Con il ritorno in granata di Pawel Jaroszynski, Petrachi e Martusciello aggiungono un altro tassello polivalente alla retroguardia della Salernitana.
Il trentenne polacco, infatti, nella sua precedente esperienza con la maglia dell’Ippocampo, ha ricoperto le funzioni di esterno intermedio sinistro e di braccetto difensivo mancino.
Il tutto incastonato nell’assetto tattico di Castori (3 5 2), risalente all’insperata promozione in massima serie della stagione 2020-2021.
Permanenza a Salerno e presenze in campo confermate anche nella primissima parte del complicato avvio del torneo di A ‘2021-2022’. Prima dell’accantonamento per far spazio alla rivoluzione tecnica di Walter Sabatini.
Pertanto, tutt’altra dimensione tattica rispetto a quella attualmente frequentata dal trainer ischitano e dai suoi ragazzi (difesa rigorosamente a quattro). Perché l’interpretazione dei due ruoli cambia significativamente nei due differenti assetti tattici.
Molto probabilmente, quest’anno, il contributo principale del neo granata sarà fornito sulla corsia mancina.
Un ruolo più fedele alle sue attitudini calcistiche rispetto a quello di centrale difensivo. Senza però accantonare del tutto, in caso di emergenza, la possibilità di recitare anche nel cuore della difesa.
Le prestazioni fornite a Salerno, infatti, destavano una buona impressione soprattutto quando ‘Jaro’ aveva l’opportunità di scavallare sulla fascia sinistra e arrivare al cross.
Tignoso e reattivo, dotato di piede sufficientemente educato, riusciva ad accompagnare bene l’azione, prima di confezionare traversoni o calciare (più raramente) verso la porta avversaria.
I numeri collezionati nel maggior campionato polacco (3 gol e 1 assist lo scorso anno con la maglia del Cracovia) testimoniano questa capacità di spinta.
Inserito in una linea a quattro, però, sarà fondamentale rispettare alcune precise consegne per garantire un buon presidio difensivo nella sua zona di competenza.
Pur essendo ben strutturato sul piano fisico e sufficientemente rapido e veloce, le sue performance da difensore centrale, invece, hanno convinto meno quattro anni addietro.
La difficoltà maggiore risiedeva nelle letture preventive, necessarie a stoppare sul nascere le insidiose offensive rivali. Diagonali, tempismo degli interventi, temporeggiamenti – tutto pane essenziale per un dioscuro di retroguardia – non sempre erano irreprensibili.
Però da allora sono trascorsi quattro anni, un lasso temporale decisamente ampio per avere la possibilità di imparare a gestire con maggiore padronanza ruolo e funzioni.
Ed è ciò che si augurano tutti. Perché, se al buon esterno sinistro si affiancherà anche un centrale affidabile, la Salernitana avrà migliorato sensibilmente il suo reparto arretrato.