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Iervolino: «Lega Calcio tribale, da ammodernare. Esonero Nicola, ecco come è andata»

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Il Presidente della Salernitana Danilo Iervolino ha ricevuto pochi minuti fa il premio “Dirigente dell’anno” nell’ambito dell’evento “Inside the sport 2023, il calcio tra business e passione” organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori con il patrocinio dell’Unione Stampa Sportiva Italiana e tenutosi presso il Centro Sportivo Federale di Coverciano. Il patron granata, durante la sua premiazione, ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni.

Sulla Lega Calcio: “Un organismo da ammodernare. Ora è tribale, dove un presidente deve fare in modo da non cedere il passo a un altro e si gioca quindi a chi fa il più gorilla. La Lega Calcio è un consesso ormai debole, che sta perdendo solennità e che è poco aderente alle esigenze attuali del calcio“.

Sulla sua idea di calcio: “Non è una frase coniata da me ma mi piace ripeterla: il calcio è il gioco più bello del mondo ma l’industria più difficile. Deve crescere perché deve capire che chi spende soldi deve anche introitare. Poi, è un colabrodo. Personalmente, ho una ricetta per il calcio, basata su diversi aspetti. In primis, la sostenibilità. I conti devono essere controllati ma le responsabilità non devono ricadere solo sui presidenti ma anche su dirigenti, calciatori e su tutti coloro che fanno parte di quest’ambiente. Poi, la tecnologia, utile sia nel miglioramento delle prestazioni ma anche per i ricavi, quindi il calcio non sia refrattario alle innovazioni. Il sociale. Il calcio ha una grande cassa di risonanza sociale quindi le parole pronunciate dagli addetti ai lavori hanno un peso e bisogna sempre sposare la profondità invece dell’aggressività. Ultima ma non ultima l’interconnessione: mettiamoci in testa che se va male la piccola, va male anche la grande. Il mio modello è la Premier League, dove la differenza di introiti tra l’ultima e la prima è dell’1,8%, mentre in Italia è del 3-4%. Qui si pensa al proprio orticello, si pensa sempre solo a prendere un milione di euro in più“.

Sulla vicenda esonero Nicola: “Con il mister Nicola ho avuto e ho ancora un rapporto che definirei amorevole. Siccome mi definisco un rivoluzionario che compie rivoluzioni non gridando ma con il coraggio e i fatti, dopo essermi sentito con Nicola ho preso la decisione di essere il primo rivoluzionario a richiamare un allenatore esonerato. Poi mano mano ci eravamo stancati tutti ed ecco l’idea di Paulo Sousa“.

Su Paulo Sousa: “Mister giusto per identità, mentalità di gioco e grinta. I risultati ci hanno fatto capire che è stato l’uomo giusto al posto giusto“.

Amatino Grisi

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