Home Storie Le partite della nostra storia. Gli anni ’10 e ’20.

Le partite della nostra storia. Gli anni ’10 e ’20.

Negli anni '10 e '20 del '900 la Salernitana disputa soltanto 110 partite ufficiali. Alcune di queste assumono un'immane rilevanza storica: dall'esordio assoluto in un'amichevole a Nocera Inferiore fino alla vittoria di Lecce del febbraio 1928 con un migliaio di salernitani al seguito.

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Targa Via Piazza d'Armi
Targa Via Piazza d'Armi
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Inauguriamo una serie di articoli che narrano le partite più iconiche della storia della Salernitana, già pubblicati a puntate sulla nostra pagina Facebook.

1. Nocerina-Salernitana 2-1, 13 luglio 1919

La prima di alcune migliaia di partite disputate dalla Salernitana nella sua storia è un derby con la Nocerina perduto per 2 a 1. L’incontro ha luogo il 13 luglio 1919 sul Campo di Piazza d’Armi di Nocera Inferiore, l’unico terreno di gioco regolamentare dell’intera provincia.

La Salernitana entra in campo con la divisa dai colori biancocelesti che avrebbe indossato, con qualche variante e con una breve parentesi in granata nel 1927, fino alla metà degli anni ‘40. Questa scelta cromatica si deve al presidente del neonato club, Adalgiso Onesti, rimasto affascinato dalla divisa albiceleste dell’Argentina donatagli tempo prima da un suo amico emigrato in Sudamerica.

Gli uomini che difendono i colori di Salerno contro i vicini rivali sono: Naddeo, Caiafa, Ciminari, Bruno, Maggio, De Novellis, Calabritto, Pagano, Troisi, Zanni, Re. Quest’ultimo calciatore, in realtà, non si chiama Re bensì Novella, ma si scoprirà soltanto qualche anno più tardi. La Nocerina inizia l’incontro in dieci uomini: soltanto nel secondo tempo si aggiunge l’undicesimo elemento…

La gara è combattuta. La Salernitana si porta in avanti nel punteggio con una rete di De Novellis. La Nocerina risponde con una rete di Vitaliano siglata direttamente da calcio d’angolo. Nel secondo tempo gli animi si accendono. Le cronache narrano di clima molto caldo in campo e fuori, con numerosi tifosi nocerini a ridosso del terreno di gioco.

Al 25’ del secondo tempo la Nocerina realizza il gol del 2-1. Il portiere Naddeo devìa il pallone che sta per terminare in corner quando «lanciato di nuovo in giuoco da uno del folto pubblico che circonda la porta salernitana, va a finire in goal». L’arbitro convalida la rete, che le cronache non chiariscono se è stata siglata da un calciatore rossonero dopo un cross irregolare del tifoso oppure dal tifoso stesso, nonostante la testimonianza dello spettatore. Indignato per il fattaccio, il capitano della Salernitana, Maggio, ritira la squadra.

L’accaduto è riportato sulle colonne del giornale salernitano “Il Risveglio”, mentre la Gazzetta dello Sport attribuisce la rete della Nocerina al calciatore Luigi Sellitti e non menziona né l’episodio del gol irregolare né l’abbandono del campo dei giocatori biancocelesti.

2. Stabia-Salernitana 0-1, 15 febbraio 1920

Nei primi otto mesi della sua attività la Salernitana disputa soltanto gare amichevoli. Il primo incontro ufficiale della storia del club si tiene nell’inverno del 1920.

Matteo Schiavone – co-fondatore, direttore sportivo e allenatore della squadra – iscrive infatti la Salernitana al campionato di Promozione Regionale. La Salernitana è inserita nel girone B con lo Stabia, la Pro Italia e il Savoia. La formula del torneo è la seguente: la prima classificata di ciascun girone si qualifica per la finale che decreterà la squadra promossa in Prima Categoria, il massimo campionato dell’èra precedente al girone unico.

La formazione biancoceleste non dispone di un campo regolamentare da gioco. Disputa le prime amichevoli sul campo di Piazza dei Martiri, che però non è adeguato a ospitare gare ufficiali. Un accordo con l’esercito consente agli uomini di Schiavone di usufruire di un terreno in Piazza d’Armi, dov’è attualmente situata la caserma Angelucci. L’erba è incolta, le buche profonde, il terreno zuppo: occorrono mesi di lavoro per trasformarlo in un campo da calcio, pertanto la dirigenza chiede e ottiene di giocare in trasferta le prime tre partite del girone.

Il 15 febbraio 1920 la Salernitana esordisce in campionato sul Campo di Via Gragnano di Castellammare di Stabia. La squadra raggiunge Castellammare con delle carrozze, con perfino una decina di sostenitori al seguito. È la prima partita ufficiale della storia del club.

Lo Stabia è favorito. Radunato attorno a capitan Nicola Maggio, l’undici di Salerno s’impegna a contenere la prevedibile sconfitta. Questa la formazione biancoceleste: Naddeo, Ciminari, Grimaldi, Toledo, Maggio, De Cesare, Russo, Paladino, Fariello, Capone, Aliberti.

L’andamento della gara smentisce le previsioni. La Salernitana tiene testa ai rivali e nel secondo tempo legittima la sua superiorità realizzando al 30’ il gol del vantaggio. Questa la cronaca del gol descritta in un articolo firmato dallo stesso Matteo Schiavone sul giornale Il Risveglio: «Su rimando di Ciminari raccogliere Fariello che dopo breve palleggio allunga all’ala sinistra. Aliberti raccoglie. Calmo, lentamente egli scavalca il primo avversario, poi il secondo, ancora il terzo, il quarto e i due backs. Breve sosta. Egli è solo, tirare o entrare in porta con il pallone poi, vistosi premuto dagli avversari allunga da pochi metri un tiro fortissimo in angolo, a metà altezza, imparabile ed il pallone va ad adagiarsi nella rete senza che il portiere possa abbozzare un tentativo di parata».

La rete dell’ala Nicola Aliberti decide il match: 1 a 0 e primi 2 punti in classifica. «Abbondanti lacrime di gioia» solcano i volti di Matteo Schiavone e del presidente Adalgiso Onesti per il prestigioso risultato.

3. Salernitana-Stabia (sospesa), 14 marzo 1920

Dopo la vittoria esterna in casa del temibile Stabia, nel campionato di Promozione Regionale 1919/20 la Salernitana ottiene altri due successi in trasferta, contro Pro Italia e Savoia, concludendo il girone d’andata a punteggio pieno. In città c’è fermento per la prima gara interna ufficiale prevista per il 14 marzo. Alcuni tifosi finanziano il club attraverso una sottoscrizione. La Salernitana arriva al primo match casalingo contro lo Stabia con due punti di vantaggio sull’undici di Castellammare.

La pioggia incessante rovina l’inaugurazione del nuovo campo da gioco di Piazza d’Armi, che si limita a una benedizione del parroco. Circa un migliaio di persone assistono all’incontro, radunate attorno al campo. L’ingresso è gratuito.

La Salernitana entra sul terreno di gioco con la seguente formazione: Naddeo, Ciminari, Grimaldi, Maggio, Toledo, De Cesare, Aliberti, Paladino, Fariello, Pagano, Russo. L’arbitro designato si è dato alla macchia, pertanto i club si accordano per far dirigere l’incontro al dirigente ospite Pauzano. Fischio d’inizio alle 14.30.

La contesa è condizionata dalla pioggia, ma le cronache raccontano che lo Stabia produce a fatica azioni offensive. Al termine del primo tempo lo stabiese Pauzano sospende la gara per impraticabilità del campo tra le proteste dei salernitani. Il Comitato campano respinge il ricorso e ordina che la partita venga disputata al termine del girone di ritorno.

L’11 aprile, questa volta sotto il sole, i biancocelesti si sbarazzano dello Stabia con una doppietta del solito Aliberti e si qualificano per la finalissima contro i napoletani dell’S.C. Brasiliano.

4. Salernitana-Brasiliano 5-0, 25 aprile 1920

Vinto agevolmente il girone B con 6 vittorie in 6 gare, 15 gol fatti e uno subito, la Salernitana deve superare l’ultimo ostacolo per ottenere l’accesso alla Prima Categoria, il massimo livello del calcio italiano dell’epoca. La vincitrice del girone A è l’S.C. Brasiliano, una compagine napoletana di ottimo livello. Per determinare la squadra da promuovere in Prima Categoria occorre disputare uno spareggio con partite di andata e ritorno.

Quel che accade il 25 aprile 1920 è clamoroso. La formazione del presidente Onesti e del dirigente-allenatore Schiavone, infatti, una settimana prima aveva perso nettamente sul Campo dei Pilastri a nord di Napoli: 5 reti a 0 per il Brasiliano. Occorre recuperare uno svantaggio consistente, ma ciò non scoraggia il folto pubblico che si riversa al Piazza d’Armi. In tanti acquistano il biglietto (costo di 1,25 lire), ma tanti altri preferiscono assistere gratuitamente alla contesa…

La Salernitana non può schierare due calciatori importanti, Ciminari e Paladini, che si erano infortunati proprio nel corso della gara d’andata. Con due giocatori indisponibili e rincalzi troppo giovani e inesperti, Matteo Schiavone corre ai ripari e si fa prestare dalla Nocerina Michele Sellitti e dalla Cavese Iovane e Carratù. Biancocelesti in campo con Naddeo, Sellitti, Grimaldi, Toledo, Iovane, Carratù, Russo, Pagano, Maggio, Fariello, Aliberti.

La partita non ha storia. Il Brasiliano è travolto dalla qualità e dal vigore dei ragazzi di Salerno, che avevano subito il pesante passivo a Napoli soltanto perché rimasti in dieci uomini dal 15’ e perfino in nove per tutto il secondo tempo. Tre reti di Fariello e due di Pagano consentono alla Salernitana di sconfiggere gli avversari per 5 a 0, pareggiando i conti con l’undici del capoluogo regionale.

Per stabilire la squadra vincitrice occorre uno spareggio in campo neutro. Il Comitato Campano designa Torre Annunziata, campo non gradito ai napoletani. Si sceglie, pertanto, la sede di Nocera Inferiore. I “brasiliani” non si presentano in campo ma, clamorosamente, il Comitato Regionale non accorda la vittoria a tavolino della Salernitana, la quale si rivolge ai piani alti. La FIGC di Torino ribalta il verdetto e stabilisce il 2-0 per i biancocelesti, che vengono promossi in Prima Categoria.

Adalgiso Onesti e Matteo Schiavone 1
Adalgiso Onesti e Matteo Schiavone (immagine tratta dal libro «Salernitana 1919/1989» di Alfonso Carella, Boccia Editore).

5. Salernitana-Savoia 1-2, 1° agosto 1920

In occasione dell’anniversario della scomparsa di Vincenzo Giordano – fondatore e primo allenatore della Salernitana, morto il 6 agosto 1919 per le ferite riportate in guerra – viene organizzata una settimana sportiva con gare di atletica, canottaggio e calcio.

Il torneo di calcio vede la partecipazione di quattro squadre: Salernitana, Savoia, prima e seconda squadra della Cavese. La prima semifinale, tra il Savoia e le riserve della Cavese, non si disputa per il forfait dei metelliani che indispettisce e insospettisce i dirigenti biancocelesti. La Salernitana, invece, accede alla finale contro i torresi dopo aver battuto la prima squadra della Cavese con un netto 3-0.

Il 1° agosto Salernitana e Savoia si sfidano per la conquista della Coppa Giordano. Salernitana in campo con Naddeo, Capone, Ciminari, De Cesare, Paladino, Finardi, Troisi I, Pagano, Fariello, Columbro, Russo.

Nel primo tempo l’undici salernitano domina l’incontro obbligando il portiere oplontino Di Paola a compiere ben tredici parate. La superiorità biancoceleste si concretizza al 5’ della ripresa quando Columbro batte il portiere. Il pubblico invade il campo per festeggiare con i calciatori ma l’arbitro, il napoletano Del Pezzo, fa riprendere il gioco. Il Savoia approfitta del caos e pareggia subito con Moretti. La gara s’incattivisce.

A sette minuti dalla fine il Savoia batte un calcio d’angolo. La palla colpisce la traversa e poi muore tra le mani del portiere Naddeo. Con una decisione inspiegabile il direttore di gara assegna il gol agli ospiti. Vive proteste del pubblico e dei calciatori, ma Del Pezzo è irremovibile. Il gioco riprende e la partita termina 2-1 per il Savoia, che si aggiudica il torneo.

A gara finita i dirigenti torresi lamentano minacce, insulti e aggressioni con pietre da parte del pubblico e perfino dei giocatori biancocelesti.

6. Salernitanaudax-Cavese 0-1, 16 dicembre 1923

La rivalità tra Salernitana e Cavese è di lunga, lunghissima data. I derby del campionato 1923-24 tra le due squadre sono molto sentiti dai cittadini e dai tifosi di entrambe le località. Nella gara d’andata, disputata a Cava de’ Tirreni in un clima astioso e con una presenza di un centinaio di tifosi ospiti, l’undici locale si era imposto con un netto 5-2. La partita di ritorno è pertanto molto attesa.

La Salernitanaudax, denominazione assunta dopo la fusione avvenuta un anno prima tra la U.S. Salernitana e l’S.C. Audax, entra in campo con la seguente formazione: Finizio, Trotta, Capone, Apicella, Sanfilippo, Aliberti, Senatore I, Adinolfi, Villani, Senatore II, Russo. Si gioca con una divisa neroceleste, anch’essa derivante dalla fusione tra il biancoceleste della Salernitana e il bianconero dell’Audax.

I tifosi della Salernitanaudax affollano il campo di Piazza d’Armi. Alcuni di loro portano in spalla una bara dipinta di blu… A differenza della Cavese, l’undici locale è composto esclusivamente da calciatori del luogo. La sfida, pertanto, si presenta difficile.

Al 15’ i biancoblu si portano in vantaggio con un gol di Tavella viziato da un grave errore del portiere Finizio, che si fa ingannare dal terreno scivoloso. Lo stesso portiere, innervosito dal fattaccio, colpisce un calciatore ospite che esulta con vigore…

In tutto il corso della partita i tifosi delle due squadre si beccano e si azzuffano. A metà ripresa anche alcuni calciatori della Salernitanaudax partecipano alla rissa: sono Finizio, Aliberti, Capone, e il tedesco Kargus, che nemmeno ha preso parte al match. Dopo una breve sospensione, l’incontro riprende e termina con il risultato di 0-1.

7. Lecce-Salernitana 1-2, 12 febbraio 1928

La partita di Lecce è il primo grande evento sportivo vissuto dalla tifoseria della Salernitana. Si disputa l’incontro che chiude il girone campano della Seconda Divisione e vale l’accesso al girone finale meridionale. Occorre un solo risultato: la vittoria.

Un flashback è d’obbligo. Al termine del campionato 1924/25 la Salernitanaudax, nata dalla fusione tra Salernitana e Audax, chiuse i battenti per problemi economici. Sparita la Salernitana, per due anni altre squadre rappresentarono la città di Salerno nel panorama calcistico. Il regime fascista, con l’obiettivo di limitare la frammentazione delle rappresentative sportive in ogni città, impose l’affasciamento delle squadre, ovvero la loro fusione in entità più rilevanti. Salerno non fece eccezione: nel maggio del 1927, dalla fusione tra Campania e Libertas, venne rifondata la Salernitana. Dal Campania, la Salernitana ereditò i colori sociali amaranto/granata, che avrebbe mantenuto per sole due stagioni.

Torniamo nel Salento. La Salernitana, scortata da un migliaio di tifosi accorsi a Lecce con un treno speciale, entra in campo con la seguente formazione: Finizio, Lo Bianco, Apicella, Farina, Gallo, Venturini, Manzo M., Barone, Poloni, Cassano, Campanile.

Al 24’ l’ala destra Giuseppe Barone porta in vantaggio i granata con un bel gol su azione personale. Il raddoppio giunge alla metà del secondo tempo con l’allenatore-giocatore Carlo Venturini, che corregge di testa la sfera calciata su punizione da Lo Bianco. L’1-2 dei leccesi non muta l’esito del match: la Salernitana torna con l’intera posta dal Campo XXVIII Ottobre, sotto gli occhi del futuro segretario del PNF Achille Starace, e si qualifica per il girone finale meridionale che però non riuscirà a vincere.

Società, staff e calciatori granata tornano a Salerno in treno. Giunti alla stazione, migliaia di tifosi portano in trionfo la squadra lungo il Corso Vittorio Emanuele.

La fonte dei racconti è il volume «Salernitana: la Storia» di Giuseppe Fasano e Francesco Pio Fasano, GEO Edizioni.

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Autore del podcast settimanale "Agostino": https://shorturl.at/hyZ01

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