Editoriale

Petrachi alchimista: la Salernitana tra sogni e realtà nel calciomercato estivo

Tempo di lettura: 7 minuti

Lo avete fatto tutti nelle nostre chat, lo facciamo anche noi, divulgando quel che ci siamo raccontati stanotte.

Ci cimentiamo quindi nell’arduo compito di valutare le gesta del Direttore Sportivo granata. 

Ben sapendo che è solo calcio estivo e parlato abbiamo cercato di dare un senso a una campagna acquisti che sembra uscita da un romanzo di Gabriel García Márquez: realismo magico applicato al calciomercato. Petrachi, novello alchimista del pallone, ha trasformato il piombo in… beh, forse non proprio oro, ma sicuramente in qualcosa di luccicante.

Preparatevi a un viaggio emozionante tra “bonifica” dello spogliatoio, sostenibilità finanziaria e la ricerca del Santo Graal chiamato “equilibrio di squadra”.

Voto 7 (Luca D’Urso)

In un mondo che viaggia sempre più in direzione “Eco Friendly”, il calciomercato della Salernitana ha trovato il proprio mantra nella parola “sostenibilità”. Sostenibilità che, superfluo ribadirlo, scaturisce dall’esigenza di alleggerire le casse societarie, appesantite da una gestione poco oculata nel triennio che ha visto i granata protagonisti nel campionato di massima serie. Oltre alla “Bonifica” annunciata da Petrachi in sede di presentazione – diciotto i calciatori che hanno lasciato la Salernitana -sono venti i volti nuovi in casa granata. Considerando gli investimenti, sembra evidente che Petrachi – su precisa indicazione di Martusciello – abbia preferito la qualità nel reparto offensivo (Verde, Braaf, Kallon, Tello, Hrustic, Tongya, Torregrossa, Wlodarczyc) a discapito di una retroguardia che, soprattutto al centro, palesa più di qualche lacuna (a tal proposito, non è da escludere un ulteriore innesto, attingendo magari dalla lista degli svincolati). D’altronde, numeri alla mano, il campo ci sta dicendo proprio questo: la Salernitana ha il miglior attacco e, con Bari e Sampdoria, la peggior difesa. Sarà questo il leitmotiv della stagione? Segnare un goal più degli avversari? O, soprattutto con l’esperienza del neo arrivato Ferrari, si punterà ad un maggiore equilibrio?

Voto: 6,5 (Marco Giannatiempo)

Il mercato condotto da Gianluca Petrachi ha due pregi e un difetto. 

Pregio numero uno: la squadra è costruita in coerenza con le idee di Martusciello. 

Pregio numero due: il saldo entrate/uscite ha consentito al club di liberarsi di costi insostenibili per la Serie B. 

Il difetto: tante scommesse in ruoli chiave. Solo quattro difensori centrali, di cui uno fuori condizione (Ferrari) e uno all’esordio tra i grandi (Ruggeri); due centrocampisti di gran valore ma fragili (Soriano e Reine-Adélaide); un centravanti, Torregrossa, ripetutamente tormentato dagli infortuni. 

Le cessioni sul gong di Bradarić e, soprattutto, di Daniliuc, indeboliscono una difesa che già non sembrava invulnerabile, ancor più con un centrocampo dalla scarsa attitudine all’interdizione. 

Ma quali squadre vantano l’ampio campionario di mezze punte ed esterni a disposizione di Martusciello? 

Il voto è legato all’obiettivo che ci si vuole porre. 

Fissiamo l’asticella ai play-off: più che sufficiente.

Voto 8.5 (Francesco La Monica)

Fare di necessità virtù è stato il mantra di questa avvincente sessione di calciomercato appena passata in archivio. Il diktat societario è stato chiaro fin dall’inizio e non si è mai fatto mistero. L’obbiettivo primario era quello di risanare il bilancio e alleggerire il monte ingaggi. Un compito tutt’altro che semplice, ma affidato ad uno dei migliori dirigenti dell’attuale panorama calcistico italiano. 

A Gianluca Petrachi va innanzi il merito di aver bonificato uno spogliatoio martoriato da una stagione ignominiosa, mettendo su una compagine che, con ogni probabilità, potrà dire la sua su ogni campo. Un giusto mix di giovani interessanti, calciatori di categoria ed altri in cerca di rilancio. 

Mancherebbe, ad onor del vero, ancora qualcosina in difesa e a centrocampo, ma chissà che le falle non possano essere colmate attingendo dal mercato degli svincolati. Il roster che Giovanni Martusciello avrà a disposizione sarà, in ogni caso, di ottimo livello per tentare, senza affanni, una pronta risalita inimmaginabile fino a un mese fa.

Voto 7,5 (Manuel Palumbo)

Razionalmente sbilanciato. È definibile così il mercato di Petrachi, che ha consegnato a Martusciello una rosa in linea con la sua idea tecnico-tattica. Un diktat fin qui chiaro: giocare bene a calcio, più importante darle che non prenderle.

E così è arrivata tanta qualità: Amatucci in regia, Verde in testa ad una batteria di mezze punte incredibilmente ben assortita.

Forse pure troppo, se ci si gira indietro: le uscite di Daniliuc e Bradaric hanno indebolito una difesa da registrare. Che trova in Ferrari un calciatore esperto, ma da testare in una linea schierata a 40 metri dalla porta. Gamba che manca anche in mediana, priva di un vero passista. Aspettando eventuali svincolati.

Dai quali arriva l’altro grande rischio: Soriano e Reine-Adelaide danno qualità, ma pure incognite fisiche.

Un po’ come Hrustic, arrivato tramite uno dei due principali assi: quello col Verona. L’altro, con la Lazio, ha permesso di cedere i big Dia e Tchaouna.

Compromessi (specie in uscita) necessari viste le premesse: il ds ha ottimizzato risorse limitate, la società ha allentato i cordoni della borsa solo in qualche operazione.

Tanti i prestiti, tante le opportunità colte. E moltissime le cessioni: Petrachi aveva detto che “li cambierei tutti”, e gli unici retrocessi rimasti sono Simy, Fiorillo, Maggiore (che era stato virtualmente ceduto), Legowski (potenzialmente in uscita).

Cessioni che sono il surplus di un mercato su cui, considerando ritardi e paletti, il giudizio non può che esser positivo: la Salernitana ha tutto per salvarsi con facilità, ma sarebbe ingenuo non coltivare ambizioni playoff.

Voto 7 (Andrea Perna)

È un mercato di certo complicato quello della Salernitana in questa sessione estiva.

Non poteva essere altrimenti viste le vicissitudini, da quella societaria fino al necessario repulisti dopo la pessima stagione scorsa.

La missione di Petrachi di lasciar andare quei giocatori che avevano segnato la retrocessione, annunciata già nella conferenza di presentazione, è stata portata bene o male a termine.

Non si discute, per carità, la qualità di numerosi interpreti che hanno trovato maglie di Serie A lasciando l’Arechi in questa sessione, ma è inevitabile che la fine fosse questa: troppe scorie da smaltire che non avrebbero fatto bene alla nuova Salernitana di Martusciello. 

Sul versante entrate forse poteva andare meglio: a livello numerico ci siamo, a livello qualitativo si potevano fare alcune scelte diverse.

Ma la certezza rimane una: possiamo parlare quanto vogliamo ma, finché quello contento è il tecnico, allora alziamo le mani.

I giocatori sono arrivati, forse qualcun altro si aggiungerà grazie al mercato svincolati, e adesso sta a Martusciello continuare la marcia iniziata bene con sei punti nelle prime tre.

Voto 8,5 (Giovanni Perna)

È la media tra il “10” della voce uscite e il “7” della voce entrate. In un mercato bloccato, come da molte sessioni a questa parte, Gianluca Petrachi completa al 90% il lavoro di bonifica. Un’impresa, sissignori. A chi si lamenta bofonchiando di svendite, ricordo dove ci ha portato la sciagurata gestione della trascorsa stagione, e come per motivi diversi, e con diverse gradazioni di grigio, almeno 14 dei 19 usciti non fossero più funzionali alla causa granata. Personalmente rimpiango la sola, frettolosa, dismissione di Iannoni.

Petrachi consegna a Martusciello una squadra discretamente assortita, la migliore possibile sulla base di un budget pararidicolo. Giovani di prospettiva, calciatori con un grande avvenire alle spalle, due o tre elementi che si trovano in una categoria che non appartiene loro perché tormentati da infortuni.

Sarà la buona sorte e la sapienza dei preparatori atletici a far oscillare l’ago tra una classifica tranquilla ed una ambiziosa, atteso che il mercato prolungato in altre nazioni e quello degli svincolati non consentano, ad esempio, di rinforzare il pacchetto centrale difensivo e fornire un’alternativa ad Amatucci.

Altra missione sarà quella di motivare Giulio Maggiore, deluso dalla rimozione della fascia di capitano. Se il ragazzo capisce quanto decisiva può essere per la sua carriera una stagione da protagonista a Salerno, avremmo un grande acquisto in casa.

Dopo Mantova, ad emergenza finita, Martusciello potrà fare il vero ritiro precampionato, e potrà solo migliorare il buono già intravisto.

Voto 6,5 (Giuseppe Pucciarelli)

Le nozze con i fichi secchi. 

Ma alla fine del banchetto è spuntata un po’ di carne. Questa la sintesi del mercato estivo della Salernitana edizione 2024. 

Petrachi, inutile nasconderlo, è venuto a Salerno chiamato da altri e con altre intenzioni. Poi, cambiate le regole di ingaggio, ha deciso (a differenza di Sottil) di rimanere anche (ed è inutile nascondere pure questo) per rilanciarsi a livello personale. 

Doveva vendere? L’ha fatto. 

Doveva acquistare con tetto d’ingaggio fissato? L’ha fatto. 

Doveva a un certo punto sbattere i pugni sul tavolo perché era impensabile costruire una squadra di soli ragazzini e di sole scommesse? L’ha fatto e sono arrivati i vari Verde, Wlodarczyk, Soriano, Torregrossa, Ferrari. 

Voto 6,5, quindi. Ma è un voto non definitivo. Perché ora partono i supplementari, dicasi mercato degli svincolati. 

Ed è impensabile che Amatucci possa giocare 38 partite su 38.

Voto mercato: NG\Voto ristrutturazione societaria: 10 (Luca Restaino)

In questa sessione di mercato Gianluca Petrachi non ha svolto tanto o non solo il ruolo di Ds quanto soprattutto o anche quello di un manager, uno di quelli che vengono chiamati al capezzale di aziende decotte per evitarne il fallimento, risistemarne i conti e farle ripartire.

È per questo che il mercato per me non è giudicabile. 

L’organico consegnato a Martusciello è sicuramente in grado di consentire il recupero della competitività di una squadra che nel 2024 ha impiegato otto mesi per mettere a segno la prima vittoria. 

Ma se questa squadra potrà ambire ai play off in un campionato in cui la distanza tra playoff e playout è stata spesso inferiore a due vittorie potrà dirlo solo il campo, la lista degli svincolati a cui la Salernitana potrà comunque attingere e il mercato di ‘riparazione’ di gennaio.

Alla ristrutturazione societaria assegno, invece, un bel dieci. Tra cessioni, incentivi alla risoluzione consensuale, prestiti in uscita, Petrachi ha consentito alla proprietà di recuperare risorse economiche che, in considerazione del sostanziale regime di autofinanziamento che costituisce l’obiettivo della società, consentiranno di chiudere l’esercizio sociale senza necessità di ulteriori apporti da parte della proprietà.

A ciò si aggiunga che il mercato in entrata, sebbene con qualche “rilassatezza” sul punto nelle ultime 48h, non pare caratterizzato da contratti che, per durata e costi economici , siano in grado di appesantire la gestione futura della società.

A gennaio Gianluca Petrachi potrà completare l’opera. 

E a giugno 2025 potrà probabilmente tornare a fare solo il Ds e inserire nel telaio che uscirà al termine di questa stagione gli innesti che consentiranno il definitivo salto di qualità per un ritorno in serie A che non è detto debba per forza avvenire nell’ultimo anno del progetto triennale.

Redazione

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