Di Niccolò Pierozzi, classe 2001, esterno destro polivalente, si parla in maniera lusinghiera da almeno un paio di stagioni.
Il ragazzo infatti, dopo la lunga trafila nelle formazioni giovanili della Fiorentina, è stato protagonista, campionato 2021-2022, di una grande annata con la Pro Patria, in Serie C.
Trentotto presenze nobilitate da otto realizzazioni, numeri importanti per un virgulto al suo primo cimento professionistico. Prestazioni che hanno immediatamente calamitato l’attenzione degli addetti ai lavori.
Promozione subitanea in Serie B nella stagione successiva (2022-2023), dove viene accolto dalla Reggina affidata a Pippo Inzaghi, attuale trainer della Salernitana.
Nonostante le enormi vicissitudini della società calabrese, il neo granata ha sfornato altre prove significative, chiudendo il torneo con 34 presenze e 4 reti all’attivo.
Quest’anno, è partito un po’ più defilato a Firenze, complice una gerarchia già prestabilita in partenza. Italiano lo ha impiegato, di recente, soprattutto in Conference League. Più ridotti gli spazi in campionato, anche perché il ragazzo ha dovuto fronteggiare alcune noie di natura muscolare.
Dal punto di vista tecnico-tattico, appare abbastanza riduttivo classificarlo attraverso una gamma limitata di funzioni e compiti tattici.
Dinamismo, doti tecniche importanti, intraprendenza posta al servizio della giocata, aggressività e confidenza con le porte avversarie, lo rendono un profilo coerente per tutte le mansioni richieste dalla doppia fase di gioco.
Pertanto, nella Salernitana di mister Inzaghi potrà agire da esterno basso di una retroguardia a quattro, ma anche (e soprattutto) come cursore a tutta fascia di una mediana a cinque.
Egli esegue i compiti previsti dal ruolo con mentalità sostanzialmente propositiva. Come testimoniano le frequenti sterzate al centro del campo, accompagnate da esuberanza e personalità nell’uno contro uno.
Inoltre, Pierozzi non si limita a portare il pallone nella metà campo avversaria prima di affidarlo ai colleghi del reparto avanzato, o ad eseguire la classica fuga lungolinea in sovrapposizione e finalizzata ad ottenere la possibilità di cross.
Dopo aver scaricato la sfera, il promettente prospetto della ‘cantera’ viola tende ad attaccare lo spazio e ad offrire una opzione di passaggio. Questa gamma di soluzioni rende imprevedibile il suo modo di interpretare il ruolo.
Le reti realizzate – 12 nelle due prime stagioni da professionista – sono più eloquenti di tante parole. Nel suo repertorio non mancano la propensione al tiro e la classica chiusura vincente da quinto quando l’azione si sviluppa inizialmente sul versante opposto.
Infine, il suo piede discretamente educato, supportato da notevole tempismo negli inserimenti, dalla pressione che riesce ad esercitare sui facitori di gioco altrui, dal coraggio che riveste le sue iniziative, non fa apparire peregrina la possibilità di impiegarlo anche nei panni di mediano/mezzala destra e di tornante tattico all’interno di un tridente offensivo.
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