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Tijs Velthuis, la nuova scommessa ‘difensiva’ di Gianluca Petrachi

Dopo un quadriennio da professionista nei due principali campionati olandesi, il neo granata, mancino puro e difensore centrale, è alla ricerca della consacrazione nell'ostico calcio italiano

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In attesa di chiarire le posizioni di Bronn e Daniliuc – nessuno dei due è incedibile – la Salernitana pesca in Olanda un giovane centrale difensivo.

Dallo Sparta Rotterdam arriva il ventiduenne mancino Tijs Velthuis, reduce da 25 gare nella massima divisione dei Paesi Bassi.

Nel triennio precedente il neo granata aveva militato nel secondo campionato nazionale, indossando la maglia del Nac Breda e dell’Az Alkmaar Yong. Totalizzando 89 presenze e 2 realizzazioni.

Un bottino discreto (114 gettoni da professionista) per un atleta poco più che ventenne.

Per lui, adesso, si presenta l’occasione per crescere e provare ad imporsi in un calcio tatticamente complesso come quello italiano.

Fisicamente prestante – prossimo al metro e novanta di altezza – il biondo dioscuro olandese possiede delle potenzialità tecnico-tattiche da sviluppare, ma anche qualche fisiologico limite, dettato dall’anagrafe, da attenzionare.

Dal punto di vista tattico, Velthuis agisce prevalentemente da centrale di sinistra in una difesa a quattro. Ma ha collezionato prestazioni operando pure da terzino sinistro, più bloccato e razionale che propositivo e di spinta.

Anche da ‘braccetto’ sinistro in una retroguardia a tre si è già cimentato nei tre anni trascorsi nella cadetteria olandese.

Buona predisposizione all’impostazione dal basso, in occasione delle palle inattive egli porta i suoi centimetri nei sedici metri avversari per cercare il sigillo personale.

Quando la squadra si difende compatta, avvalendosi anche di un buon lavoro di filtro ad opera della linea mediana, l’ex Sparta è attento nel lavoro ad elastico in lunghezza e ampiezza. Riuscendo a scalare verticalmente sul riferimento offensivo rivale e in orizzontale nella zona palla, oltre a scivolare sugli esterni per operare chiusure con discreta tempestività.

Deve migliorare, invece, quando la fase difensiva è sotto pressione e lo sviluppo offensivo avversario risulta meno prevedibile. Soprattutto nelle letture preventive, necessarie a sottrarre tempi e spazi di giocata agli attaccanti. Non sempre è impeccabile, dal punto di vista dell’attenzione, il presidio della propria area di rigore quando arrivano spioventi dalle corsie esterne.

Pregi e difetti che, supportati dalla giovane età e dalla scrupolosità tattica che impera in Italia, potranno essere consolidati e corretti.

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