Editoriale

Come funziona il “paracadute”?

Tempo di lettura: 3 minuti

Da alcuni anni, la Lega di Serie A destina una parte dei suoi ingenti introiti dei diritti televisivi, cioè 60 milioni all’anno su poco meno di un miliardo, alle squadre che retrocedono in B. La logica di questa elargizione è quella di ammortizzare le conseguenze della caduta da una categoria all’altra.

Il paracadute, infatti, consente alle società neoretrocesse di poter chiudere i bilanci senza eccessive perdite dovute alla spoporzione tra i modesti ricavi garantiti dalla Serie B (di soli diritti televisivi, la società più “povera” della Serie A guadagna almeno dieci volte rispetto a un qualunque club del campionato cadetto) e gli altissimi costi causati da stipendi adatti alla massima serie ma spropositati per la categoria.

Anche la Salernitana, naturalmente, avrà diritto a incassare questa somma, che varierà tra i 20 e i 25 milioni di euro. Si tratta di un importo lordo, in quanto il 10% dello stesso dovrà essere versato alla Lega di Serie B a titolo di contributo di solidarietà, come stabilito dal Codice di Autoregolamentazione della LNPB. A sua volta, la Lega distribuirà il contributo in parti uguali alle 17 società non provenienti dalla Serie A. Di conseguenza, alla Salernitana spetterà una somma netta che varierà tra i 18 e i 22,5 milioni di euro netti.

L’ammontare del contributo

L’art. 18, c. 3 dello Statuto della Lega di Serie A disciplina l’attribuzione del paracadute alle tre squadre che ogni anno retrocedono in Serie B. Queste si suddividono in tre fasce.

  • Le società che hanno disputato tre campionati di Serie A nelle ultime quattro stagioni (“fascia C”) hanno diritto a un paracadute di 25 milioni di euro. Si tratta di Cagliari, Empoli, Salernitana, Sassuolo, Udinese e Verona.
  • Le società che, invece, hanno disputato due campionati di Serie A nelle ultime tre stagioni (“fascia B”) hanno diritto a 15 milioni di euro. L’unico club in lotta per la salvezza che rientra in questa fascia è il Lecce.
  • Infine, le società che hanno disputato l’ultimo campionato di Serie A da neopromosse (“fascia A”), e che non posseggono i requisiti per appartenere alle altre due fasce, hanno diritto a soli 10 milioni. L’unica possibile retrocessa che appartiene a questo gruppo è il Frosinone.

Nel caso in cui la somma delle quote spettanti ecceda il limite di 60 milioni di euro (per esempio, in caso di retrocessione di Sassuolo e Udinese), gli importi verranno ridotti in proporzione.

Gli scenari

Per la Salernitana si profilano tre possibilità.

  1. Il club di Via Allende otterrà l’importo che le spetta (25 milioni di euro lordi, 22,5 netti) soltanto se una delle altre due retrocesse sarà il Frosinone, che ha diritto a soli 10 milioni di euro.
  2. Nel caso in cui una delle altre due retrocesse fosse il Lecce, invece, la somma delle quote da distribuire sarà di 65 milioni anziché 60, e pertanto gli importi verranno proporzionalmente ridotti. In tale eventualità, alla Salernitana spetterebbero poco più di 23 milioni di euro lordi (20,8 netti).
  3. L’ipotesi più sfavorevole alla società di Iervolino è la retrocessione di altre due società di fascia C, che hanno diritto a 25 milioni. In questo caso, la somma delle quote sarebbe di 75 milioni, e pertanto si applicherebbe la riduzione proporzionale delle stesse. In questo caso, a ciascuno dei tre club spetterebbero soltanto 20 milioni (18 netti).

In sintesi, è sufficiente che una delle altre due squadre che precipiteranno in Serie B sia il Frosinone per far sì che la Salernitana possa incassare tutti i 25 milioni di euro (o meglio, 22,5) che le spettano, indipendentemente dall’identità dell’altra formazione retrocessa.

Il lettore più attento avrà notato che la somme delle quote spettanti a Salernitana, Lecce e Frosinone è di 50 milioni, ben inferiore ai 60 milioni stanziati. Tuttavia, la normativa non prevede alcuna possibilità di ottenere più di 25 milioni dal paracadute: qualora le altre retrocesse fossero Lecce e Frosinone, i 10 milioni rimanenti verrebbero destinati al fondo “paracadute retrocesse” relativo alla stagione successiva.

Il 40% subito, il resto ad agosto

Hanno diritto a ottenere i ricavi del paracadute soltanto tre società ogni anno, quelle retrocesse dalla Serie A nella stagione precedente. Pertanto, qualora la Salernitana non dovesse riconquistare subito la massima serie, si troverà costretta, nella stagione 2025/26, a diminuire ulteriormente i costi per non incorrere in una sanguinosa perdita a bilancio che costringerebbe il socio unico, Danilo Iervolino attraverso la sua holding IDI s.r.l., a versare nuovo denaro in società.

Il 40% della somma a cui hanno diritto le società verrà erogato il giorno successivo all’ultima partita di questo campionato, mentre la parte restante entro due settimane dall’inizio del torneo cadetto. Le raccomandazioni contabili della Figc, però, impongono alle società di registrare il ricavo, per competenza, nell’esercizio in cui la società retrocessa partecipa effettivamente al campionato di B, quindi nel bilancio al 30 giugno 2025. Ciò significa che la Salernitana, entro il 30 giugno di quest’anno, non potrà registrare a bilancio neanche la prima quota del ricavo del paracadute per limitare la probabile perdita.

Marco Giannatiempo

Autore del podcast settimanale "Agostino": https://shorturl.at/hyZ01

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