Cosa c’entra la Salernitana con il Real Madrid della seconda metà degli anni ’80? C’entra, perché la mente di ogni tifoso granata, dopo aver rammentato questo accostamento, non può non volare al giugno 1995. Quando Delio Rossi, tecnico che in due anni aveva portato la Salernitana in B e aveva sfiorato la Serie A persa nello “spareggio” di Bergamo con l’Atalanta, in una conferenza stampa dove indossava la camiseta blanca del Real sponsorizzata Parmalat (appunto, quella della seconda metà degli anni ’80), annunciava il suo addio per passare al Foggia.
Al suo posto, il Presidente della Salernitana Aniello Aliberti scelse Franco Colomba. L’ex fantasista di Bologna e Avellino era una vera e propria scommessa, dato che il suo curriculum vitae registrava appena due esperienze in C2 alla guida di Olbia e Novara. Eppure la squadra si mise senza riserve a disposizione del neotecnico fin dal ritiro estivo di Alberé di Tenna. Una squadra la cui ossatura venne pressoché confermata dal mercato curato dal nuovo ds Peppe Cannella, alla sua seconda esperienza a Salerno. A parte un deciso ricambio di seconde linee, di titolari partirono Salvatore Fresi, ceduto all’Inter a suon di milioni, e Pietro Strada, destinato all’ambiziosa Reggiana di Carlo Ancelotti. Tra i volti nuovi interessanti, due fantasisti di talento come Enrico Maria Amore e Alessio Pirri.
Il 13 agosto 1995, nel precampionato, si disputò all’Arechi il triangolare dedicato all’indimenticabile Andrea Fortunato, recentemente scomparso, contro Napoli e Juventus. La Salernitana scese in campo con la nuova maglia colorata di un granata flebile, tendente al rosso. La tifoseria protestò con la società e si tornò presto al granata “originale”.
Il campionato iniziò con una brutta notizia. La Disciplinare comminò 4 punti di penalizzazione alla Salernitana a causa di un illecito amministrativo. Una penalizzazione che la Salernitana annullò nelle prime quattro giornate grazie ai successi su Cosenza e Venezia e ai pareggi con Chievo e Bologna. E dopo la vittoria in Laguna della 4/a giornata arrivò anche l’annullamento della penalizzazione da parte della CAF e la Salernitana di Colomba si issò in vetta alla classifica. Una notizia che mitigò la delusione per il grave infortunio occorso al bomber Giovanni Pisano ai legamenti del ginocchio destro, con Cannella che provò a riparare acquisendo Marco Ferrante, centravanti con una già buona esperienza in Serie B.
Il resto del girone d’andata, però, non andò come auspicato. In 15 partite, la Salernitana registrò 4 vittorie, 4 pareggi e ben 7 sconfitte, tra le quali il doloroso ko nel derby del “Partenio” di Avellino firmato da Calvaresi. I granata scesero a metà classifica, la panchina di Colomba vacillò, la tifoseria iniziò a contestare e il Presidente Aliberti si dimise, per poi ritrattare la decisione dopo un paio di settimane.
Si attendeva come il pane il ritorno di Giovanni Pisano, che avvenne nel derby di ritorno (terminato 0-0) con l’Avellino del 9 marzo, una settimana dopo il successo di Foggia per 3-1 che costò la panchina dauna a Delio Rossi. In undici partite, la Salernitana mise a referto ben 20 punti, frutto di 6 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte e con il bomber siciliano che tornò a essere quello della stagione precedente segnando sette reti. E al fischio finale della penultima giornata, Salernitana-Palermo 2-1, la classifica recitava: Verona 63, Bologna 62, Reggiana 61, Perugia 58, Salernitana 57. Quindi, le prime tre già promosse e umbri e granata a giocarsi l’ultimo pass per la Serie A nei 90 minuti finali.
Obiettivamente, visto il calendario, le speranze erano appese a un filo. Il Perugia ospitava al “Curi” un Verona già in vacanza mentre la Salernitana andava a far visita a un Pescara che non aveva sì più nulla da chiedere, ma da squadra e piazza storicamente rivale proprio non aveva voglia di far regali.
Eppure il primo tempo stava alimentando la fiammella. Pisano al 10′ portò avanti la Salernitana, mentre il Verona – che pur avrebbe dovuto difendere la vetta della classifica – passò in vantaggio a Perugia con Manetti. Per mezz’ora, la Salerno sportiva sperò nel miracolo ma l’uno-due umbro nel finale di primo tempo firmato da Negri e Beghetto riportò tutti con i piedi per terra. All’81’, la beffa. Tommasi pareggiò per il Verona ma, contemporaneamente, Giampaolo fece lo stesso per il Pescara. Game over e, alla fine, il Perugia trovò il gol vittoria con Negri.
Al fischio finale, purtroppo, alcune frange delle due tifoserie vennero a contatto in campo con conseguenti scontri anche con le forze dell’ordine. Un epilogo che certo non era quello sognato. Salernitana quindi di nuovo quinta, con la Serie A nuovamente solo sfiorata come 12 mesi prima a Bergamo.
Da segnalare in questa stagione l’esordio della Salernitana nel Trofeo Anglo Italiano (purtroppo scomparso da anni). I granata vennero eliminati dal Genoa nella semifinale nazionale ai rigori, ma si tolsero lo sfizio di disputare due partite oltremanica contro Stoke City e Ipswich Town.
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