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Dopo un primo tempo sofferto, la Salernitana esce alla distanza e doma meritatamente l’Atalanta.

A Candreva basta un quarto d'ora per confermare la sua grande importanza all'interno della squadra. Gara sontuosa di Piatek. Vilhena e Coulibaly dominatori del centrocampo nel secondo tempo. Conferme positive anche per Pirola.

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OCHOA 6,5: ben posizionato sulle incornate di Pasalic e Zapata. Si fionda come un elastico sulla sassata di Ederson dalla distanza. Un po’ azzardata l’uscita che lo porta a scontrarsi con Lovato e quasi a favorire gli avanti nerazzurri. Nel secondo tempo rimane sostanzialmente inoperoso.

DANILIUC 6: non ha un vero e proprio riferimento da marcare, tiene la posizione con disciplina e cerca di non lasciarsi sorprendere dagli inserimenti improvvisi di Zappacosta. Sul cross da destra di Soppy non esegue la diagonale su Zapata che, però, non ne approfitta colpendo male di testa. Quando le fasi della gara lo richiedono, prova anche a sganciarsi in fase di possesso. Nei secondi quarantacinque minuti, gioca in marcatura su Zapata ed è immediatamente aggressivo. Ingenuo nel non aggredire immediatamente Muriel, che lo salta ma conclude male. Prova a farsi vivo anche nei sedici metri atalantini, ma il suo colpo di testa viene neutralizzato da Sportiello.

LOVATO 6: impegno arduo contenere la fisicità di Zapata, soprattutto nel gioco aereo, cerca di opporre tutto quanto è in suo possesso dal punto di vista atletico e temperamentale ma concede troppo in elevazione al centravanti colombiano, che non riesce a finalizzare in tre occasioni. Nel secondo tempo deve badare alla vivacità di Hojlund, che si muove molto e si scambia di posizione con Koopmeiners. L’ex cagliaritano non molla ma continua a soffrire, come testimonia il cartellino giallo guadagnato per il fallo sull’olandese. Nell’ultimo terzo di gara, il suo rendimento cresce notevolmente, risultando finalmente tempestivo e puntuale in marcatura e nelle chiusure difensive.

PIROLA 7: energico, reattivo e tenace sul centro sinistra, sia quando deve giocare di anticipo, sia quando temporeggia per essere decisivo nel tackle, come testimonia il tiro neutralizzato a Pasalic e la deviazione sul cross di Soppy. Senza affanni la gestione della ripresa, con un’Atalanta che incide meno ed è costretta spesso a subire le iniziative granata.

MAZZOCCHI 6: primo tempo senza infamia e senza lode, con il solito impeto ma anche l’impossibilità di riuscire ad incidere in una gara gestita soprattutto dagli avversari. Prima parte della ripresa sulla stessa falsariga. 66 KASTANOS 6,5: il suo educato piede mancino è spesso presente nel secondo tempo più qualitativo ed arrembante dei granata. Sia che agisca lateralmente, sia che si accentri, i palloni calciati rappresentano sempre un’insidia per gli avversari.

VILHENA 7: si cala nel compito di mediano di sostanza che deve badare soprattutto a contenere il maggior possesso palla dei centrocampisti nerazzurri. Raramente, dopo aver scaricato il pallone, prova ad attaccare lo spazio. Ripresa meno sofferta e decisamente più propositiva, l’Atalanta non è più padrona della zona nevralgica del campo, lui cuce il gioco e si propone spesso in appoggio alle punte. Come testimonia l’ottimo affondo con assist per Dia, che viene anticipato da Toloi. 89 BOHINEN S.V.

COULIBALY 7: immediatamente acceso, chiude l’incursione di Zappacosta, manovra palla e attacca lo spazio, sempre presente nel frenare l’Atalanta che elude la prima pressione granata. Solita legna ma anche la titubanza in uscita che consente ad Ederson di calciare abbastanza comodamente dai trenta metri. Meno fioretto rispetto a Vilhena, ma il suo secondo tempo è di grande intensità nel recuperare palloni con le buone e con le cattive, ma anche nella capacità di portarli in avanti e mangiare metri nella metà campo bergamasca.

BRADARIC 6,5: la squadra fatica a proporsi in fase offensiva, l’Atalanta è più fluida nella manovra, lui cerca di non offrire troppo il fianco al vivace Soppy. Strappa poderosamente ad inizio ripresa e procura un infortunio muscolare al suo dirimpettaio. Il secondo tempo, complice la maggiore vena propositiva del collettivo, fa registrare la sua crescita in entrambe le fasi di gioco.

BOTHEIM 6: nei primi quarantacinque minuti non riesce ad incidere, soffre la fisicità della retroguardia atalantina, tocca pochi palloni. Più vivido nella ripresa, quando costringe Scalvini ad un fallo d’ammonizione ed è più dentro al gioco, pur non palesando particolare incisività offensiva. 80 CANDREVA 8: gli bastano quindici minuti per ribadire l’importanza del suo carisma e dell’estro che mette al servizio della squadra. Il gol che regala la salvezza alla Salernitana è un condensato di intelligenza calcistica, precisione, potenza e cattiveria agonistica.

DIA 5,5: inizio al servizio della squadra, si abbassa molto per dettare il passaggio e fare densità difensiva, però è un po’ in difficoltà a difendere i palloni che transitano tra i suoi piedi. Ripresa ancora sofferta e ghiotta opportunità sciupata per portare in vantaggio la squadra. Riscatta parzialmente la giornata negativa mettendo lo zampino nella parte iniziale dell’azione che porta Candreva al gol.

PIATEK 7: vero riferimento offensivo granata, gioca e ripulisce tanti palloni, guadagna punizioni, detta il passaggio, cambia il fronte del gioco e offre a Dia un ottimo assist. Ripresa ancora determinante nella capacità di consentire alla squadra di salire, sublimata dall’ottimo assist servito a Candreva.

ALL. PAULO SOUSA 7: primo tempo di gestione, con qualche sofferenza di troppo però nell’inaridire il possesso palla atalantino. Zapata grazia la Salernitana in più di un’occasione ed anche lui trae un grosso sospiro di sollievo. Nel secondo tempo, complici anche un paio di cambi ed un’Atalanta meno fresca atleticamente, la squadra ha giocato con grande intensità e personalità con tutti i suoi effettivi, alzando il baricentro, diventando aggressiva ed attaccando con tanti uomini l’area nerazzurra. Vittoria che vale la salvezza e premia l’ottimo lavoro svolto dal tecnico lusitano.

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