Il pallone rotolante sul prato verde, fucina di felicità spicciola e genuina sin dalla tenera età, a volte perde la vivacità cromatica delle sue recenti versioni ed assume le sembianze di un volto nemico.
Le frivole linee colorate diventano tratti somatici ostili e minacciosi. Una sorta di materializzazione esterna della paura che vive dentro di te.
Un incantesimo beffardo e dispotico, che ti trasforma da discreto bomber del calcio italiano in indesiderato e deriso anatroccolo.
Possiamo utilizzare questa fantasia gotica per descrivere la parabola discendente di Nwankwo Simy nell’ultimo biennio professionale.
Due miseri gol disseminati tra Salerno, Parma e Benevento. Prestazioni ritenute oscene dalla stampa locale, difficoltà d’inserimento e frustrazione per i tecnici che lo hanno allenato.
Problemi personali, autostima che scivola sotto i tacchi, dilaniata dagli sberleffi livorosi di tifosi e addetti ai lavori? Oppure semplice e imperdonabile calo motivazionale?
Forse un giorno sapremo i motivi di questa metamorfosi negativa. Adesso, però, Simy ha ripreso ad allenarsi con la Salernitana, necessario è il tentativo di resettare tutto e restituirlo al suo antico ruolo di prolifico cecchino del calcio italiano.
Quaranta gol in due stagioni con la maglia rossoblu del Crotone, equamente divisi tra A e B, non possono essere frutto del caso. Soprattutto se ad essi affianchiamo gli altri undici collezionati in massima divisione e gli ulteriori quindici finalizzati in cadetteria.
Se non hai confidenza con le porte rivali, questi numeri non li fai e non riesci neppure ad immaginarli.
Pleonastico aggiungere che il principio della rivolta verso sé stesso deve partire dallo spirito e dalla mente del ragazzo. Altri due anni onerosi di contratto ‘costringono’ la Salernitana a credere in una complicata rinascita tecnica dell’ex attaccante pitagorico.
Pertanto, in casi così complessi è forse meglio accantonare la ragione ed affidarsi ad una folle e cieca fede. Le liete sorprese spesso si nascondono dietro i tribolati percorsi esistenziali.
Nell’attesa, si può ingannare la speranza rispolverando gli sprazzi di qualità mostrati nella sua breve esperienza salernitana. Il gol realizzato a La Spezia, l’unico partorito con la maglia dell’Ippocampo, fu un piccolo gioiello di freddezza e scaltrezza.
Micidiale anche l’attacco alla profondità che costrinse Coulibaly, non esattamente l’ultimo dei difensori, a commettere un fallo da espulsione nel derby contro il Napoli di due stagioni fa.
Ma gli attenti osservatori ricorderanno anche le due conclusioni in porta partorite contro la Fiorentina, dopo aver governato ottimamente il pallone.
Scetticismo e razionalità sono avversari duri da domare? Sicuramente. Per fronteggiarli, però, la vita non ti offre grandi carte da giocare che non siano i desideri, i sogni e le speranze.