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Salernitana, presentati il nuovo allenatore Breda e il ds Valentini: «Obiettivo salvezza con una squadra di assatanati»

Conferenza stampa all'Arechi: l'ad Milan annuncia la nuova coppia tecnica per la missione salvezza in Serie B

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La Salernitana volta pagina e si affida all’esperienza di Roberto Breda in panchina e Marco Valentini come nuovo direttore sportivo. La presentazione è avvenuta questa mattina nella sala stampa dello stadio Arechi, alla presenza dell’amministratore delegato Maurizio Milan.

Le motivazioni del cambio e gli addii

L’ad Milan ha spiegato le ragioni di questa svolta: «La posizione di classifica non è quella auspicabile all’inizio di questa stagione, che doveva essere di stabilizzazione e rilancio. Dopo un confronto lungo ma intenso con la proprietà, abbiamo deciso di affidarci a due persone che conoscono profondamente la cadetteria».

Sui recenti addii, Milan ha voluto fare chiarezza: «Prima di essere professionisti, siamo persone. Con Petrachi la strada si è consumata nel tempo, nella mancanza di risultati e nel dialogo che ho sempre avuto con lui. Serviva una nuova spinta. Non ne abbiamo mai fatto una questione economica. La separazione doveva lasciare tranquilla la persona, affinché potesse trovare una dimensione più consona alle sue caratteristiche». E su Colantuono: «Non si è mai legato ad un ruolo ma all’idea del club, il percorso è terminato perché non c’erano più i presupposti per andare avanti con entusiasmo e possibilità di crescita».

Valentini: esperienza e determinazione

Il nuovo ds Marco Valentini ha mostrato subito grande entusiasmo: «Ho colto questa occasione al volo. Subentrare in situazioni simili mi motiva. Voglio fare un percorso importante con questa società. Non vogliamo una squadra di figurine, ma di assatanati. Voglio che gli avversari siano preoccupati dal primo momento quando ci affrontano».

«Bastano 6 vittorie e 5 pareggi per una serena salvezza. Quest’anno pareggiano tutti. Il Sassuolo è meglio affrontarlo subito. In questa serie B, 18 squadre sono tutte uguali. La differenza la fanno la serenità e la tranquillità. Ho seguito la Salernitana da sempre. Avevo già avuto contatti con la società anche questa estate.»

La mentalità del ds

Valentini ha poi sottolineato l’importanza dell’atteggiamento mentale: «Ritengo che il lavoro che facciamo preveda avere il fuoco dentro. I giocatori devono essere bravi ma estremamente motivati. Non ho mai visto grandi squadre raggiungere obiettivi importanti senza la giusta mentalità. Le più grandi soddisfazioni me le hanno date calciatori che vanno a 2mila all’ora. Mi piace quando un calciatore, a prescindere dallo stipendio, mi dia piena fiducia e disponibilità».

Il ritorno di Breda

Particolarmente significativo il ritorno di Roberto Breda, ex capitano e allenatore granata: «Non sono stato scelto solo per la mia storia ma per la mia professionalità. La rosa non è da buttar via, anzi. Ci sono dei valori inespressi importanti. A Salerno non c’è mai stata una proprietà così forte. Il contratto di sei mesi non è un problema, ho preferito così anche egoisticamente».

La filosofia e le garanzie

Breda ha approfondito la sua visione tecnica e metodologica: «La storia rimane, quello che abbiamo vissuto assieme è stato bellissimo, ma a me piace sempre guardare avanti. Non bisogna fare troppi calcoli e guardare indietro. Occorre vivere il presente». Sul tema delle garanzie, il tecnico è stato chiaro: «L’allenatore è l’unico che può cambiare il corso del fiume. Tutto passa dal campo e dalla nostra proposta di lavoro. Non c’è stato bisogno di chiedere garanzie, mi è stato detto ancor prima di chiederle cosa sarebbe stato fatto. La nostra rosa ha grandi valori, necessita di alcuni interventi, ma la società è pronta a dare carta bianca».

Sul modulo, il tecnico ha precisato: «Non ho vincoli tattici assoluti. Ho delle idee, poi in base a quello che vedrò sul campo mi regolerò. Dobbiamo essere camaleontici e flessibili, cercando di esaltare le caratteristiche dei più forti».
«Mi piaceva l’idea di Martusciello. Credo sia un gruppo che ha una capacità volta a dare vita a più moduli e schemi tattici. Credo che come prima idea la difesa a 3 dia una duttilità in entrambe le fasi che ti permetta di essere aperto a più principi contemporaneamente.»

Parlando dei singoli, Breda ha espresso apprezzamento per Amatucci: «È un giocatore importante. Mi piace come lavora. È un vecchio sotto alcuni punti di vista. Sono contento che ci sia e che faccia parte del gruppo».

Il neo allenatore ha citato anche un esempio virtuoso da seguire: «L’Atalanta è nata giorno dopo giorno. Tra mille difficoltà. Gasperini partì da numerose sconfitte, poi ha dato nuova verve alla squadra e ha avuto modo di dare continuità e crescita».

Il tecnico ha anche ricordato alcuni momenti significativi del suo passato in granata: «La partita di Verona fa male per tantissimi motivi. Quella Salernitana giocò gratis per 6 mesi. Fu qualcosa di unico. Non ci fu il risultato sportivo, ma si instaurò un legame ancora più forte con la piazza». Ha poi svelato un retroscena: «Prima del 2 a 3 di Avellino ci fu la possibilità di tornare, c’era Bollini come allenatore. Fui vicinissimo alla Salernitana. Io la partita non la guardai, ma mi tennero informato sul risultato. Sul 2 a 0 mi vidi già a Salerno, poi la storia cambiò. Andai a Perugia e Bollini dopo qualche settimana venne comunque sostituito».

Strategie di mercato

Sul fronte mercato, Valentini ha chiarito la strategia: «Non parlerei di rivoluzione, a gennaio non si fanno. Faremo degli aggiustamenti, intervenendo nelle zone che riterremo opportune. Ho ampi margini di manovra, ma non voglio comunicare cifre per non dare vantaggi agli avversari».

Breda: «Il budget della ternana lo scorso anno era di 100mila euro. Qui la situazione è totalmente diversa. L’Empoli viene visto come un modello, che non ha trovato una guida fissa ma ha un’idea. Il calcio è programmazione, ma sopratutto qualcosa di imponderabile. I percorsi si creano. Dobbiamo partire dal presupposto che ad oggi esiste solo la salvezza della Slernitana.»

Aspetti societari

Milan ha anche fatto chiarezza su alcune figure societarie: «Filomeno Fimmanò è un tesserato della Salernitana da tre anni, si occupa dell’area scouting. Soglia ha dato la sua disponibilità e valuteremo se e quando inserirlo. Busso ha deleghe diverse rispetto a quelle di un patron, non è una figura che sta quotidianamente a bordo campo».

Milan, alla domanda se si sentisse in discussione: «Le scelte di Milan sono quelle condivise con la proprietà. Non sono solo mie. Nei numeri il nostro club non ha debiti, ha semplicemente un prestito con un istituto di credito di 15 milioni. Questo è un club che ha sempre avuto, in tre anni di gestione, approvazioni dalla Covisoc e non solo. La parola “fallimento” è troppo forte. Sicuramente abbiamo delle responsabilità. Le mie sono state quelle di aver puntato su uomini sbagliati. Per quanto riguarda la mia posizione, io rispetto al progetto sooo arrivato in punta di piedi. Ho imparato tanto, ma non sono incollato ad una sedia. Non spetta a me esonerarmi, ma a chi di dovere, eventualmente. Oggi sportivamente parlando non ci sono risultati favorevoli, ma dal punto di vista del club, non credo si sia in una situazione critica. I dati sono pubblici sul bilancio, potremmo leggerli assieme per evitare di sbagliare. La Salernitana non ha la necessità di essere venduta. Le preoccupazioni erano nostre rispetto alla solidità di chi si è avvicinato alla Salernitana, con tutti coloro che avrebbero potuto speculare sul club. Dopo il calcio mercato sarà possibile confrontarci sui bilanci. Giovanni Lombardi è un amico del club, ma non ha mai fatto proposta d’acquisto. Giovanni sta dando consigli sulla parte sportiva. Tutto qui.»

Il futuro del settore giovanile

Sul tema del settore giovanile, Milan ha fornito aggiornamenti: «Stefano si è preso un periodo di riposo, dopo tanti anni svolti col club. Stiamo facendo alcune riflessioni su un suo sostituto. Qualche idea in testa ce l’ho, ma il nuovo ds partorirà il nome del nuovo responsabile del settore giovanile. Stefano non è detto che in vesti diverse non continuerà a collaborare con noi dopo un periodo di riposo».

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Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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