Il titolo di quest’articolo è ottimista, forse troppo. Preveniamo le obiezioni dei lettori: è soltanto una vittoria, siamo ancora ultimi in classifica, la Lazio ci ha agevolato il lavoro, il calendario è difficile, permangono problemi di rosa e di altro tipo. Tutto vero, tutto giusto.
La cautela nei giudizi è necessaria, ma evidenziare gli aspetti positivi della prova esibita dalla Salernitana nella sfida interna contro la Lazio non è certo un esercizio di imprudenza.
In queste settimane, molti commentatori hanno evidenziato che la crisi di risultati che ha attraversato la Salernitana non può spiegarsi soltanto con le partenze dei pur bravi Piatek e Vilhena, con un mercato in entrata orientato alla valorizzazione di giovani calciatori, o con meri problemi di natura tattica. Come ben sa qualsiasi allenatore di calcio, qualsiasi allenatore di sport di squadra, e perfino qualsiasi gestore di gruppi di persone, la componente psicologica è un aspetto tanto sottovalutato quanto influente sulle prestazioni degli atleti.
Filippo Inzaghi, probabilmente, non ha la preparazione tattica del suo predecessore, e in più di un’occasione si è aggrappato agli alibi. E tuttavia, rispetto a Paulo Sousa, Superpippo sembra essere riuscito a incidere positivamente sulla psiche dei calciatori, che nelle ultime partite hanno mostrato uno spirito di squadra, una consapevolezza dei propri mezzi e una grinta che, in questa stagione, non avevamo potuto apprezzare nel corso della precedente gestione tecnica.
In particolare, Inzaghi ha recuperato i senatori, che nelle prime giornate di campionato non avevano certo fornito prove convincenti. Le prestazioni di Mazzocchi, Fazio, Kastanos e Candreva c’inducono a ritenere che il tecnico di Piacenza abbia saputo applicare gli insegnamenti dei grandi tecnici con cui ha lavorato (Ancelotti, Lippi, Allegri), tutti eccellenti gestori di gruppi.
Antonio Candreva è uno dei migliori calciatori che militano nelle squadre che lotteranno per mantenere la categoria. È vero che per alcune gare, come tanti suoi compagni, anche Mast’Antonio è parso insufficiente, ma molti tifosi si sono affrettati a giudicare il professionista, ritenuto troppo legato a Paulo Sousa (come anche Kastanos, altro autore di una prova di livello) e con la testa altrove, a Monza o in altri lidi. Il trentaseienne romano ha risposto con una prestazione convincente sul piano tecnico e di grande leadership, e le sue dichiarazioni alla stampa non sembrano quelle di un atleta che sta programmando il suo futuro in altre piazze.
Boulaye Dia non si è certo distinto per atteggiamenti di limpida professionalità, ma negli ultimi tempi ha dato almeno l’impressione di essere parte integrante del gruppo. E il Mazzocchi spento della gestione Sousa ha lasciato il posto a un atleta di nuovo concentrato sull’obiettivo.
Lo ripetiamo: è soltanto una vittoria, siamo ancora ultimi in classifica, la Lazio ci ha agevolato il lavoro, il calendario è difficile, permangono problemi di rosa e di altro tipo. L’ottimo lavoro di Inzaghi sulla componente psicologica dei calciatori, però, è un primo importante passo per guardare con un cauto ottimismo al futuro.