Tutti dietro la luce della Dea, colei che vince in trasferta in casa dei monzesi, grazie ad un 2003.
Il suo nome è Hojlum e Bergamo è già pazza di lui, intenta a cantare per sognare senza le coppe.
Il solito Vlasic con la sua qualità, venuto dalla Premier per portare il ritmo di un altro calcio, protagonista della vittoria granata.
Lecce che abbandona il terreno sconfitto dal Toro, così come il Monza in piena crisi, in un profondo rosso che preoccupa molto.
Salerno canta e non smette neanche dopo il gol di Satriano, spingendo per una reazione targata Mazzocchi e Dia.
Lammers è una beffa, perché il suo gol divide la posta tra gli empolesi e i salernitani.
La strada verso qualcosa di magico è giusta, se solo pensiamo alle sofferenze patite qualche mese fa.
Milik illude i bianconeri al Franchi, troppo bello per durare insomma, poiché la solita Juve decide di far arrabbiare i propri tifosi.
Sostenitori accorsi nella casa viola per sostenere, colpiti dalla fiammata di Kouamè, salvati dalla mano destra di Mattia Perin.
L’ipnosi a Jovic funziona, ma serve altro, decisamente altro per una squadra abituata a ben altri ritmi.
Show garantito in un sabato pomeriggio a San Siro, con l’apertura delle danze targata Marcelo Brozovic.
Leao però è una furia, è magia, è il talento che firma due volte il tabellino dei marcatori, insieme alla girata del solito Giroud.
Dzeko non basta a sperare nella rimonta, perché Milano si tinge di rossonero fino al prossimo derby.
Sarri si inchina al suo passato, subendo una rimonta da parte degli ultimi arrivati in casa Napoli.
Kim prima, Kvaratskhelia poi, in una festa azzurra che vale il secondo posto solitario in classifica.
Succede tutto nel primo tempo al Bentegodi, dura pochissimo la prima gioia di Caputo, rovinata da una rimonta gialloblù.
Gianluca Vialli sulle tribune scioglie i cuori e li unisce in un unico amore, e lo si capisce dall’espressione del tecnico grigiorosso a fine gara.
Pareggio a reti bianche allo Zini, pareggio con pioggia di gol al Picco tra Spezia e Bologna che fanno 2 a 2.
A proposito di pioggia però, a Udine una bella grandinata di reti, in grado di dar forma ad un quattro che fa rumore.
Un poker che spedisce i ragazzi di Mou sotto la doccia, costretti a rivedere tante cose sulle quali lavorare.