FIORILLO 6: mai impegnato in novanta minuti, registra la disinvoltura con la quale gli avversari mettono in ghiaccio i tre punti in un breve lasso temporale. Potrebbe forse rischiare l’uscita sul traversone di Dorval, ma attribuirgli colpa reale sulla seconda rete barese sarebbe troppo ingeneroso.
STOJANOVIC 4: Dorval spinge tanto e spesso ha la meglio sul suo versante. Questa palese difficoltà tattica lo fa uscire fuori di testa. Rischia l’espulsione, in precedenza resta seduto in area e lascia in gioco Lasagna che realizza il gol del vantaggio. Anche sulla seconda rete subita consente a Dorval di servire comodamente Novakovich che sigla il raddoppio pugliese. 46′ GHIGLIONE 6,5: la sua presenza si fa sentire sull’out destro nel secondo tempo arrembante ma improduttivo della squadra. Prova a rendersi pericoloso sugli sviluppi di una palla inattiva con una spettacolare rovesciata ma trova un difensore biancorosso a neutralizzare la sua giocata.
RUGGERI 4,5: inizialmente è sempre ben piazzato e, nonostante un fisico non particolarmente prestante, si fa valere nella contesa dei palloni aerei. Poi la sua partita cambia con un anticipo mal riuscito che gli sottrae vigore e lo rende fragile e acerbo nel duello fisico con Novakovich e Lasagna. Nella ripresa, con la difesa a tre, prova a supportare Njoh sganciandosi con continuità, ma la frittata è ormai fatta.
FERRARI 4,5: in una fase difensiva precaria, se vengono meno le sue letture preventive e la fisicità nel presidio dei sedici metri, diventa difficile arginare le iniziative offensive degli avversari. Molle, passivo e compassato su entrambi i gol subiti. Secondo tempo difensivamente tranquillo con il Bari votato alla gestione del doppio vantaggio. Al solito, prova a rendersi pericoloso sulle palle inattive a favore ma impegna parzialmente Radunovic in una sola occasione.
NJOH 4,5: inizio dal piede caldo, con qualità di palleggio in fase di costruzione. Le dolenti note cominciano quando è costretto a fronteggiare il volitivo e vivace Oliveri ed è chiamato a leggere preventivamente le offensive rivali. Si fa salate facilmente nell’azione del primo gol, non stringe con la diagonale sul secondo. Ad inizio ripresa ha sui piedi un buon pallone dai diciotto metri, ma il tiro termina alto sulla traversa. Nel secondo tempo gode di tanta liberta a sinistra, ma sbaglia tutti i cross e quando non crossa tende a rallentare il gioco. Termina la sua esibizione di giornata con un’altra ciabattata al terreno invece di colpire il pallone da favorevole posizione.
MAGGIORE S.V. la sua partita dura dodici minuti, prima di abbandonare il campo per infortunio muscolare. 13′ HRUSTIC 5,5: le caratteristiche tecniche e l’eleganza del tocco di palla, ottime per il calcio a cinque, mal si sposano con una battaglia calcistica sul terreno di gioco regolamentare. Nel primo tempo mostra tanto fumo e zero arrosto. Nel secondo tempo ricorda di essere un calciatore della nazionale australiana e prova a mettere la sua qualità al servizio della squadra. Distribuisce bene diversi palloni, scarica lo stesso e attacca lo spazio, arriva al tiro in un paio di circostanze. Cala nuovamente nel finale dopo una buona mezz’ora.
AMATUCCI 5,5: il soldatino di sempre è un po’ annebbiato anche lui, soprattutto in fase di recupero palla. Nella costruzione è più scontato e lento rispetto ai suoi standard. 46′ BRONN 5: con un secondo tempo arrembante della sua squadra, la partita difensiva non comporta grandi difficoltà e svolge ordinaria amministrazione. Ha sulla testa un ghiotto pallone per riaprire la gara ma riesce nell’impresa di non colpirlo a due passi dalla porta.
TELLO 5: corre e si dimena tanto nel primo tempo, ma i suoi piedi non partoriscono mai un pallone degno di nota. In fase di non possesso, gli interventi fallosi sono superiori a quelli realizzati correttamente, oppure a vuoto come in occasione dell’opposizione ad Oliveri sul primo gol barese. Gioca da centrocampista centrale nei secondi quarantacinque minuti, ma la sua prestazione resta ordinaria in un contesto che necessiterebbe di idee e iniziative ficcanti.
VERDE 6,5: subito pericoloso con l’azione di sempre, si accentra da destra e calcia ma la palla supera la traversa. Pochi minuti dopo s’invola in un varco centrale, poi è un po’ precipitoso e calcia il pallone sul corpo di un avversario. Splendido il controllo di palla con il quale si libera in corsa di un difensore, prima di lasciarsi ipnotizzare dal portiere barese che neutralizza il suo pallonetto. Anche nella ripresa è uno dei più vivi ed imprevedibili nell’uno contro uno e nel calciare in porta, ma gli manca un po’ di fortuna. L’ultimo ad arrendersi, suda la maglia fino all’ultimo secondo.
SORIANO 5,5: tende a giocare il pallone di prima per trovare con maggiore imprevedibilità i compagni tra le linee baresi. Un suo tracciante libera Verde il cui tiro termina alto sulla traversa. Poco dopo viene attivato nello spazio dall’ex spezzino, ma la conclusione da posizione assai defilata è un po’ velleitaria. Nella ripresa fa più fatica e lascia spazio a 65′ BRAAF 5,5: lotta tanto, cerca di trovare lo spazio per arrivare al tiro, ma ci riesce in una sola occasione e non sorprende Radunovic. Non lesina impegno, ma la concretezza non è più quella delle prime giornate di campionato.
WLODARCZYK 5,5: attacca sempre nei tempi giusti la profondità, però gli manca la cattiveria e la fisicità per essere determinante negli ultimi venti metri. Ha sulla testa il pallone per dimezzare lo svantaggio, ma la deviazione è centrale e facile preda dell’estremo difensore pugliese. Si muove tanto nella ripresa, attacca ancora bene la profondità, però resta lento e macchinoso al momento del tiro e facilita l’intervento risolutivo degli avversari. 65′ SIMY 5: elefantiaco nelle movenze, in trenta minuti tira fuori dal cilindro solo un paio di innocue mezze sponde per i compagni e niente più.
ALL. MARTUSCIELLO 5: il canovaccio non muta: la Salernitana fa la gara, gli avversari la vincono sfruttando le sue ingenuità difensive e la scarsa incisività del reparto avanzato. Non gli gira neppure bene, con gli infortuni a catena e il pallone che spesso si diverte a non trovare la porta per questioni di centimetri. Nella ripresa cambia spartito tattico, i suoi uomini dominano il match ma continuano a produrre poco in termini di finalizzazione. Il quesito, a questo punto, sorge spontaneo: dove finiscono i demeriti della guida tecnica ed iniziano gli evidenti limiti strutturali dell’organico?
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