In un’intervista esclusiva rilasciata alla Gazzetta Dello Sport, Ivan Radovanovic ha parlato della sua esperienza a Salerno e alla Salernitana. L’ex centrocampista granata, entrato nel cuore della tifoseria dopo la salvezza dello scorso anno, ha raccontato di come dolorosamente si sia conclusa la sua avventura in Campania e quali saranno i preziosi ricordi che custodirà nel tempo.
Il serbo non ha mai celato il suo affetto per la città e per i supporter dell’Ippocampo. Ha vissuto la scorsa stagione intensamente, definendola un’esperienza formativa che gli ha permesso di continuare a crescere sia come calciatore che come persona.
L’ex centrocampista, inoltre, ha tenuto a ringraziare le varie persone con le quali ha condiviso il percorso a Salerno, menzionando allenatori, compagni di squadra e staff per il supporto che gli hanno fornito durante la propria avventura.
L’intervista
«L’ultimo giorno di mercato mi è stato detto o vai a Cagliari o sei fuori. Ho due bambine, la più grande era iscritta in prima elementare. A Salerno stavamo in paradiso. In poche ore avrei dovuto prendere e trasferirmi a Cagliari con pochi mesi di contratto. Il Cagliari è stato correttissimo. Ma era difficile prendere una decisione del genere in quegli attimi. Alla fine ho deciso di fare la risoluzione lasciando anche dei soldi al club. Ma la delusione è grande, perché, in questo modo, avendola fatta dopo il 31 gennaio, non posso più andare in nessun altro club in Italia».
I ringraziamenti
«Ringrazio innanzitutto il presidente Iervolino con il quale ho avuto modo di parlare. Naturalmente, un pensiero speciale va al direttore Sabatini, che mi ha dato l’opportunità di giocare a Salerno dopo la parentesi col Genoa. Mi disse: “tu sei un leone in gabbia, devi uscire e ritrovare la giusta grinta”. In conclusione, ringrazio Nicola e il suo staff, i medici, i fisioterapisti, i giardinieri, tutti quelli che lavorano dietro le quinte, i giornalisti e la gente di Salerno. Entrare in campo all’Arechi è un’emozione unica. Ti vengono i brividi. Non potrò mai dimenticare Salerno e il modo in cui la città ha accolto me e la mia famiglia».