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“Nella Storia senza gloria”, 5/a puntata – Salernitana 1994-1995

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Estate 1994. A Salerno si viveva una sensazione agrodolce. La gioia per il ritorno in Serie B dopo 4 anni essendosi imposti nei primi play-off promozione della storia della Serie C (sconfiggendo la Juve Stabia per 3-0 nella finale del San Paolo di Napoli) era contrapposta all’incertezza sul futuro. Il patron Pasquale Casillo stava vivendo i suoi guai giudiziari e quindi il budget per allestire la nuova squadra – responsabilità affidata al Team Manager Franco Del Mese e al direttore sportivo Renzo Castagnini era praticamente nullo.

Quindi, si fece di necessità virtù. Conferma quasi totale del gruppo a disposizione di Delio Rossi, formato da esordienti o quasi in Serie B. Pochissime le novità, quindi. Salutò Vittorio Tosto e al suo posto, dalla Lucchese, arrivò un giovane Stefano Bettarini. E tornarono a Salerno gli enfant prodige del settore giovanile: Gianluca Grassadonia e Mark Iuliano. In attacco, dietro al confermatissimo tridente Ricchetti-Pisano-De Silvestro, arrivarono due calciatori che fecero molto bene in Serie C: Massimiliano Vadacca dal Casarano e Alessandro Muoio dal Montevarchi.

I cosiddetti addetti ai lavori erano molto perplessi sul campionato che la Salernitana avrebbe potuto fare, pronosticando nella migliore delle ipotesi una salvezza risicata. E invece un gruppo coeso che giocava a memoria sparigliò le carte fin da subito. L’esordio del 4 settembre 1994 avvenne in un Arechi gremito da 40000 spettatori e la Salernitana demolì l’Ancona 2-0 con le reti di Pisano e Muoio.

Una prima parte di campionato dove si alternarono belle prestazioni con sconfitte dovute essenzialmente all’inesperienza ma quella partita con l’Ancona fu fondamentale. Perché tra i 40000 spettatori presenti ve ne era uno particolare. Il suo nome era Aniello Aliberti, imprenditore di San Giuseppe Vesuviano e patron dell’Agria, azienda leader nel campo dei legumi. Aliberti si innamorò talmente tanto della Salernitana che il 18 ottobre 1994 rilevò l’intero pacchetto azionario da Casillo (ci atteniamo alla versione ufficiale). La sua prima partita da Presidente fu il 24 ottobre 1994, Fidelis Andria-Salernitana 1-1 con rete di Grimaudo. Un pareggio che pose fine all’emorragia di tre sconfitte consecutive.

L’impatto alibertiano fu devastante dato che, dopo il pareggio di Andria, la Salernitana inanellò un poker di vittorie contro Ascoli, Acireale, Cosenza e Pescara che issò i granata al secondo posto della classifica. La squadra di Delio Rossi si iscrisse a pieno titolo nella corsa alla promozione, anche approfittando del fatto che una delle favorite della vigilia, l’Atalanta, fosse in grave ritardo.

Nel girone di ritorno, però, la Salernitana pagò l’inesperienza del suo gruppo. Inesperienza che provocò qualche pareggio interno di troppo, mentre l’Atalanta con un Ganz in più (indisponibile per infortunio nel girone d’andata) mise a referto ben sette vittorie consecutive che la riportarono in zona promozione. Apparve subito chiaro come – con Piacenza, Udinese e Vicenza già involatesi – il duello per l’ultima casella utile per la Serie A fosse tra granata e nerazzurri.

Vigilia della quartultima di campionato: Salernitana e Atalanta 56 punti. I granata demolirono il Verona in casa 4-1, ma l’Atalanta fece lo stesso sul campo della capolista (e già promossa) Piacenza con un rotondo 5-1.
Vigilia della terzultima di campionato: Salernitana e Atalanta 59 punti. I granata non andarono oltre l’1-1 a Udine con un’occasione clamorosamente divorata da Grimaudo, i nerazzurri regolarono il Palermo a domicilio per 2-0.
Vigilia della penultima di campionato: Atalanta 62, Salernitana 60. La Dea impattò 1-1 a Cosenza ma la Salernitana non ne approfittò, venendo bloccata in casa dalla Lucchese sull’1-1 (e anche qui occasione divorata da Tudisco).
Vigilia dell’ultima di campionato. 11 giugno 1995, Atalanta-Salernitana a Bergamo. Bergamaschi a quota 63, granata a 61. I primi avevano due risultati su tre a disposizione, la Salernitana doveva solo vincere.

Nella città lombarda pioveva a dirotto, ma la Salernitana poté contare su circa 10000 sostenitori provenienti da Salerno, mentre chi rimase in città si “accontentò” della diretta su Rai 3. Nel primo tempo, la squadra di Delio Rossi attaccò a testa bassa con Ferron, portiere degli orobici, che compì un autentico miracolo su Fresi. Ma, al primo tentativo, Ganz portò avanti l’Atalanta. Nella ripresa, i cuori granata sussultarono al pareggio di Strada su punizione. Ma Valentini, con un preciso colpo di testa, chiuse i giochi. Atalanta-Salernitana 2-1, orobici in A e granata costretti a consolarsi con il titolo di capocannoniere di Giovanni Pisano, che mise a referto 21 reti. Per la massima serie si sarebbe dovuto ancora aspettare.

Amatino Grisi

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