“Il tempo delle parole è finito”. Categorico Pippo Inzaghi alla vigilia della trasferta di Bergamo che, dopo anche le parole non al miele del presidente Iervolino in settimana, sembra sempre più assumere i connotati di un match spartiacque per il destino dei granata. Non fraintendiamo, al momento pensare di tornare dal Gewiss Stadium a bottino pieno sembra una chimera viste le ombre che aleggiano sullo spogliatoio e sull’ambiente salernitano e nonostante il bisogno di fare punti sia sicuramente impellente, Atalanta-Salernitana mette in palio un qualcosa in più per i granata.
“Si può perdere, ma dipende da come si perde”, questa frase di mister Inzaghi racchiude il concetto: domani sera alle 22:45, a prescindere da quanto segnerà il tabellino finale, la Salernitana dovrà aver dato una risposta ai suoi tifosi soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento, della mentalità e di un’identità che ultimamente sul rettangolo verde non si è più vista. In questo momento l’aspetto psicologico prevarica su quello tecnico-tattico e parlare di modulo, attacco a 3 o centrocampo a 3 è riduttivo per l’analisi di una partita complicatissima come quella di Bergamo.
L’Atalanta fa dell’agonismo e dell’intensità i suoi marchi di fabbrica per antonomasia e presentarsi in casa della Dea senza l’approccio e l’atteggiamento giusto potrebbe far tornare in campo i fantasmi della scorsa stagione quando la Salernitana venne piegata da un impetuoso 8-2. Il “giocarcela a viso aperto” di Inzaghi racchiude dubbi e incertezze sulla reale possibilità attuale dei granata nel non fare una gara di attesa, non tanto per il gap tecnico ma più che altro per una mancanza sia convinzione nei propri mezzi che di libertà mentale, fondamentali per perpetrare un match propositivo contro Gasperini che contro il tecnico piacentino ha sempre vinto nei 5 precedenti.
Servirà una Salernitana totalmente diversa da quella vista contro Fiorentina e Bologna, soprattutto nello spirito e dopo le parole di Inzaghi in conferenza e quelle di Iervolino in settimana, che sanno sempre più di all-in, i giocatori hanno la responsabilità davanti ai tifosi di trasformare critiche e proclami in fatti, dando un segnale di professionalità e appartenenza. Un’altra assenza non giustificata non è contemplata, al di là del risultato.