La prima pagina di una nuova avventura, contro un capitolo amaro appena archiviato: questo il significato di Torino – Salernitana per Matteo Lovato. Il centrale di Monselice è convocato per la prima volta con il Toro, e potrebbe esordire con la nuova maglia proprio contro l’Ippocampo rappresentato fino a pochi giorni fa, prima di lasciare la Campania in prestito con diritto di riscatto.
L’esperienza granata del difensore è stata molto negativa, contro ogni pronostico. Preso nell’estate 2022, durante la prima campagna acquisti firmata De Sanctis, Lovato arrivò dall’Atalanta come contropartita nell’affare che portò Ederson in nerazzurro: il cartellino dell’ex Verona fu valutato 7 milioni, e il giocatore firmò un contratto di 5 anni.
La parentesi si aprì nel peggiore dei modi, con un infortunio in ritiro nell’amichevole di luglio contro il Cracovia: la caviglia sinistra costrinse il difensore a star fuori due mesi. Una volta rientrato, Lovato giocò da titolare nel 5-0 subìto dalla Salernitana a Sassuolo, per poi tornare in panchina.
Prima della nuova iella: schierato titolare nel 2-2 interno contro la Cremonese, il difensore incappò in una prestazione storta, fino al brutto scontro aereo con Okereke. Il botto con l’ex Brugge – altro nuovo innesto del Toro a gennaio – costò al difensore un trauma cervicale e un altro mese di stop.
La sosta per i Mondiali in Qatar limitò i danni, e Lovato cominciò a trovare continuità da inizio 2023. Il difensore calcò ripetutamente il campo nella seconda parte di stagione, prima con un Nicola prossimo all’esonero e poi – soprattutto – con il nuovo arrivato Sousa.
L’avvento dell’allenatore portoghese coincise con una crescita dell’ex Cagliari – e di tanti altri calciatori granata -, portando il difensore a chiudere la prima stagione a Salerno con 17 gettoni, di cui 8 da titolare.
Abbrivio mantenuto anche nell’apertura di questo campionato, in cui – nonostante una Salernitana in grossa difficoltà – Lovato è stato inamovibile: con Sousa il difensore è stato schierato da titolare in tutte e 7 le prime giornate, prima di finire in panchina a Monza.
Poi, l’arrivo di Inzaghi ha segnato la svolta. Il tecnico piacentino ha rispolverato Fazio e preferito il recuperato Daniliuc, mettendo Lovato ai margini. Il punto più basso resta il retropassaggio suicida per Zirkzee nel match contro il Bologna, con conseguente sostituzione al 34′ del primo tempo: serataccia di quelle che nessun calciatore vorrebbe vivere.
Poi, dopo 4 panchine di fila, Lovato è tornato in campo con Napoli e Genoa: bene contro i partenopei e ancor meglio per un’ora con il Grifone, fino al clamoroso fallo di mano che ha causato il rigore di Gudmundsson. Ingenuità decisiva per la vittoria rossoblù, che ha spinto in tanti a interrogarsi circa la scelta di mettere in campo un calciatore già al centro delle sirene di mercato.
La parola fine lunedì sera con la Roma, quando Lovato è subentrato nei 17′ finali formando con Daniliuc una coppia già consapevole di lasciare Salerno la mattina successiva. Quella con i giallorossi resta l’ultima delle 32 partite del classe ’00 con la Salernitana. La titolarità resta ipotesi complessa, ma la squalifica di Buongiorno e la lungodegenza di Schuurs non escludono la possibilità di un subentro in corso d’opera.
Deciderà Ivan Juric, figura importantissima per Lovato, che ritrova un autentico mentore dopo le grandi cose fatte a Verona. Il tecnico croato può vantare un ottimo score nei precedenti contro la Salernitana: Juric ha vinto 4 partite su 7, pareggiando 3 volte e senza mai perdere.
Primi incroci in B nel 2015-16, alla guida del Crotone poi promosso in massima serie: 4-0 allo Scida con gol di Stoian, doppietta di Federico Ricci e poker di Torromino; 1-1 all’Arechi, reti di Stoian e Coda. Tutti con il Toro in Serie A gli altri precedenti. Nel 2021-22 fu 4-0 a Torino (Sanabria, Bremer, Pobega e Lukic i marcatori) e 0-1 a Salerno, con rigore prima sbagliato e poi ripetuto con successo da Belotti.
Doppio 1-1 nello scorso campionato: a Salerno segnarono Sanabria e Vilhena, stessi marcatori del ritorno ma con ordine invertito. Entrambi i match, peraltro, si giocarono alle 12:30 come quello in programma oggi. L’ultimo precedente è lo 0-3 di questa stagione, datato 18 settembre 2023: il Toro si impose all’Arechi con il gol da opportunista di Buongiorno e la doppietta di Radonjic, la cui terza rete fu annullata per offside.
Sorridono a Juric anche i due incroci con Inzaghi, entrambi conclusi con i tre punti. Le sfide risalgono alla Serie A 2020-21, quando i due allenavano rispettivamente Verona e Benevento. Al Bentegodi fu 3-1 per gli scaligeri, con doppietta di Barak e reti di Lapadula e Lazovic. Risultato tondo al Vigorito, con gol di Faraoni, autorete di Foulon e tris firmato Lasagna. In campo in ambo le gare anche Lovato.
Se lo score con il proprio collega non è felicissimo, Inzaghi ha fatto meglio in carriera contro il Torino: il tecnico resta imbattuto in 5 precedenti, seppur con un solo successo e 4 pari. Primi incroci nel 2014-15, alla guida del Milan: 1-1 all’Olimpico con gol di Ménez e Glik, poi i rossoneri si imposero 3-0 a San Siro con doppio El Shaarawy e Pazzini.
Nel 2018-19 arrivò un pari sulla panchina del Bologna: al Dall’Ara fu 2-2, con doppio vantaggio ospite di Iago Falque e Baselli e rimonta rossoblù firmata Santander e Calabresi. 2-2 anche nel 2021-22 alla guida del Benevento: al Vigorito i giallorossi andarono in vantaggio con Viola (rigore) e Lapadula, poi Zaza accorciò le distanze a inizio ripresa e firmò il beffardo pari al 90′.
Ben più amaro, però, fu il boccone ingoiato nel match di ritorno: a Torino si giocò all’ultima giornata e finì 1-1, con Tello che rispose a Bremer. I giallorossi, già condannati dall’1-1 con il Crotone della giornata precedente (firmato Simy) e dallo 0-0 del Toro nel recupero infrasettimanale contro la Lazio, retrocessero in B, e Inzaghi lasciò. A salvare il Torino fu il “solito” Davide Nicola.
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