Home News Ederson-Lovato, le fasce della Dea e la sfida Gasp-Inzaghi: tanti ex in...

Ederson-Lovato, le fasce della Dea e la sfida Gasp-Inzaghi: tanti ex in Atalanta-Salernitana

Molte storie da ex al Gewiss: dal recente scambio di mercato ai trascorsi in campo dei due allenatori, passando per Ruggeri, Zortea e Migliaccio

913
0
Tempo di lettura: 4 minuti

Atalanta – Salernitana sarà partita da ex per diversi calciatori (e non solo) in entrambe le metà campo. Su sponda bergamasca sono tre i giocatori ad aver condiviso un passato nello spogliatoio granata: EdersonMatteo Ruggeri e Nadir Zortea furono tra i protagonisti della miracolosa salvezza della stagione 2021-22.

Ederson, il diamante dell’instant team

Il centrocampista brasiliano arrivò a Salerno nel mercato di gennaio, scovato da Walter Sabatini, e si rivelò l’acquisto più azzeccato tra gli undici colpi effettuati nella finestra di riparazione. Ederson si ritagliò un parziale spazio con Colantuono, per poi diventare un insostituibile con l’arrivo di Nicola.

Il brasiliano compose con Coulibaly Bohinen un centrocampo di altissimo livello, che risultò cruciale per la rincorsa granata. Una rimonta avviata con il 2-1 a Marassi sulla Sampdoria, match in cui il classe ’99 realizzò il suo primo gol italiano.

L’ex Corinthians (in prestito al Fortaleza prima dell’arrivo a Salerno) si ripeté proprio a Bergamo contro l’Atalanta, nel match poi terminato 1-1. Ederson chiuse la sua esperienza granata con 2 gol e un assist in 15 presenze, prima del trasferimento alla Dea nell’estate 2022.

Ruggeri – Zortea, fasce da 7%

La stagione partita col trust e chiusa con la salvezza del 7% fu vissuta anche da Ruggeri Zortea, che arrivarono a Salerno nel mercato estivo in prestito dall’Atalanta. Il mancino classe ’02 partì come titolare inamovibile, ma un infortunio alla terza di campionato contro il Torino lo costrinse a un lungo stop.

Rientrato solo a gennaio, Ruggeri soffrì altri acciacchi nella seconda metà di stagione, che ne minarono la continuità. Nonostante tutto, l’esterno sinistro diede un valido contributo alla causa granata nel finale di campionato, chiudendo il suo anno a Salerno con 14 presenze in A e una in Coppa Italia.

Più regolare fu invece la stagione di Zortea, che in granata ebbe la prima chance della carriera in massima serie. Dopo un certo ostruzionismo da parte di Castori, il classe ’99 fu molto impiegato da Colantuono, e si rivelò preziosissimo anche sotto la gestione Nicola.

Fondamentale per la sua duttilità, poiché capace di giocare su ambedue le fasce, Zortea chiuse il campionato 21-22 con 29 presenze all’attivo. L’esterno di Feltre fornì due assist e realizzò il suo primo gol in Serie A, fissando sull’1-1 la gara casalinga contro il Bologna.

A proposito di marcature, due dei tre atalantini hanno già punito la Salernitana da ex. Accadde – ovviamente – lo scorso 15 gennaio, quando l’Ippocampo naufragò 8-2 al Gewiss Stadium: Ederson e Zortea realizzarono gli ultimi due gol del match, ma solo il brasiliano evitò l’esultanza per rispetto.

Lovato, parentesi senza fortune

Il trasferimento del centrocampista carioca a Bergamo coincise con l’arrivo a Salerno di Matteo Lovato, altro ex della gara. La trattativa, ultimata il 6 luglio 2022, vide Ederson passare all’Atalanta per 21 milioni di euro, dei quali 14 cash e la restante parte rappresentata dal cartellino del difensore classe 2000.

L’esperienza del centrale in granata non è stata fin qui fortunatissima, ma anche la parabola con la Dea non fu indimenticabile. Lovato arrivò a Bergamo nell’estate 2021 per 8 milioni più 3 di bonus, dopo un positivo approccio in Serie A con la maglia del Verona.

Con la Dea il difensore esordì in Champions League, nella sconfitta per 3-2 all’Old Trafford contro il Manchester United. Gara alla quale si affiancarono però solo 6 presenze in Serie A: il poco spazio condusse il difensore al Cagliari, dove Lovato si trasferì in prestito a gennaio per poi retrocedere a fine stagione, perdendo il testa a testa con la Salernitana di Nicola.

Gasperini e la prima Salernitana all’Arechi

La sfida di lunedì proporrà due storie da ex anche in panchina: sia Gian Piero Gasperini che Filippo Inzaghi, infatti, hanno giocato con la maglia dei rispettivi avversari. Il Gasp vestì granata nel 1990-91, prima stagione della Salernitana all’Arechi e ritorno del cavalluccio in Serie B dopo 23 anni di C1.

Nella compagine di AnsaloniGasperini giocò 37 partite, realizzando un gol nel 2-0 interno sul Cosenza, all’ultima giornata. Il centrocampista disputò anche lo spareggio salvezza di Pescara, vinto dai silani con la rete di Marulla che rispedì la Salernitana in terza serie. Gasperini passò poi alla Vis Pesaro, con cui appese gli scarpini al chiodo nel ’93.

Inzaghi, la Dea per arrivare al grande calcio

Qualche anno dopo, l’Atalanta accolse Pippo Inzaghi. Per l’attaccante, arrivato dal Parma, la stagione 96-97 in maglia nerazzurra fu un gran trampolino di lancio: Superpippo segnò 24 gol in 33 partite di campionato, aggiudicandosi per la prima volta il titolo di capocannoniere in Serie A.

Inzaghi – autore di 25 centri in 34 gare, contando anche la Coppa Italia – fu poi acquistato dalla Juventus, con cui l’anno successivo vinse campionato e Supercoppa Italiana, perdendo la finale di Champions contro il Real Madrid.

5-0 tra Gasperini e Inzaghi

Storico alla mano, gli incroci tra i due allenatori sorridono completamente a Gasperini. Il tecnico della Dea ha vinto contro Inzaghi in tutti e 5 i confronti: due volte alla guida del Genoa (1-0 e 1-3 ai danni del Milan) e tre volte sulla panchina dell’Atalanta (1-2 a Bologna, poi 1-4 e 2-0 contro il Benevento).

Gasp è quasi imbattuto anche contro la Salernitana: su 4 precedenti, il tecnico ha ottenuto due vittorie, un pari e un k.o. Nel 2021-22 arrivarono lo 0-1 di Salerno e l’1-1 di Bergamo, mentre nella scorsa stagione l’Atalanta si impose 8-2 all’andata prima di perdere all’Arechi, con Candreva che in pieno recupero firmò il gol salvezza.

Poco felice, invece, lo score di Inzaghi contro la Dea. Oltre alle tre sconfitte più recenti contro GasperiniSuperpippo perse anche da allenatore del Milan contro l’Atalanta di Colantuono, che passò di misura a San Siro nel 2014-15. In compenso, il tecnico piacentino vinse il match di ritorno, imponendosi 3-1 all’Atleti Azzurri d’Italia nell’ultima giornata di campionato.

Migliaccio, lungo passato con la Dea

Dal campo alla tribuna, un’altra storia da ex è quella di Giulio Migliaccio. Il responsabile dell’area tecnica granata ha giocato sei anni e mezzo a Bergamo, collezionando 152 presenze e 6 gol. Arrivato nel 2005 dopo l’esperienza con la Ternana, il classe ’81 visse un primo triennio altalenante: prima la retrocessione in B, poi la risalita in A e la successiva salvezza.

Passato al Palermo, il centrocampista rimase per cinque anni in Sicilia e visse una stagione a Firenze, prima di tornare a Bergamo nel 2013. Dopo tre stagioni giocate con continuità, il nuovo arrivato Gasperini impiegò Migliaccio col contagocce nella prima parte del 2016-17: il napoletano annunciò così l’addio al calcio giocato, restando all’Atalanta come dirigente fino al 2022, momento del passaggio alla Salernitana.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

diciannove − sedici =