Intervenuto nel corso della conferenza stampa pre-match, il tecnico della Salernitana, Stefano Colantuono, ha presentato la sfida che attende i suoi domenica pomeriggio all’Olimpico contro la Lazio:
«Sono notoriamente un tifoso giallorosso, tifo per la Roma e non devo nascondermi. Questo non vuol dire che gufo la Lazio, ma solo quando gioca contro di noi. Detto questo, mi è dispiaciuto aver letto che noi abbiamo i tifosotti. Sono, invece, tifosoni, che verranno in seimila allo stadio Olimpico contro la Lazio e noi li rappresenteremo con orgoglio. Occorre una partita caratterizzata da abnegazione e cura dei dettagli. Dobbiamo essere pronti a soffrire, la superiorità tecnica dell’avversario è innegabile. Ma quando hai la possibilità di ripartire e creare occasioni non devi tirarti indietro. Col Napoli abbiamo avuto 2-3 chance interessanti, loro hanno calciato poco perchè abbiamo fatto un buon lavoro. La concretezza è fondamentale, ovviamente mi aspetto una partita simile a quella di domenica scorsa. Sono i dettagli a fare la differenza.»
Sulle probabili scelte tecnico-tattiche: «La Lazio ha caratteristiche molto simili a quelle del Napoli, dietro concede qualcosa. Gondo, domenica scorsa, è sceso in campo perchè ha gamba per attaccare la profondità e sa attaccare il centrale che imposta il gioco. A me serve una squadra che pressi da subito, senza permettere all’avversario di ragionare e di guadagnare metri. Non so se farò le stesse valutazioni, anche perchè Cedric sta avendo qualche acciacco fisico. Ci possiamo permettere un calciatore “mezzo e mezzo”, due mi sembrerebbe eccessivo. Ho un altro allenamento e valuterò le condizioni dei ragazzi. Federico (Bonazzoli ndr) ha qualità, salta l’uomo e vede la porta. E’ un attaccante da area di rigore, a Venezia il suo gol è una dimostrazione delle sue potenzialità. Ma studiamo di volta in volta soluzioni alternative per essere un pochino imprevedibili. Mi prendo le prossime 24 ore per scegliere con equilibrio, occorre schierare la Salernitana più fresca possibile.»
Su Ribèry: «Ribèry ha vissuto una settimana particolare, prese una botta nel derby col Napoli e abbiamo cercato di gestire il tutto in modo intelligente. Ma sta bene e si sta allenando. Mi auguro fortemente che sia in campo, cambiare continuamente modulo è scomodo. Siamo contati, qualora non dovesse esserci bisognerà inventarsi qualcosa. Sono fiducioso e ottimista, è chiaro che nel prossimo allenamento proverò qualcosa di alternativo. Poi avremo quindici giorni di sosta per approfondire e andare ad insistere sui dettagli. Ma conto di far partire Ribery dal primo minuto.»
Sul recupero di Lassana Coulibaly: «E’ reduce da un problema muscolare che lo ha tenuto fermo per trenta giorni. Lo abbiamo riattaccato al gruppo ed è un motivo di sollievo, ma va gestito senza bruciare le tappe.»
Su Kastanos, Zortea e Belec: «Grigoris è un calciatore valido, ma non c’è e non mi piango addosso. E’ una situazione che stiamo vivendo da settimane, non è una novità purtroppo. Faccio un ragionamento su Zortea. Dell’Atalanta so vita, morte e miracoli e so bene che sforna talenti di un certo livello. Pensavo fosse un esterno da 3-5-2, per questo all’esordio con l’Empoli ho preferito tenerlo in panchina. E’ necessario, per un allenatore che subentra, conoscere bene i giocatori a disposizione prima di gettarli nella mischia. A me piace: strappa, ha corsa, crossa bene, ha margini di miglioramento. Continuità e fiducia fanno la differenza. Ho parlato anche con Belec. E’ un ragazzo molto equilibrato, ha condiviso alcune cose che ci siamo detti e sta vivendo la settimana con serenità.»
Infine, su Nwankwo Simy: «E’ arrivato tardi, non ha fatto la preparazione e paga anche qualche difficoltà della squadra. Il suo passato parla chiaro, non credo abbia dimenticato come si faccia gol. Deve solo ritrovare un po’ di condizione, a volte basta una scintilla per cambiare il trend di una stagione. I numeri non si inventano. E’ vero che a Crotone aveva Messias e altri giocatori di qualità…ma qui c’è Ribery! Se un calciatore va in depressione, sportivamente parlando, perde fiducia e si chiude in sè stesso.»