Home Editoriale L’interessante officina di Martusciello fa ben sperare per il futuro

L’interessante officina di Martusciello fa ben sperare per il futuro

L'organico sarà completato nelle prossime ventiquattro ore. La condizione fisica di alcuni calciatori deve migliorare. Altri interpreti, infortunati, sono ancora costretti a mordere il freno in infermeria. Ma quanto fatto vedere da Verde e compagni nelle prime quattro uscite stagionali ha già catturato l'interesse di tifosi e addetti ai lavori.

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L’alacre cantiere tecnico-tattico di mister Martusciello procede speditamente con i suoi lavori.

Tra diverse luci ed anche alcuni aspetti da migliorare, le impressioni tratte inducono ad essere ragionevolmente fiduciosi per il futuro.

La definizione della rosa entro la giornata di domani, inoltre, sarà affiancata dalla condizione fisica standard che non tarderà ad essere raggiunta dagli ultimi arrivati in casa granata.

Infine, altri calciatori sono attualmente costretti ai box e si spera possano fornire al più presto il loro prezioso contributo.

La Salernitana prova sempre a giocare a calcio e questo è un aspetto fondamentale. Soprattutto in una stagione che necessita di principi calcistici solidi.

Perché essi rappresentano la base su cui costruire un percorso che sia capace di andare oltre le difficoltà.

Quando scendi in campo sapendo bene cosa fare collettivamente, la forza tecnica dell’avversario e l’eventuale mugugno proveniente dagli spalti fanno meno paura.

La consapevolezza di poter superare le criticità attraverso l’organizzazione accresce l’autostima e ti permette di gestire pazientemente gli oltre novanta minuti dei match.

Piacciono i punti fermi, seppur migliorabili, legati all’idea di esercitare immediata pressione sui facitori di gioco avversari. Non ancora, infatti, il pressing di reparto e di squadra è sempre coordinato.

Sia della prima e seconda linea, sia ad opera della difesa che non sempre accorcia tempestivamente e finisce per subire l’imbucata sulla trequarti (Coda per due volte nell’ultima gara).

In questo senso, bisogna cercare di vincere, a livello difensivo, più duelli. Sia aggredendo alti, sia quando è necessario scappare all’indietro e non soccombere, in velocità, prestanza atletica e rapidità, nell’uno contro uno.

Per facilitare la risoluzione di questo aspetto, è probabile che siano in atto riflessioni su interpreti difensivi che possano migliorare e completare la retroguardia.

Così come qualcosa resta da fare sulla compattezza da riorganizzare in fretta una volta perso il pallone. Attivando le coperture preventive e passando subitaneamente dalla fase di gestione palla a quella necessaria per il recupero della stessa.

Compattezza e giuste distanze sono di primaria importanza. In considerazione del fatto che la fase di contrasto è fondata sull’occupazione degli spazi e la reattività collettiva, meno sulla capacità di interdizione (non eccessivamente significativa) di una buona parte degli atleti impegnati a centrocampo.

Piace l’interscambiabilità delle posizioni degli interpreti che si muovono sulle due catene laterali del 4 3 3. Con gli esterni alti che si abbassano e le mezzali che si gettano nello spazio a raccogliere la sponda della punta centrale (Tongya e Simy contro i blucerchiati).

Interessante è il movimento collettivo quando Amatucci riceve il pallone. Con il tridente, le due mezzali e i due esterni bassi che offrono diverse opzioni di passaggio al talentino viola. Una gamma di soluzioni difficilmente intralciabile nella sua totalità.

Come si è visto, ad esempio, pochi secondi prima del gol del pari realizzato da Valencia contro i liguri. Amatucci trova lo schermo avversario, Tongya si abbassa e i due granata creano superiorità numerica, escono dalla morsa e servono verticalmente Tello che detta il passaggio tra le linee.

La Salernitana possiede calciatori abili nell’uno contro uno che precede la conclusione verso la porta (Braaf, Verde, Kallon).

La densità che gli uomini di Martusciello portano a ridosso dei sedici metri altrui, unita alla circolazione veloce di palla, consente agli attaccanti esterni di arrivare spesso al duello individuale senza subire il raddoppio di marcatura pulito e tempestivo degli avversari (due reti di Braaf in campionato, Kallon in coppa).

Infine, piace anche il camaleontismo e il pragmatismo tattico dell’ex collaboratore di Sarri. Il trainer ischitano, infatti, inverte spesso ali e mezzali nel corso dei novanta minuti.

Così come non disdegna di percorrere strade più conservative una volta raggiunto il vantaggio. Il 4 4 1 1 delle battute finali contro la Sampdoria, con Verdi e Simy dietro la linea della palla, seguito dal 5 4 1 realizzato con l’ingresso di Gentile al posto dell’ex spezzino, ne sono la testimonianza oggettiva.

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