“Siamo i gatti neri, siamo pessimisti,
siamo i cattivi pensieri
e non abbiamo da mangiare.
Com’è profondo il mare..”
Eh, già. Com’è profondo il mare, vero? Almeno quanto la tristezza che ci infonde chi ancora, dati sballati alla mano, difende a spada tratta l’operato del Direttore Sportivo granata.
Quante etichette assegnate nel tempo – da parte della minoranza rumorosa – a chi, per amore (SENTIMENTO GRATUITO E NON INTERESSATO) ha puntato il dito contro la condotta del management: i gatti neri, i complottisti, i gufi, i pessimisti cronici, gli sciacalli, i senza arte né parte.
Il segnale che aspettavamo, con malcelata impazienza, è arrivato: il duro comunicato pubblicato in mattinata dal Direttivo Salerno rappresenta la personale Waterloo di Angelo Mariano Fabiani.
Negli ultimi tempi l’encomiabile, in effetti, ha iniziato a perdere ogni contatto col reale, soffrendo della cosiddetta sindrome di Salò. Aria da ultima spiaggia: nel bunker dei fedelissimi si muovevano pedine e munizioni che non ci si poteva in alcun modo permettere.
La goccia che ha scavato l’ultimo frammento di roccia – ennesima perla di un paternalismo, tra l’altro, mai richiesto – è rappresentata dallo squallido tentativo di stilare un codice comportamentale riferito agli Ultras della Salernitana. Si tratta della vecchia storia secondo cui l’uomo che detiene il potere per troppo tempo, sconfinando, scavalca le competenze altrui.
Sia chiaro, la frangia più calda dei supporters granata non avrebbe accettato consigli da un DS vincente, figuriamoci da chi per cinque anni ha seminato manovre di mercato altamente discutibili e divisioni che hanno reso l’universo Salernitana il ricordo crepuscolare di ciò che era.
Il vento sta cambiando? Pare proprio di si. Al netto di qualche simpatica telefonata destinata alle redazioni che osano pubblicare comunicati contro la società (anche se gli striscioni e le contestazioni riferite a Lotito passano praticamente sotto traccia), il clima è da fuggi fuggi generale. Sembra quasi di vivere gli ultimi giorni del Reichstag – fra il 20 e il 30 aprile 1945 – con le veline e i documenti di regime che, magicamente, venivano spediti in volo dalla finestra per poi essere dati in pasto al furente oblio delle fiamme.
L’EIAR, per spostarci fra i nostri confini che furono, ha quasi interrotto le trasmissioni. Dei tanti amici disseminati da Fabiani durante il lungo soggiorno salernitano non ne resterà, chissà, nemmeno uno. Tutti, o quasi, volteranno le spalle pregustando la repentina redenzione.
Le lezioni di Salernitanità, però, non si accettano da nessuno. Men che meno da chi, indossata la marsina da maggiordomo, ha servito le proprie radici al banchetto del primo offerente.
“È chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa è muto come un pesce.
anzi, un pesce
e come pesce è difficile da bloccare
perché lo protegge il mare.
Com’è profondo il mare..”