Sandro Sabatini, noto giornalista e conduttore televisivo Mediadest, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni de “Il Pallone Gonfiato”. Con attenzione ha analizzato vari temi relativi al campionato di massima serie italiano, ha approfondito il ruolo della Salernitana e, in conclusione, ha dedicato un ricordo a Gianluca Vialli.
Le potenzialità della Salernitana
«La Salernitana può ambire al salto di qualità. C’è un modello che tutti cercano di seguire, che è quello dell’Atalanta. La Salernitana può diventare l’Atalanta del sud? Si. Però, non ci vuole fretta, ci vuole un po’ meno pressione. Il modello Atalanta da tanti anni viene inseguito anche da Fiorentina e Bologna, ma senza risultati all’altezza delle aspettative. In ogni caso, la Salernitana, attualmente, è ben strutturata. Ho un opinione un po’ anomala sul divorzio con Walter Sabatini: secondo me, certe difficoltà, alcuni contrasti sarebbe stato meglio appianarli per il bene della società, anziché andare allo scontro. Fortunatamente questo problema sta diventando alquanto periferico per la squadra di quest’anno».
La guida di Davide Nicola
«Nicola è stato il profilo giusto lo scorso anno e ritengo lo sia anche attualmente. La Salernitana sta già esprimendo il proprio potenziale, andando a ritroso con le varie prestazioni, è giusto pensare che i granata potessero avere uno, due o tre punti in più, ma anche due punti o uno in meno. Credo che la Salernitana stia rispettando il valore della squadra, credo che faccia parte di un progetto ben avviato. È fondamentale non avere fretta. Ciò che la società di Iervolino ha fatto nel 2022 è una base, un trampolino di lancio. Conta essere consapevoli che il 2022 è stato un anno in cui ci sono state tante piccole coincidenze, che si sono incastrate alla perfezione anche con un po’ di fortuna. Mi riferisco all’ultima giornata: obiettivamente, fu surreale la gara con l’Udinese. Adesso, ciò che conta è che la Salernitana abbia poggiato le basi per un futuro duraturo e stabile in serie A. Ma non ci vuole fretta. Il mio consiglio è allentare un po’ la pressione, perché già l’agitazione della tifoseria è forte, quindi, non occorre che la pressione arrivi anche dalla stessa società»
Il ricordo di Gianluca Vialli
«Il ricordo che ho di Gianluca è dolce e di stima. L’ho conosciuto da calciatore quando lavoravo a Tuttosport e mi capitava di andare a Genova per seguire la Sampdoria. L’ho ritrovato a Sky ed ho avuto la conferma di una persona piacevole. Penso sia stato un grande calciatore, un ottimo allenatore ma anche un bravissimo opinionista, manager e dirigente della Nazionale. Un ragazzo molto intelligente e sensibile. Una grande perdita. Misuriamo la mancanza di Luca continuando a chiederci: “Chissà cosa ne penserebbe…”. Inoltre, Luca aveva una dote in più che lo rendeva estremamente empatico con tutti: era autorevole senza essere autoritario e riusciva ad essere serio sorridendo».