Editoriale

Non tutto è perduto!

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Due settimane. Nelle prossime due settimane la nebbia comincerà a diradarsi e allo smarrimento subentrerà una maggior consapevolezza del campionato che ci aspetta. Alle 20 del 31 gennaio il calciomercato sarà terminato e la Salernitana avrà disputato due fondamentali partite interne, contro Genoa e Roma, le prime delle 18 che mancano alla conclusione della Serie A 2023/24.

Le sconfitte immeritate contro Juventus e Napoli hanno, da un lato, depresso un ambiente che dopo i quattro punti tra Milan e Verona aveva ricominciato a maturare speranze. D’altro canto, hanno restituito l’immagine di una Salernitana che, priva dei suoi migliori calciatori, ha disputato due gare di qualità non eccelsa, certo, ma con l’ardore che in troppe occasioni era mancato.

Le dichiarazioni del presidente Iervolino, da quest’osservatorio stigmatizzate con nettezza, sembrano quantomeno aver riavvicinato la tifoseria alla società e alla squadra, condizione necessaria per affrontare il girone di ritorno con l’animo pugnace e uno spirito positivo.

Guadagnarsi la permanenza in Serie A non sarà semplice. La quota salvezza, attualmente, è di 34,2 punti. Se non dovesse alzarsi (ipotesi, purtroppo, non così probabile), occorreranno 35 punti per mantenere la categoria: ben 23 in 18 partite. I granata, quindi, dovranno marciare con il ritmo del girone di ritorno della scorsa stagione, conquistando dalle 5 alle 7 vittorie.

Dopo Genoa e Roma, all’Arechi si presenteranno Empoli, Monza, Lecce, Sassuolo, Fiorentina, Atalanta e Verona. L’impresa è difficile, ma possibile, soprattutto se si rivolge lo sguardo al 2021/22, quando a metà aprile soltanto gli inguaribili ottimisti concedevano fiducia alla squadra di Nicola.

Walter Sabatini è un dirigente esperto e visionario. Nelle prossime due settimane dovrà provare a rinforzare la squadra in condizioni ben più ostiche rispetto a due stagioni fa, quando Iervolino gli garantì un budget di 20 milioni per il mercato. Questa volta, il famigerato indice di liquidità obbliga il direttore generale a disfarsi di alcuni calciatori per poter acquisire i pezzi che completerebbero il mosaico. Ci aspettiamo il colpo di teatro, l’operazione in stile Ederson che, da sola, conferirebbe senso a questa sessione di mercato.

Pippo Inzaghi è un allenatore, per alcuni versi, agli antipodi rispetto alla visione di calcio del d.g. umbro, ma sta lavorando bene in condizioni complesse: confusione societaria, assenze dei calciatori migliori, mercato in tono minore. Se non altro, ha risollevato il morale di un gruppo il cui deficit più evidente nella prima metà della stagione atteneva alla sfera dell’approccio mentale ai match.

Dal lavoro di Sabatini e di Inzaghi, e da una ritrovata compattezza tra le componenti, passerà molto del futuro che sarà.

Marco Giannatiempo

Autore del podcast settimanale "Agostino": https://shorturl.at/hyZ01

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