Editoriale

Piacere, Filippo

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Rieccolo, il Casteddu. I mesi trascorsi diciassette, una vita fa. Avversario allora di una partita incredibile ed a distanza. Niki Mäenpää, il portiere di quell’indimenticabile Venezia-Cagliari, è tornato a casa, gioca nella Veikkausliiga. Una vita fa, Cagliari e Salernitana si giocavano la permanenza in masima serie. Una vita dopo tornano a farlo. Certo, a trenta partite dalla fine. Ma ancora più giú in classifica e, soprattutto, con uno “0” pesantissimo per entrambe. Insieme all’Udinese, infatti, le due squadre sono quelle che dopo otto gare di campionato non conoscono vittoria.

Il tifoso è visionario, il tifoso ama l’epica, il tifoso lo dice praticamente ad ogni vigilia, figuriamoci questa. Facilissimo staccare l’etichetta di “partita importante” da questo Salernitana-Cagliari e sostituirla con quella che recita “battaglia decisiva”. Decisiva non sarà, ma inevitabilmente gli spettatori dell’ “Arechi” assisteranno –alle ore 15, occasione tanto rara da apparire inconsueta– ad una partita “sporca”. Lo impongono le comuni esigenze e, diciamolo, la cifra tecnica finora espressa dalle due squadre. Non pochi osservatori ritengono sarebbe stato meglio per Inzaghi esordire contro un top club, così da non avere pressione eccessiva. Al solito, le previsioni sono tutte buone fino al triplice fischio.

Dilly Ding Dilly Dong

Sulla panca del Casteddu siede l’allenatore vivente più rispettato d’Italia. Per Claudio Ranieri partite così rappresentano il recinto di giochi più bello. «Ambiente caldo, Salerno segue la squadra con voglia e determinazione, è bello andare a giocare in piazze calde. Inzaghi è entrato da poco e vedremo come farà giocare la squadra, è un incognita. Dovrò lottare fino all’ultima giornata per salvare la squadra, tutti insieme abbiamo più possibilità e non molleremo mai. Alla squadra sotto l’aspetto della volontà non posso rimproverare nulla». Così il mister di Testaccio, che intenzionalmente dimentica la discreta condizione atletica dei suoi, in barba agli scarsi risultati. Condizione e determinazione, proprio quello che è mancato ai granata, proprio quello che dopo la sconfortante prova di Monza ha determinato l’avvento di Pippo Inzaghi sulla panchina. Si riprende la A, l’ex bomber piacentino, ancora in Campania dopo la dolorosa retrocessione col Benevento.

In una situazione scomoda – peraltro non si esonera il coach di una squadra in salute – e nuova per lui, mai subentrato in carriera. L’impressione è che riuscirà nell’intento se sorte ed ambiente lo assisteranno. Laddove per “ambiente” si spazia da uno spogliatoio caratterizzato da troppi spifferi, ad un rendimento lontano parente della squadra che ha ben impressionato nella parte finale dello scorso torneo, alla risoluzione di un’equazione che prevede troppe incognite, leggi consistenza e valore dei nuovi arrivati nella controversa campagna acquisti dell’appena trascorsa estate.

Ad ascoltare la conferenza stampa di oggi, la prima vera conferenza ché quella della presentazione fu troppo schiacciata dalle dichiarazioni del presidente Iervolino, si percepisce forte determinazione, e ci mancherebbe, ma anche la sensazione di una praticità legata al momento. Nessuna rivoluzione, non inganni l’inevitabile cambio di modulo, ma la probabile ricerca della vera anima di questa squadra che non può che essere operaia. Riuscisse in questo intento, facile e difficile al tempo stesso, Inzaghi potrebbe ben presto ritrovarsi sul guado, per approdare in riva sicura. E la Salernitana con lui.

Vive la différence!

Di ambiente si parlava, ed Inzaghi come prevedibile ha rinnovato il mantra del dodicesimo uomo, del valore aggiunto del pubblico di casa. Non mancherà oggi, al netto dell’eterno dibattito sul numero dei presenti, non da big match. La speranza, preghiera sarebbe troppo, di chi scrive risiede nel rifiuto di dover annotare, in un appuntamento così importante, contestazioni alla società. Certo, non si può dire che la stessa abbia mostrato particolare sagacia, in questo particolare momento, bacchettando preventivamente gli spettatori (leggi qui) che si recheranno oggi allo stadio. L’utilizzo di termini quali “tollerare” e “blacklist” sarà anche lecito ma certamente improvvido. E mostra di dimenticare cosa sia il sinallagma, manifesto ideologico della presidenza Iervolino. Sinallagma, recita Treccani, è il “rapporto di interdipendenza tra prestazione e controprestazione in alcuni tipi di contratto”. È certamente responsabilità del Comune, e non della società, lo stato pietoso dell’Arechi. Tuttavia non c’era bisogno di usare questi toni nei confronti di cittadini che pagano prezzi da Champions per uno spettacolo che si svolge in un teatro da terzo mondo. Un tempo, secondo detto popolare, il fesso che ha pagato veniva lodato.

La tifoseria, quella che tanto ha dato e molto perdonato, spero vada oltre l’ennesimo errore di comunicazione, sostenendo la squadra e spingendola verso i tre punti. E non si tratta di essere filo od anti societario. Semplicemente non si capisce perchè debba – e speriamo di no – trovare posto una protesta che non ricordo sia stata fatta per una campagna abbonamenti impopolare in tutti i sensi, lontana dalla dimensione geografica e calcistica di Salerno. Intendo, non si è parlato ieri, fuori luogo farlo oggi quando la testa deve essere volta solo al terreno di gioco.

Parola al campo, quindi. Filippo Inzaghi si presenta al primo giorno di scuola con un difficile compito in classe da affrontare. Come sempre quando arriva un nuovo coach, ci si augura sia l’inizio di una storia d’amore. Come dichiarato in conferenza stampa, e come ovvio, Filippo ha dichiarato di sentire spesso il fratello Simone, che allena ai piani alti. Se deve scoppiare una scintilla, probabile che Simone gli abbia citato la famosa frase del film “Love Story”, magari in dialetto piacentino:

«Filippo, amare significa non dover mai dire: spiaze»

Giovanni Perna

Nato nel 1964, professione ortopedico. Curioso ma pigro. Ama svisceratamente Salerno e la Salernitana. Come sempre accade quando un amore è passionale, è sempre piuttosto critico nei confronti di entrambe.

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