Carlo Gravina, giornalista de’ “Il Secolo XIX”, ha analizzato ai microfoni di SOLOSALERNO l’avvio di stagione del Grifone. In vista della gara al Ferarris, tra i rossoblu e la compagine di Filippo Inzaghi, il giornalista di origini salernitane ha presentato il delicato incontro che si disputerà venerdì sera a Marassi. Le due squadre, che non occupano posizioni incoraggianti in classifica, si sfideranno a viso aperto per di raccogliere punti preziosi e cercare di allontanarsi dalla zona calda della graduatoria.
L’intervista
Il Genoa si è riappropriato della massima serie dopo un solo anno di cadetteria, con l’arrivo della nuova proprietà quanto è cambiato e in cosa è mutato il club?
«La nuova società ha avuto il merito di aver riportato l’entusiasmo in città, dopo anni in cui si era un po’ sopito il tifo del Genoa. In realtà il tifo non è mai mancato, si erano inclinati un po’ i rapporti con l’ex presidente Preziosi, toccando situazioni poco piacevoli. La nuova società, nonostante abbia commesso qualche errore iniziale, non riuscendo a salvare la squadra in massima serie il primo anno, fece una promessa alla piazza: quella di ritornare in serie A la stagione successiva. Infatti, la promessa l’hanno mantenuta e, soprattutto, già dall’estate allestirono una squadra per la serie B in grado di lottare per la serie A. La conferma dei vari Bani e Sturaro, ma anche l’acquisto di Coda, furono segnali eclatanti, infatti, il campionato si concluse come desiderato».
Quali sono stati i riferimenti dai quali è ripartito il Genoa, affinché la squadra e la piazza ritrovassero incentivi ed entusiasmo?
«I due riferimenti principali credo siano stati la società e la squadra. Il giorno stesso della retrocessione del Genoa, dalla serie A alla B, ci fu un corteo dei tifosi, per le strade di Genova, che terminò con un discorso fatto dal presidente Zangrillo e dai dirigenti tecnici. Dalle parole pronunciate si comprense che ci sarebbe stato un impegno importante da parte di tutti per restituire al Genoa palcoscenici di livello. E l’mpegno poi si è visto: prima con la campagna acquisti e poi con l’avvio del campionato».
Gilardino ha reso coesa una squadra che, spesso, grazie al fattore gruppo, è riuscita ad andare oltre limiti oggettivi, a dimostrazione che la mentalità è necessario stimolarla ed allenarla tanto quanto tutto il resto. In questo momento, può essere un punto a favore dei rossoblu rispetto al momento critico che sta vivendo la Salernitana?
«Tra i segreti del Genoa c’è la coesione della squadra. Rientra tra i meriti di Gilardino che, sicuramente, prendendo spunto da alcuni suoi grandi maestri – vedi Ancelotti e Lippi – si è mostrato davvero bravo nella gestione dello spogliatoio. Riesce a far sentire importanti anche i giocatori che sono impiegati meno, che quando entrano danno sempre il massimo. Ma i meriti sono anche di natura tecnica, rispetto alla disposizione della squadra in campo e della capacità di far giocare la squadra in modi diversi, anche nell’arco della stessa partita. La coesione del gruppo fa remare tutti nella stessa direzione, è ciò che, invece, sembra mancare alla Salernitana. I granata provano a dire la propria, ma sembra sempre che manchi il piglio giusto. Anche l’esultanza blanda sul gol del 2 a 2 contro il Cagliari ne è la dimostrazione. In un contesto del genere, in cui si va in svantaggio per ben due volte e, ciononostante, si riesce ad acciuffare un punto all’ultimo minuto, per non ritrovarsi ultimi in classifica, in altre situazioni ci sarebbe stato un’esultanza da parte di tutta la squadra, cosa che non si è vista domenica scorsa all’Arechi».
Un giocatore di squilibrio, che fa salire la squadra, che fa perdere riferimenti agli avversari é identificabile, soprattutto, in Gudmundsson. È corretto definirlo il plus valore della compagine del grifone?
«Gudmundsson è sicuramente il giocatore di maggior talento di questo Genoa, un talento che è esploso ancor di più da quando Gilardino è diventato l’allenatore dei rossoblu, perché gli ha consentito di muoversi con più libertà e spaziare su varie zone del campo, quindi meno vincolato e meno imbrigliato. Non è l’unico talento, perché c’è Retegui che potrebbe giocare contro la Salernitana, avendo recuperato dall’infortunio, ed è un formidabile uomo d’aria di rigore, un centravanti bravo anche nella fase di non possesso. Inoltre, quando riceve palla e ha la possibilità di calciare in porta, ha dimostrato di essere un cecchino praticamente infallibile. Loro sono due tra i giocatori di riferimento, ma in questo Genoa, che non ha una panchina lunghissima, tra i titolari presenta comunque giocatori importanti, ad esempio: Badelj, che dovrebbe rientrare contro la Salernitana, lo stesso Frendrup, una delle rivelazioni di questo Genoa in continua crescita. Tra i calciatori che stanno facendo più che bene ci inserisco anche Dragusin, vecchia conoscenza della Salernitana, che ha partecipato alla storica salvezza di con Nicola due anni fa. L’anno scorso ha giocato sempre titolare, quest’anno lo stesso, se pur non con prestazioni di altissimo livello».
Finora il Genoa ha rispettato le aspettative? Quali gli obiettivi di medio-lungo termine?
«Quest’anno il Genoa ha come obiettivo quello di assestarsi in serie A, ultimamente, anche l’amministratore delegato, in un’intervista ha affermato che non vuol sentir parlare di salvezza, che gli obiettivi sono un po’ più importanti. Quest’anno l’obiettivo è quello di cercare di raggiungere nel più breve tempo possibile i 40 punti, poi l’obiettivo sarà quello di tornare ad essere protagonisti del campionato di serie A, vuol dire stare stabilmente dalla parte sinistra della classifica e puntare all’Europa».
Quale sarà il modulo anti – Salernitana che sceglierà Gilardino?
«Sul modulo che utilizzerà Gilardino ci sono delle valutazioni in corso. Una delle caratteristiche di Gilardino è quella di cambiare, non solo in base agli uomini che ha a disposizione, ma anche rispetto all’avversario. Nelle ultime due partite con Udinese e Atalanta, che giocano con la difesa a tre, il Genoa ha giocato con la difesa a tre. Invece, in precedenza, contro Milan e Napoli ha giocato con la difesa a quattro ».
Come valuti le prime nove giornate dei granata? Che lettura dai all’arrivo di Pippo Inzaghi?
«La Salernitana ha un po’ deluso tutti: i tifosi, gli addetti ai lavori, per quelli che dovevano essere i progetti. Secondo me, per il livello tecnico della squadra, che non è assolutamente inferiore alle altre dirette concorrenti, anzi credo sia un gradino più alto, ci sono delle lacune. La mancanza di Piatek sta pesando tanto, soprattutto per la vena realizzativa di Dia. In proposito ad Inzaghi, il piacentino è un allenatore in cerca di di riscatto, conosce la serie A, nonostante le sue precedenti esperienze non siano state state del tutto positive. Però in serie B ha fatto bene l’anno scorso. La sua Reggina era molto aggressiva, praticava anche un bel gioco, era molto offensiva e, soprattutto, emergeva molto uno spirito di squadra. Sembrava molto coesa, è ciò che serve alla Salernitana. Se Inzaghi riuscirà a lavorare su questo aspetto, forse, potrà risultare l’uomo giusto per cambiare la stagione. Però a questo punto va chiarito in maniera esplicita che l’obiettivo principe dei granata deve essere quello della salvezza»
Che clima ci sarà venerdì sera al Ferraris?
«Venerdì sera al Ferraris ci sarà il solito clima infuocato di uno stadio che ha praticamente quasi 28.000 abbonamenti. Inoltre, Hanno venduto più di 1500 biglietti, per cui sul versante Genoa ci saranno – come al solito – oltre 30.000 persone. Ci sarà un clima molto caldo, poi tra le due tifoserie c’è un po’ di rivalità. Di certo non mancheranno gli sfottò. Sarà una gara certamente complicata per entrambe le compagini. La Salernitana è a caccia della prima vittoria stagionale, il Genoa ha voglia di tornare al successo dopo le due ultime battute d’arresto».
Genoa – Salernitana può considerarsi uno scontro diretto? Cosa ti aspetti dalla gara che disputeranno?
«Per me sì, è uno scontro diretto. Nonostante i dirigenti del Genoa non vogliano sentir parlare di salvezza, è chiaro che l’obiettivo prioritario sia quello di raggiungere il prima possibile i 40 punti. Quindi è un primo scontro diretto per il Genoa. Finora i rossoblu hanno avuto un calendario molto complicato, perché in queste prime nove giornate hanno affrontato Lazio, Roma, Napoli, Milan e Atalanta… Quella di domani sarà l’inizio di un ciclo di partite sicuramente più abbordabili per il Genoa. Prima la Salernitana, poi il Cagliari, poi il Verona in casa e dopo il Frosinone fuori… Sarà una situazione nuova con la quale il Genoa si dovrà confrontare».