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L’urlo dei due Derby nel segno di Kostic e Zaccagni, l’adrenalina purissima distribuita ai vincitori di Milano e Roma.

Ma torniamo a qualche giorno fa, a 11 metri sul dischetto di rigore, nel regno neroverde nel segno di Domenico Berardi.

Il minimo indispensabile per spazzare via lo Spezia di Semplici, un grande favore alle squadre in corsa per la salvezza.

In rimonta tra le mura amiche, la Dea in rimonta dopo il gol di Ebuehi, grazie a De Roon e Hojlund per continuare la corsa europea.

Zaccagni esulta con Immobile nel Derby vinto IlMessaggero.it
Zaccagni esulta con Immobile nel Derby vinto (IlMessaggero.it)

Nel giorno di un anniversario grigiorosso, un botta e risposta che condanna quasi certamente la Cremonese.

Poi l’Arechi canta dopo soli sette minuti grazie a Pirola, con la risposta tempestiva di Ferguson per il gol del pareggio.

Boulaye Dia fa impazzire lo stadio, ma poi alla fine è il Bologna a pareggiare nuovamente i conti.

Il ritorno di Ibra è più amaro che dolce, nonostante il ritorno al gol come risposta alla firma di Pereyra.

Beto apre il varco e riporta i friulani sopra, per un tris finale di Ehizibue come punto esclamativo alla sfida della “Dacia Arena”.

In tema di tris ci dirigiamo a Genova, nella sfida salvezza tra blucerchiati e veronesi.

Una boccata d’ossigeno in un anno complicatissimo, un 3 a 1 finale che porta le firme doriane di Gabbiadini (doppietta) e Zanoli.

Kostic festeggia con i compagni dopo il gol vittoria a Milano Mantovauno.it
Kostic festeggia con i compagni dopo il gol vittoria a Milano (Mantovauno.it)

A Firenze una vittoria di misura, per mezzo di un autogol a opera di Gallo che regala i tre punti alla squadra di Italiano.

Nella casa del Toro un Napoli straripante, un poker calato sul verde dell’arena granata, con i soliti Osimhen (doppietta), Kvaratskhelia e l’insolito Ndombele a chiudere la sfida.

In apertura un accenno ai derby, perché Lazio e Juventus riescono ad imporre le proprie leggi sugli avversari.

Ibanez e il solito rituale nel derby romano, con Zaccagni che spara dentro il gol della vittoria finale.

Una Juventus tosta e decisa, compatta e in grado di far male alla squadra di Inzaghi, perché grazie al mancino di Kostic è la Juventus a cantare la propria canzone.

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