SEPE 5: inizio di match all’insegna dell’ordinaria amministrazione, ben piazzato non si lascia sorprendere da Partipilo e Gelli. Sicuro anche sulla conclusione dai diciotto metri di Biraschi. Ancora reattivo su un altro insidioso tiro dell’ex avellinese allo scadere del primo tempo. Nella ripresa il Frosinone attacca a testa bassa, lui si disimpegna bene in un paio di uscite, ma nulla può sul tiro secco e preciso di Kvernadze. Tante, invece, sono le responsabilità sul gol realizzato da Ambrosino: un pallone che scende dal cielo e cade all’altezza dell’area piccolo deve essere suo. Nel finale si allunga e devia un’altra conclusione avversaria.
RUGGERI 6: diagonale difensiva provvidenziale dopo pochi minuti di gioco. Inutile e ingenuo il fallo da dietro commesso poco dopo, con inevitabile ammonizione. Con un cambio di campo crea non pochi problemi a Velthuis e il Frosinone quasi ne approfitta. Bravo a stoppare l’incursione di Begic e a promuovere la successiva ripartenza. Nella rivisitazione tattica di Colantuono, sconta l’ammonizione subita e non rientra in campo nella ripresa. 46′ GENTILE 5: gioca da braccetto destro della difesa a tre. Anche lui dovrebbe provvedere a contenere Kvernadze, ma sembra troppo poco scafato per eseguire letture tempestive ed efficaci.
FERRARI 5: il presidio della zona centrale è efficace nel primo tempo, purtroppo per lui i pericoli maggiori nascono sulla trequarti e sulla fascia destra. Cerca di non disunirsi nel secondo tempo ma è davvero dura all’interno di un mosaico sfilacciato e molle. Preso in mezzo sulla ripartenza di Kvernadze, non riesce a fronteggiare al meglio la stoccata del forte giorgiano. Fuori posizione e distante dall’area nell’azione del raddoppio siglato da Ambrosino.
VELTHUIS 4: inizio sulla falsariga delle precedenti prestazioni: frenetico, impreciso e poco tempestivo. Ruggeri gli passa un pallone diabolico, cerca di addomesticarlo ma lo lascia a Partipilo che si accentra, calcia ma non trova la porta. Ha però la possibilità di respirare, perché i pericoli avversari nascono soprattutto sul versante opposto. Dorme un sonno profondo, lasciandosi anticipare da Ambrosino, nell’azione che vale il raddoppio dei padroni di casa.
GHIGLIONE 3: in perenne difficoltà con il suo dirimpettaio Oyono: mai lo supera, sempre viene superato. Lo sciocco fallo da rosso diretto è la logica conseguenza di una frustrazione senza fine.
SORIANO 4: Begic è tecnico e vivace, gioca nella sua zona e gli crea non pochi problemi sulla fase difensiva. Qualche tentativo velleitario di sfondare sul centrodestra ma la sua presenza si nota soprattutto per la difficoltà ad opporre interdizione nella sua zona di competenza. Criticità che risultano ancora più evidenti nella ripresa. In affanno costante, perde un paio di palloni in uscita, si lascia anticipare da Kvernadze che percorre sessanta metri indisturbato prima di trafiggere Sepe con un tiro potente e preciso. Sostanzialmente nullo in fase di possesso.
AMATUCCI 4: poco reattivo inizialmente nel fronteggiare Partipilo, che sguscia via e impegna Sepe con un pallonetto da lunga distanza. Perde anche palla a centrocampo, commette fallo e viene ammonito. Ancora fuori posizione sulla penetrazione centrale con tiro di Biraschi che impegna Sepe. Rispetto al solito fa fatica a interrompere sul nascere le iniziative rivali sulla trequarti, come testimonia l’azione gialloblù con doppio tiro di Oyono e Biraschi. Pessima la giornata del soldatino granata, che non oppone neppure un leggibile tentativo di chiusura sulla ripartenza vincente di Kvernadze. 74′ SIMY 5,5: tempo ridotto a disposizione e un po’ di fisicità in più nell’area frusinate rispetto al pari ruolo polacco, ma in una gara tatticamente complessa servirebbe altro.
TONGYA 4: nessuno spunto dei suoi, anche un’urticante mollezza in fase di non possesso che gli costa un giallo evitabile. Primo tempo senza gamba, grinta e idee. 46′ HRUSTIC 5: uno scolastico tergicristalli tra il centro del campo e la fascia, in un secondo tempo prevedibilmente sofferto. Si applica ma non è il suo mestiere, la figura da sterile comprimario è una logica conseguenza.
STOJANOVIC 5 : in fase difensiva, con il Frosinone che spinge sempre a sinistra, il suo compito non comporta straordinari. In fase attiva, però, appare ugualmente poco partecipativo alle sorti della squadra. Nella ripresa trasloca a destra ed è uno dei cinque a presidiare il fortino. Tenta un paio di blitz senza convinzione e offre un buon pallone a Jaroszynski, mentre viene travolto da Kvernadze nell’uno contro uno in occasione del raddoppio dei padroni di casa.
BRAAF 6 : in un fazzoletto strettissimo di campo si libera di due uomini e serve nel corridoio Ghiglione, ma l’ex genoano non legge la sua illuminante giocata. Si accende a sprazzi, lontano dalla porta, ma qualcosa ricava sempre, come testimonia l’ammonizione di Biraschi. A ridosso dell’area ciociara si procura lo spazio per calciare, ma la conclusione di sinistro viene respinta dal polpaccio di un avversario. Ancora una volta viene inspiegabilmente sostituito al termine del primo tempo. 46′ JAROSZYNSKI 6: quinto a sinistra e tanta generosità. Non commette vistosi errori difensivi e in una situazione di assoluta precarietà tattica ci mette almeno il cuore nel provare a spingere sull’out mancino.
WLODARCZYK 4,5: raccoglie qualche innocuo pallone sulla corsia destra, mentre nei pressi dell’area frusinate è una presenza impalpabile. In una situazione tattica di inferiorità numerica la sua inconsistenza appare ancora più evidente. 73′ KALLON 5,5: in una gara compromessa nel risultato e nel quadro tattico, mette un po’ di impegno in più a differenza di tanti altri, ma raccoglie solo un paio di rabbiosi tentativi all’interno dei sedici metri laziali.
ALL. COLANTUONO 4: presenta in campo una squadra amorfa, slegata e priva di idee. Il Frosinone agisce con disinvoltura sulla trequarti ed è sempre in netta superiorità numerica sulla fascia sinistra. Appare siderale la distanza tra lui ed i suoi calciatori, molti dei quali sembrano aver dimenticato a casa carattere e disciplina tattica. Ad inizio ripresa, con una squadra destinata a giocare negli ultimi venticinque metri, lascia in campo Wlodarczyk e non Braaf, sicuramente più utile in un contesto tattico legato ad un gioco di rimessa. La difesa del fortino in inferiorità numerica è troppo scolastica per sperare di uscire indenni dalla trasferta laziale.