Per rinfoltire il roster di attaccanti a disposizione di Paulo Sousa è arrivato a Salerno il giamaicano Trivante Stewart.
Nelle prossime ore dovrebbe essere ufficializzata la formula contrattuale che legherà l’atleta alla società di patron Iervolino.
Interessante il suo iniziale percorso professionale, sviluppatosi però interamente nei tornei del suo paese d’origine.
Un calcio non esattamente tra i più competitivi, ma questa premessa non avrà mai la precedenza rispetto ai responsi insindacabili del terreno di gioco.
Pertanto, prima di giudicare calcisticamente il ragazzo, è opportuno valutarlo alla prova dei fatti imposta dal rettangolo verde.
Intanto, per lui parlano i numeri: 30 gol in 66 partite rappresentano un bottino importante, partendo dal presupposto che timbrare il tabellino con continuità è un mestiere difficile un po’ ovunque.
La conoscenza del suo bagaglio calcistico è, inevitabilmente, tratta dai filmati reperiti in rete. Quindi, è giusto sottolineare che essi possono regalarci solo un’infarinatura del suo profilo, in attesa di vederlo all’opera in versione ‘live’.
Il repertorio tecnico appare abbastanza variegato. Capacità di dettare la verticalizzazione e aggredire la profondità. Ma anche la qualità necessaria per giocare tra le linee e allargarsi sulle corsie esterne, dove sembra possedere mezzi tecnici capaci di ripulire palloni e rendere ficcante l’iniziativa offensiva.
Sovente esce dai blocchi difensivi, per non indietreggiare mai davanti alla possibilità di tentare l’uno contro uno. Il neo granata si fa rispettare nel gioco aereo, palesa freddezza in fase di finalizzazione ed è anche tatticamente disciplinato, alternando iniziative personali, fraseggi e scambi con gli altri calciatori di movimento.
Ben strutturato fisicamente, ma allo stesso tempo rapido e veloce di testa e di gambe, Stewart proverà in Italia a smentire chi, al momento, tende a considerarlo solo una meteora passeggera o una scommessa azzardata.