Oggi la Giornata Internazionale dello sport per lo sviluppo e per la pace, coincide con un inizio che stravolse la storia, ossia la prima edizione dei Giochi Olimpici.
Il 6 aprile 1896 infatti, la mente umana partorì un’idea, come un richiamo forte verso la terra dei greci.
Ad Atene l’inizio di un canto, un collegamento tra la terra e un’altra dimensione, un premio per chi avrebbe deciso di osare.
Verbi specifici da coniugare, insieme ad una serie di azioni da eseguire, per diventare ed essere ricordati come migliori.
Simboli di un’epoca, premiati da medaglie che fungono da biglietto, per l’ingresso nell’Olimpo dei grandi.
Per sempre lì quindi, coraggiosi umani intenti a correre per tanti chilometri e per tanto tempo, oppure per pochi secondi in una frazione di terreno.
Traguardi da tagliare da primatisti, oppure salti verso il cielo per portare il baricentro al di sopra di un’asta.
I piedi intenti a spingere dalle retrovie, quel corpo che tra le acque era in fase di consacrazione.
Luci sul taraflex per palloni infuocati, nel regno della rete dove prevalgono gli urli della pallavolo.
Sguardi passati alla storia, ma anche pianti di commozione o di dolore, perché nel pacchetto dello sport c’è davvero un po’ di tutto.
I benefici, i sacrifici, le contratture e i brutti infortuni, dalle categorie amatoriali fino ad altri livelli di intensità.
Non riesco ad immaginare me senza lo sport, perché come ho scritto nel mio libro:
“Lo sport è chiaramente il rifornimento per la mia anima” (da “Tokyo per aprire gli occhi”).
Penso che tutto si possa sintetizzare così, perché quando decideremo di legare la nostra vita a questo mondo, non riusciremo più a farne a meno.
Una mano che non lascia la nostra, una guida come una luce in fondo ad un lunghissimo tunnel, una figura suprema che apre gli occhi e ci insegna a lottare.
Viviamo in una realtà dove la follia umana prevale, e credo che lo sport sia la medicina per diffondere, quei messaggi di pace di cui uomini, donne e bambini hanno bisogno.
Noi padroni di una responsabilità da tramandare, per far sì che la fiamma della torcia olimpica, non venga mai spenta da niente e nessuno.
Volevo celebrare così questa giornata, con un mio messaggio a tutti voi.
Fate sempre sport.