Riflettori con nuove luci al comando, mentre altri spenti generano continue ombre.
Equilibri quasi stabiliti, con certezze che viaggiano verso la nitidezza.
Granata ancora smarriti, costretti al catenaccio e puniti da un’ingenuità, ma con un Bonazzoli che non delude mai.
Salerno intanto si prepara ad un martedì che riscalda l’Arechi, con il ricordo che va al 2 maggio 1999.
Chissà se qualcuno riuscirà ad emulare Di Vaio, regalando una vittoria che aggiornerebbe la storia.
Pronostici disintegrati per via di un’armonia ritrovata, perché con il tris dei blucerchiati mettono è l’incantesimo che gela Tudor.
Derby vinto in rimonta al Castellani, contro una viola troppo smarrita ma vogliosa, di rifarsi subito contro i blucerchiati di D’Aversa.
Film horror per i bianconeri, perché oltre ai risultati piove sul bagnato, per via delle lunghe assenze che sconvolgono i piani.
Max Allegri con le redini bollenti tra le mani, costretto a inventarsi soluzioni nuove in poco tempo, per evitare di dover soffrire fino alle feste natalizie.
D’altro canto, una Dea pulita e compatta si affida al suo “puntero”, ormai una certezza con medie gol impressionanti.
La laguna non ha impensierito i campioni in carica, sempre più vicini alla vetta mostrando la continuità che serve, alle squadre vere vogliose di riconfermarsi.
Riflette l’ambiente friulano, Gotti vacilla e potrebbe salutare, perché sicuramente ci si aspetta di più da questa squadra troppo spenta.
Dagli undici metri un Bologna corsaro al “Picco”, mentre il diavolo tra le mura amiche cade ancora, sotto il tris di quel Sassuolo che ormai è una “bestia nera”.
Chirurgico il risultato, all’Olimpico con un’ondata di tifosi giallorossi che spingono, cantando il nome di Tammy Abraham che ritrova il gol.
Solitaria al comando dopo uno stop, una squadra bella da vedere e con merito lassù avanti a tutti, trascinata da un Dries Mertens davvero stratosferico.