Home Editoriale Tano Pecoraro: «Genova è la mia seconda casa ma…».

Tano Pecoraro: «Genova è la mia seconda casa ma…».

Sabato Tano Pecoraro vivrà per la prima volta l'Arechi nelle vesti di fotografo ufficiale del Genoa. La partita che si disputerà a Salerno non sarà di semplice gestione emotiva, come ha affermato il fotografo: «Ad un salernitano puoi togliergli tutto ma non Salerno dal cuore».

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Tano Pecoraro

Tano Pecoraro torna a Salerno per la settima partita di campionato di serie A che si disputerà tra i granata e i rossoblù, sarà la prima volta che il salernitano vivrà l’incontro all’Arechi nelle vesti di fotografo ufficiale del Genoa.

Come sta vivendo la settimana che anticipa la gara tra Salernitana e Genoa?

L’emozione e la trepidazione per il pre-partita tra Salernitana e Genoa è iniziato domenica scorsa a Reggio Emilia. Ero in campo per lavorare, prima del fischio d’inizio tra Sassuolo e Salernitana il settore ospite ha iniziato ad invocare il mio nome: “Tano, Tano, Tano…” c’erano più di 3000 tifosi granata, la sensazione di sentirmi a casa è stata immediata. Il calore di Salerno è indescrivibile. Sono più che felice che la Salernitana abbia raggiunto la serie A ma, se potessi eliminare dal calendario due partite, lo farei: Salernitana – Genoa e Genoa – Salernitana. Emotivamente è troppo forte ciò che provo. Il mio cuore è granata ma, i quindici anni di lavoro e di gratificazioni con il grifone in massima serie hanno reso il Genoa la mia seconda casa.

Quando è nata la sua passione per la fotografia?

Ho cominciato a 14 anni, iniziai a lavorare con “Foto Ernesto”, storico fotografo della Salernitana, è stato il mio maestro. È con lui che ho iniziato a vivere i campi di calcio da un’altra prospettiva

A che età si è sviluppato il suo amore per i granata?

Avevo sei anni. Tifo Salernitana da sempre. Imploravo che mi accompagnassero allo stadio Vestuti. Poi, negli anni ’80 ho realizzato un sogno, quello di unire ufficialmente in matrimonio le mie due passioni: Salernitana e Fotografia. Ho iniziato a lavorare in granata con il Presidente Soglia, poi, ho continuato con Aliberti, fino a terminare con Lombardi.

C’è un episodio particolare e personale che le farebbe piacere raccontare del suo percorso con la Salernitana?

Ci tenevo a ricordare che sono stato l’ideatore ed il fondatore del “Club Giuseppe Plaitano”, realizzato in memoria di un grande uomo. Un club che è cresciuto negli anni anche grazie ad altri soci. Volli fortemente portare a compimento questo progetto perché Giuseppe Plaitano morì accanto a me. Ero un ragazzino di circa dodici anni, vendevo le bibite al Vestuti… improvvisamente, partì uno sparo. Giuseppe venne colpito in pieno mentre si assisteva alla gara Salernitana – Potenza. Cadde tra gli spalti, morì al mio fianco. Il proiettile avrebbe potuto colpire anche me. Fu un episodio che mi segnò.

Quale partita della Salernitana ricorda con maggior enfasi?

Sicuramente lo spareggio al San Paolo: Juvestabia – Salernitana, fu una vittoria stupenda. Un’altra gara tra le più emozionati fu quella con il Brindisi: in granata c’era il grande Di Bartolomei, tornammo in serie B dopo venticinque anni.

Il ricordo meno bello che è legato alla Salernitana?

La retrocessione della stagione ’98-’99: la tragedia che seguì la partita di Piacenza. Il giorno dopo la gara si sposò mio figlio, fu un matrimonio intriso di tristezza a causa di quel che successe nel treno.

Com’è stato lasciare Salerno e raggiungere Genova?

A Salerno avevo dato tanto, volli provare un’esperienza lontano dalla mia città. Iniziai con un contratto di un anno al Genoa, poi, questo venne prorogato. Inizialmente andai avanti di tre anni in tre anni. Ad oggi ne sono trascorsi quindici. Non fu semplice ambientarsi, Genova è una realtà diversa dalla nostra: altre abitudini, diversi modi di fare. Il lavoro che faccio mi ha aiutato ad entrare più celermente nella nuova dimensione.

Cosa si aspetta dalla partita di sabato tra Salernitana e Genoa?

Tre punti a testa. (ride) Mi aspetto una gara emozionante, spero di vedere un bel calcio. I punti servono ad entrambe le squadre, può considerarsi già uno scontro diretto.

In conclusione: è soddisfatto del calcio mercato della Salernitana?

In serie A ci vuole più qualità, tra la massima serie e la cadetteria c’è un abisso. Occorre il rifinitore, chi butta i palloni dentro… tanto influisce anche il clima che si crea all’interno di uno spogliatoio. Quando ci sono entusiasmo e serenità si parte già avvantaggiati. Attendiamo con trepidazione i futuri acquirenti della Salernitana sperando possano fare più che bene in una piazza che ha grandissime potenzialità. Salerno non è seconda a nessuno. La serie A non può farle che bene sotto tutti i punti di vista.

Tano Pecoraro – Stadio Arechi
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Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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