E’ ripresa, nella giornata di ieri, la preparazione in vista della delicatissima trasferta in casa del Verona.
Gara che la Salernitana non può permettersi, considerata la posizione di classifica, di terminare senza l’acquisizione di un risultato positivo.
In questa fase di faticosa ricostruzione tecnica e psicologica, favorita dal ritorno di Walter Sabatini, è estremamente importante non perdere ulteriore terreno in graduatoria.
In un turno di campionato caratterizzato dalla presenza di due ‘drammatici’ match in chiave salvezza: quello in scena al Bentegodi e Cagliari-Empoli.
Resilienza e rigorosa volontà di restare in superficie, in attesa dell’imminente sessione di mercato a cui è affidato il compito di definire l’organico che dovrà concludere la stagione.
Reduci dall’importante affermazione casalinga contro il Cagliari, i gialloblù di Baroni, oltre ad avere cinque punti in più rispetto ai granata, godranno di una condizione mentale meno pressante e più favorevole.
Pertanto, Candreva e compagni dovranno essere bravi a minare innanzitutto questa serena euforia che, dopo un avvio stentato, ha messo radice nel gruppo scaligero.
Il fattore psicologico è di fondamentale importanza nel calcio. La tranquillità generata dai risultati positivi rappresenta autentico carburante, che alimenta autostima, coraggio ed entusiasmo.
Sulla scorta degli effetti benefici del successo conseguito contro gli isolani allenati da Ranieri, i calciatori veneti cercheranno di imporre immediatamente ritmi frenetici alla contesa.
Per esercitare pressione ad una squadra carica di paure ed insicurezze, tentare di sbloccare in fretta la partita e metterla in discesa.
Sfruttando la capacità di spingere sulle corsie laterali, potendo il loro impianto di gioco avvalersi di esterni offensivi (Lazovic, Ngonge) abili nell’uno contro, ma anche di fluidificanti difensivi (Tchatchoua, Terracciano, Doig) pronti a sovrapporsi.
Il tutto per apparecchiare la tavola a Milan Djuric. Centravanti che riesce ad essere efficace soprattutto quando viene rifornito continuamente con spioventi provenienti dai corridoi laterali.
Ne consegue che un atteggiamento passivo dei granata rappresenterebbe l’inevitabile prologo di una nuova giornata calcisticamente infausta.
Pertanto, bisognerà innanzitutto presidiare bene le due fasce e impedire ai padroni di casa di arrivare agevolmente al cross.
In questo senso, la Salernitana di Inzaghi ha lasciato spesso a desiderare, come testimoniano i numerosi traversoni concessi a Sassuolo, Atalanta e Milan.
Carenze tattiche pagate in termini di gol subiti e di punti dissipati. Sarebbe ora, soprattutto in una condizione di vantaggio maturata nell’arco dei novanta minuti, armarsi di concretezza, raziocinio, solidità e pragmatismo. Per non sciupare quanto di buono riesce sempre a creare la fase offensiva (due gol realizzati contro Sassuolo, Lazio e Milan).
Assolutamente prioritario sarà coprire bene il campo, in lungo e in largo, impedendo giocate facili con un pressing coordinato e collettivo.
Presidio ‘militare’ delle corsie laterali, reparti di mediana e difesa sinergici. Perché Baroni, che patron Setti ha fatto bene a non esonerare, oltre a saper sfruttare i corridoi esterni per rifornire l’ariete bosniaco, possiede anche centrocampisti capaci di creare grattacapi tra le linee (Lazovic, Ngonge, Folorunsho, Suslov).
Ovviamente, una gara importante e completa sotto l’aspetto difensivo, dovrà viaggiare a braccetto con la capacità di portare pericoli alla porta avversaria.
Bisognerà farlo sprigionando l’estro e la qualità negli ultimi venticinque metri; doti che abbondano nel roster offensivo granata.
Possibilmente attraverso una trama paziente, fondata sul palleggio, che sfoci in repentine accelerazioni verticali.
Un disegno tattico che coinvolga tutti i calciatori di movimento e favorisca la compattezza necessaria a garantire, anche attaccando, coperture preventive ed equilibri difensivi.
Facile a dirsi, più difficile veder tutto questo concretizzarsi sul prato verde. Ma la Salernitana non ha scelta, dovrà fare la partita perfetta. Se vuole ancora restare autenticamente agganciata al treno salvezza.
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