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Daniele Verde: finalmente l’estro per ‘spaccare’ le partite

Tempo di lettura: 4 minuti

Dopo Sepe e Ghiglione, Gianluca Petrachi regala il terzo tassello di spessore da incastonare nel possibile undici titolare di mister Martusciello.

Daniele Verde, estroso fantasista partenopeo, accompagnato a Salerno da gratificanti esperienze professionali, è il classico calciatore in grado di modificare significativamente i connotati tecnico-tattici di una squadra.

Carriera lunga e non banale per il creativo ventottenne napoletano, che rappresenta sicuramente un valore aggiunto per la cadetteria.

Percorso pallonaro iniziato nella lontana stagione 2012-2013, con i primi passi mossi nelle formazioni giovanili della Roma. Contesto che lo vedrà protagonista fino al 2015.
Score importante per lui: 43 presenze, 17 reti e 4 passaggi determinanti.

Esperienza valorizzata anche dall’esordio in prima squadra, in Serie A (7 presenze e 2 assist) e in Europa League (2 gare).

Nel campionato 2015-2016, il neo granata recide il cordone ombelicale con i giallorossi capitolini e va a cercare fortuna in Ciociaria, dove viene accolto dal Frosinone che partecipa al torneo di Serie A.

L’esperienza non gli riserva grosse soddisfazioni. Roberto Stellone, mister gialloblù, lo vede poco. Il suo contributo sfiora l’irrilevanza.

A gennaio, desideroso di svoltare, accetta la corte del Pescara impegnato in Serie B. La musica non cambia granché, perché anche il trainer Massimo Oddo lo impiega con il contagocce.

Verde realizza un solo gol (proprio contro la Salernitana), mentre altre due marcature timbrano i tabellini della semifinale play off promozione contro il Novara.

La stagione viene archiviata felicemente con la promozione in massima divisione della compagine abruzzese, che nella doppia finale doma le ambizioni del sorprendente Trapani di Cosmi.

E’ tempo di diventare protagonista a tempo pieno e dare una sterzata al proprio cammino. Daniele Verde, nella stagione 2016-2017, passa all’Avellino che lo attende in B. Le sue doti finalizzatrici e di rifinitore trovano una corposa conferma: 8 reti e 5 assist a impreziosire la corroborante traversata calcistica in Irpinia.

Ancora una volta è la Salernitana la sua vittima preferita. Nella sconfitta (3-2) subita dai granata al ‘Partenio’, il talentuoso brevilineo campano recita da assoluto primattore: 1 gol e 2 suggerimenti vincenti.

L’anno successivo (2017-2018), il sogno di calcare nuovamente i prati della massima serie è reso possibile dal Verona affidato a Fabio Pecchia. Gli scaligeri precipitano in B, ma la stagione di Verde, con 3 realizzazioni e 2 rifiniture decisive, è abbastanza positiva a livello personale.

Al punto da far raddrizzare le antenne agli spagnoli del Valladolid. La stagione 2018-2019, caratterizzata da qualche infortunio e un minutaggio sostanzialmente modesto, viene comunque archiviata con 2 reti e 3 assist.

Nel 2019-2020, per il talentuoso neo granata è ancora tempo di farsi apprezzare all’interno del calcio europeo. Alla sua porta bussa il prestigioso AEK Atene, uno dei club più importanti del principale torneo greco.

L’ex spezzino colleziona ben 30 gare, nobilitate da 6 marcature e 5 passaggi determinanti sfornati per i compagni.

L’exploit non passa inosservato e solletica gli appetiti dello Spezia, che decide di riportarlo in Italia (2020-2021). La città ligure diventerà la sua fissa dimora per un quadriennio.

Quattro anni (tre in A e uno in B) ricchi di soddisfazioni e promozione sul campo nelle vesti di leader indiscusso. I numeri sono rilevanti, soprattutto se rapportati ad una realtà provinciale: 108 presenze, 24 gol e 7 assist.

Dal punto di vista tecnico, Daniele Verde è interprete che regala alle sue giocate un’estetica pregevole e raramente disgiunta dall’efficacia. Classe e concretezza si fondono armoniosamente.

Nel suo repertorio calcistico sono presenti tutti gli elementi in grado di spaccare la partita più ostica. La continuità, nell’arco della carriera e all’interno del singolo match, non è stata sempre irreprensibile, ma una tale costanza è possibile reperirla solo nei profili dei grandi campioni planetari.

Abile nell’uno contro uno e supportato da un baricentro corporeo basso, l’estroso neo granata riesce spesso a saltare l’uomo anche nelle situazioni di gioco più anguste. Prima di attaccare la porta avversaria attraverso tiri potenti, precisi e liftati, oppure accendendo la lampadina per servire preziosi assist agli attaccanti.

Pur non essendo velocissimo, la qualità e la coordinazione che caratterizzano le sue rapide transizioni con la palla attaccata al piede, lo rendono ugualmente incisivo nel puntare l’area di rigore rivale partendo dalla media distanza.

Quando vede la porta, il suo educatissimo tiro mancino difficilmente professa altruismo, altrimenti non esita a porsi al servizio della squadra per azionare i colleghi posizionati meglio in zona gol.

All’interno di un torneo, i calci piazzati hanno una valenza spesso determinante. In questo senso, l’ex enfante prodige della cantera romanista è assolutamente affidabile. Sia che si tratti di calciare punizioni a ridosso dell’area avversaria, penalty o insidiosi spioventi dalla bandierina.

Un gol realizzato alla Lazio qualche anno fa, grazie ad una splendida rovesciata intrisa di potenza e coordinazione, certificano una certa dimestichezza anche nelle soluzioni acrobatiche.

Il piede sinistro è lo ‘strumento’ più utilizzato per arrecare danni alle difese avversarie, ma all’occorrenza l’arto destro non disdegna di rendersi utile e vincente.

Pertanto, alla luce di questo aspetto, tutt’altro che secondario, nel 4 2 3 1 di Martusciello, Verde potrà essere impiegato nei tre ruoli che compongono la linea offensiva alle spalle della prima punta.

Partendo da destra, a piede invertito, per convergere al centro e provare ad essere letale. Ricevendo palla tra le linee per creare superiorità numerica e disarticolare la fase difensiva rivale. Ma anche agendo a sinistra, per crossare o sterzare al centro e far partire con il piede destro tiri ugualmente insidiosi.

La fase difensiva, anche in virtù di un fisico minuto (1,68 m), non è mai stata il suo forte. Però nelle ultime stagioni ha imparato a sacrificarsi con ripiegamenti necessari a garantire maggiore densità al cospetto degli attacchi rivali.

Maurizio Iuliano

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