La rivoluzione tattica di Liverani chiamerà in causa anche la linea mediana. Zona nevralgica che, da sempre, ha una grossa valenza all’interno dei propositi calcistici dell’ex centrocampista di Lazio e Palermo.
Sempre più probabile l’ipotesi che preveda l’accantonamento dei due mediani centrali supportati da altrettanti esterni intermedi a tutta fascia. Con contestuale, ma non certa, rivisitazione del doppio trequartista alle spalle di un’unica punta.
Si viaggia, pertanto, in direzione di un centrocampo che presenti un centromediano di regia e due mezzali dedite alla doppia fase ai suoi fianchi.
Come già ampiamente trattato in sede di conferenza stampa di presentazione, il problema più urgente da risolvere è l’assegnazione dei galloni di play maker.
Un regista classico, dopo la partenza di Bohinen, non è presente in organico. Nelle ultime esibizioni è stato adattato Maggiore, che, pur fornendo prove incoraggiati in fase di interdizione, resta soprattutto un centrocampista di gamba e d’inserimento.
Con il cambio in panchina, nulla può essere escluso e dovremo attendere il primo undici schierato dal neo trainer granata per iniziare a sciogliere qualche dubbio di troppo.
Pertanto, qualche gerarchia potrebbe essere rivisitata. Piedi educati e visione di gioco appartengono al bagaglio calcistico di elementi come Kastanos e Martegani. Il limite potrebbe essere rappresentato dalla difficoltà a svolgere compiutamente il ruolo di presidio protettivo davanti alla difesa.
Aggiungendo una buona dose di lavoro a protezione della difesa, anche Basic e il suo geometrico piede mancino sembrano rappresentare discretamente una valida opzione.
Più defilate le candidature di Legowski e Coulibaly, abili nel fare legna e dotati di elevato podismo, ma anche meno portati ad occuparsi del governo della manovra. Essi infatti, alla stregua di Maggiore, sembrano trovarsi più a loro agio nei panni di interni pronti a pressare gli avversari e ad inserirsi negli spazi concessi dall’assetto difendente rivale.
Il loro impiego in quella posizione, probabilmente, sarebbe l’indizio di una manovra affidata soprattutto ai fantasisti collocati sulla trequarti.
Decisamente più ampia la possibilità di scelta per quanto concerne la selezione dei due interni a cui assegnare le funzioni imposte dal calcio moderno. Discreta qualità, pressing sui facitori di gioco altrui, capacità di ciondolare in fase passiva tra il centro del campo e la corsia esterna. Ma anche gioco senza palla alla ricerca dello spazio lasciato sguarnito dagli avversari e capacità di spaccare il match con giocate determinanti negli ultimi venticinque metri. Mezzali che, nel calcio di Liverani, potremmo definire trequartisti aggiunti di quantità.
L’ex regista della Lazio può dormire sonni tranquilli. Saranno in sette (Legowski, Coulibaly, Maggiore, Basic, Kastanos, Martegani, Gomis) a contendersi due maglie. Senza dimenticare che, in caso di assetto più spregiudicato o di necessità dettate dal risultato, anche Candreva e Vignato potrebbero agire da mezzali di squilibrio.
Nell’allestimento del terzetto di centrocampisti, Liverani non dovrà convivere con la carenza di alternative valide.