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Franco Tongya, calciatore universale e tanta voglia di emergere dopo il ‘taglio’ juventino.

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Tanta voglia di arrivare e significativa versatilità tecnico-tattica. Volendo riassumere in breve le caratteristiche umane e calcistiche di Franco Tongya, le più pregnanti appaiono quelle appena citate.

Su queste certezze, il ventiduenne neo granata ed ex juventino (Primavera e U23 impegnata in serie C), nazionalità italiana con genitori di origini camerunesi, conta di costruire e consolidare il suo futuro nel calcio professionistico.

Non è sicuramente un fenomeno di primissima fascia, e probabilmente neppure lo diventerà. Però il ragazzo possiede motivazioni, qualità tecniche e atletiche per diventare calciatore ‘vero’. 

In questo senso deve essere inquadrata l’operazione – presumibilmente ‘low cost’ – realizzata da Gianluca Petrachi.

Del resto, la sensazione è quella di trovarsi al cospetto di un atleta che sappia bene cosa fare per migliorarsi e strutturarsi. Giorno dopo giorno, senza deviare da una necessaria autodisciplina che suggerisca l’importanza della serietà nel lavoro unita ad una ferrea volontà.

Scene vivide di disagio sociale nel quartiere torinese in cui è cresciuto. Dolori personali legati alla scomparsa di un amico, giovane calciatore come lui, lo hanno temprato in fretta. Alla pari dell’osservazione diretta dei comportamenti professionali di campioni del calibro di Ronaldo e Dybala.

Un bagaglio esistenziale notevole, tale da aiutarlo a metabolizzare in fretta il ‘taglio’ operato dalla Juventus, prima di ripartire con rinnovata e passionale abnegazione.

Ad appena ventidue anni, infatti, Tongya giunge a Salerno accompagnato da due gratificanti esperienze europee: in Danimarca (Odense) e nel torneo cipriota (Aek Larnaca, con vittoria del campionato sfiorata). Alle quali bisogna affiancare una presenza pressoché costante nelle Nazionali giovanili italiane e la convocazione di Roberto Mancini ad uno stage della Rappresentativa maggiore. Indizi probanti di forte tempra associata a personalità.

Dal punto di vista meramente calcistico, il ragazzo è uno di quegli interpreti che fanno la gioia di qualsiasi allenatore.

Per caratteristiche atletiche (forza fisica, esplosività muscolare, attitudine al contrasto, spirito di sacrificio al servizio della squadra, difesa della palla con il corpo e dinamismo), doti tecniche (intraprendenza nell’uno contro uno, capacità di inserimento, coraggio nell’assumersi la responsabilità della giocata sia in fase di assist che di conclusione) e disciplina tattica (può garantire la doppia fase e coprire svariati ruoli e funzioni di mediana e attacco in qualsiasi sistema di gioco), Martusciello avrà a disposizione un calciatore sul quale poter lavorare, sfruttando un‘universalità di base non facilmente reperibile.

Nel 4-2-3-1 dell’ex trainer empolese, Tongya potrà garantire il suo contributo soprattutto nei quattro ruoli offensivi. Ma tutt’altro che peregrina sarebbe una sua collocazione, soprattutto in caso di emergenze contingenti, come mediano centrale e addirittura nelle vesti di laterale basso di spinta.

Infine, in caso di variazione in corsa del modulo base, il neo jolly granata ha gamba e spunto per ben figurare anche come mezzala e scavallando da esterno intermedio a tutta fascia.

Maurizio Iuliano

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