli e nelle idee, a volte sembra incerto sul da farsi, restando nella via di mezzo e permettendo alla Fiorentina di avere maggiore agibilità in impostazione. Un paio di tentativi di sfondamento a destra che non aggiungono nulla al copione offensivo della squadra. Molto meglio nella ripresa, quando sgasa con maggiore determinazione e continuità sulla corsia destra, risultando determinante nella conquista del rigore trasformato da Dia che vale il terzo vantaggio granata. Nel finale di gara prova a sorprendere Terracciano con un tiro cross che termina di poco alto sulla traversa. 92 SAMBIA S.V.
BOHINEN 5,5: corre tanto, fa sentire la sua grinta agli avversari, ma ancora fatica ad indossare i panni di illuminato regista che abbiamo ammirato nella scorsa stagione. In ritardo su Dodò che pennella l’assist vincente per la testa di Gonzales. Sofferto e poco preciso anche il primo quarto d’ora del secondo tempo. 61 VILHENA 6: spezzone di partita volto a garantire le giuste coperture difensive e ad evitare leziosità in fase di possesso.
COULIBALY 8: subito nel vivo del match con il suo generoso dinamismo e la capacità di dar manforte alla difesa con recuperi tempestivi. Senza mai rinunciare a trasformare l’azione da difensiva ad offensiva. Anche nella ripresa è lui a lottare su tutti i palloni, a provare a dare la scossa con qualche strappo con la palla al piede. Quando i viola eludono il pressing granata, arriva lui a stoppare sul nascere ogni velleità. E’ suo anche il lancio che libera Mazzocchi nella prateria in occasione del rigore guadagnato dall’esterno partenopeo. Dominatore del centrocampo anche nelle battute finali del match.
BRADARIC 6: aggressivo su Dodò, l’obiettivo è di non concedergli campo e le accelerazioni che creano superiorità numerica saltando l’uomo. Puntuale nelle chiusure su Ikonè quando gioca basso e di presidio. Lucido nelle rare sovrapposizioni sull’out mancino. In occasione del gol viola esce puntualmente su Ikonè, ma alle sue spalle i compagni non frenano l’incursione di Dodò. Nella ripresa si sovrappone spesso a sinistra, si fa sentire anche se non sempre la rifinitura finale è precisa. In difesa regge e va in difficoltà solo quando Ikonè guadagna un tempo di gioco e lo punta.
MAGGIORE 5,5: gioca da centrocampista vero e proprio, dando uno sguardo soprattutto ai movimenti di Mandragora. Essenziale e tattico in fase difensiva, ma ancora non riesce ad esibire gli inserimenti che lo vedevano protagonista a La Spezia. La sua prestazione non sale di tono neppure nel primo terzo del secondo tempo. 61 KASTANOS 6: mezz’ora a ritmi non altissimi, ma è centrato nel garantire il suo contributo nelle due fasi di gioco.
BOTHEIM 6,5: si sacrifica in prima battuta su Quarta, detta il passaggio, gioca una discreta quantità di palloni, ma fa fatica ad evadere da un copione che vada oltre il mero compitino. Anche l’inizio della ripresa è un po’ morbido, ma il pallone che lancia Dia nello spazio è rifinitura di gran pregio. Mette il suo zampino anche nell’articolata azione che permette a Mazzocchi di affondare e guadagnare il calcio di rigore.
DIA 9,5: Igor dorme, tenta un off side incomprensibile, lui attacca la profondità, rientra con il dribbling e con estrema tranquillità batte Terracciano. Poi la squadra comincia a giocare di gestione ed anche per lui diventa difficile creare apprensioni alla retroguardia viola. Tocca ancora al gioiello senegalese, con la complicità di Botheim, tirar fuori dal cilindro la fulminea verticalizzazione che si conclude con la chirurgica conclusione che riporta la Salernitana in vantaggio. Completa la giornata da sogno realizzando su rigore la personale tripletta e restando fino alla fine una spina nel fianco della retroguardia toscana.
ALL. SOUSA 6,5: prepara bene la partita, rende problematica la prima costruzione viola con l’aggressione alta degli esterni, sa anche come attaccare la linea difensiva toscana e con Dia raccoglie. Poi la squadra commette l’errore imperdonabile di calare d’intensità, crede erroneamente che sia sufficiente gestire il vantaggio, lascia più campo alla Fiorentina e viene punita. Nella ripresa la squadra ritorna ad essere più spigliata ed aggressiva, passa in vantaggio e il trainer portoghese prova a restituire certezze tattiche con l’ingresso in campo di Vilhena e Kastanos. Le due squadre vogliono superarsi, non sono il massimo dal punto di vista tattico e la gara diventa aperta, ricca di gol e con qualche errore di troppo. Alla fine arriva un altro importante punto in chiave salvezza.